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La truffa del bancomat: come difendersi dal prelievo di soldi dal conto

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(@raffaella-mari)
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La tecnica dello skimming nei bancomat: come riconoscerla e perché spesso le banche non risarciscono i danni.

Qual è il vostro primo pensiero quando il vostro bancomat viene rifiutato da uno sportello automatico? Un banale malfunzionamento, forse? E se vi dicessimo che potreste essere vittime di una sofisticata truffa chiamata “skimming“? Sì, avete capito bene: si tratta della clonazione del bancomat. Ma come funziona? E soprattutto, perché le banche a volte non risarciscono i danni? Analizziamo insieme questa tecnica fraudolenta sempre più diffusa, come dimostra un caso di questi giorni avvenuto in un quartiere di Roma.

Cosa è successo nel quartiere Monteverde?

A Roma, nel quartiere Monteverde, un cliente ha subito una truffa al bancomat per un importo di 1000 euro. Dopo aver cercato di prelevare dal suo sportello bancario, la macchina ha rifiutato il suo bancomat. La prima sensazione del cliente è stata quella di un mero malfunzionamento dello sportello, ma alcuni giorni dopo si è accorto di un prelievo non autorizzato dei soldi dal proprio conto. Così ha capito che la sua carta di debito era stata clonata.

Come funziona l’attrezzo del raggiro, lo skimmer?

Lo skimmer è un dispositivo malevolo, nascosto nella fessura del bancomat, che registra i dati della carta e del pin digitato, permettendo così la clonazione. Il criminale, una volta ottenuti questi dati, può prelevare da qualsiasi sportello.

La banca è stata informata: qual è stata la sua reazione?

Il cliente, notando un comportamento sospetto del bancomat, ha subito avvertito la sua banca. La risposta dell’operatrice è stata rassicurante: «Non si preoccupi, è tutto a posto». Tuttavia, la realtà era diversa: 1000 euro erano stati prelevati da un altro sportello senza che il cliente si fosse avvicinato al bancomat in questione.

La banca ha risarcito il cliente?

La vittima del raggiro ha immediatamente contattato la banca, che inizialmente ha riaccreditato l’importo. Tuttavia, dopo dieci giorni, l’istituto di credito ha stornato indietro i soldi, dichiarando che non c’erano “operazioni sospette” e di conseguenza, non ritenendosi responsabile del furto.

La denuncia alla polizia postale

Infine, il cliente ha denunciato l’accaduto alla polizia postale, scoprendo che non era l’unico: molti altri erano stati truffati con la stessa tecnica negli ultimi mesi. Questo episodio solleva molti interrogativi sulla sicurezza dei nostri conti bancari e sul ruolo delle banche nella prevenzione e nel risarcimento di queste truffe.

Skimming nei bancomat: una pratica più diffusa di quanto si possa pensare

La truffa del bancomat clonato attraverso l’uso dello skimmer, purtroppo, non è un caso isolato, ma una pratica diffusa. La sofisticatezza di questi dispositivi e la loro facile installazione negli sportelli automatici li rendono un’efficace arma nelle mani dei truffatori. E la vittima, spesso, si accorge del danno solo a distanza di giorni, quando ormai il furto è stato perpetrato e i soldi prelevati.

Come riconoscere uno skimmer in un bancomat?

Riconoscere uno skimmer può non essere semplice per un occhio non esperto. Questi dispositivi vengono progettati per assomigliare il più possibile alla fessura originale del bancomat. Tuttavia, ci sono alcuni segnali che possono allertarci: la presenza di elementi insoliti o fuori posto, come adesivi o parti che sembrano sovrapposte; il lettore di carte che sembra più spesso del solito; difficoltà nell’inserire la carta, lentezza dell’apparecchio nel dare le risposte all’utente. Se notate qualcosa di sospetto, il consiglio è di non utilizzare lo sportello bancomat e di avvisare immediatamente la banca.

La risposta delle banche di fronte allo skimming

Uno dei punti più controversi di questa problematica è l’atteggiamento delle banche. Nel caso descritto, l’istituto bancario ha inizialmente rimborsato l’importo alla vittima, per poi riprenderselo. Ecco il punto cruciale: le banche, di fronte a truffe così sofisticate, sembrano avere difficoltà a individuare le operazioni fraudolente. Di conseguenza, l’onere della prova ricade sul cliente, che deve dimostrare di aver custodito correttamente la propria carta e non aver rivelato a terzi i codici di accesso.

Il ruolo delle autorità e la denuncia

Di fronte a questi episodi, è fondamentale rivolgersi alle autorità competenti. P.C., la vittima nel nostro esempio, ha denunciato il fatto alla polizia postale, scoprendo di non essere l’unico a cadere in questa truffa. La denuncia, oltre a essere un passo necessario per ottenere un rimborso, permette di far luce su queste pratiche e di contribuire alla lotta contro le truffe bancarie.

 
Pubblicato : 2 Agosto 2023 08:30