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La prostituta ha diritto a essere pagata?

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(@mariano-acquaviva)
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In quali casi la prostituzione è illegale? Il contratto tra escort e cliente è valido? Cos’è l’irripetibilità della prestazione contraria al buon costume?

La prostituzione è legale, nel senso che nessuno può essere arrestato perché si prostituisce oppure perché paga per una prestazione sessuale. Basti pensare che la giurisprudenza prevalente [1] ritiene perfino illegittime le ordinanze sindacali con cui si proibisce agli automobilisti di fermarsi sul ciglio della strada per caricare le “lucciole”. Quanto appena detto non significa, però, che tutto ciò che riguardi la prostituzione sia legale. Anzi.

Innanzitutto, costituisce reato sfruttare o anche solo agevolare la prostituzione altrui. È ovviamente reato anche la prostituzione minorile, con conseguenze penali per chi paga un minorenne per una prestazione sessuale.

È all’interno di questo complesso quadro che si pone la seguente domanda: chi si prostituisce ha diritto a essere pagato? Cosa succede se un cliente, consumato il rapporto, decide di andare via senza corrispondere quanto inizialmente pattuito? Sul punto si registra una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha risposto proprio a questa domanda. Approfondiamo l’argomento.

Pagare per fare sesso è legale?

Come anticipato, pagare per una prestazione sessuale è legale: non esiste infatti una norma che lo vieti.

È invece assolutamente proibito pagare o anche solo promettere una somma di denaro a una persona che non ha compiuto i 18 anni: in questa ipotesi, anche qualora vi fosse il consenso del minore, scatterebbe il reato di prostituzione minorile, punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 1.500 a 6mila euro [2].

La legge punisce peraltro qualsiasi forma di corrispettivo, anche diversa dal denaro: si pensi a chi abbia rapporti sessuali con un minore in cambio di una ricarica telefonica, dell’acquisto di un cellulare nuovo o di altri tipi di beni.

Chi si prostituisce ha diritto a essere pagato?

Quanto detto sinora farebbe pensare che la prostituta abbia diritto a essere pagata. Non è così. Secondo una recente sentenza della Suprema Corte, il contratto di meretricio è nullo perché contrario al buon costume, cioè al complesso dei principi morali generalmente condivisi dalla maggior parte della società [3].

Poiché l’accordo tra prostituta e cliente non è valido, la prima non potrà pretendere alcunché dal secondo, né potrà agire in tribunale per far valere il suo diritto: il credito derivante dall’attività di prostituzione è infatti inattuabile, cioè non tutelabile in sede giudiziaria.

In questo senso la citata sentenza della Cassazione, secondo cui «la prostituta, laddove il cliente non paghi il prezzo pattuito per la prestazione sessuale, non può rivolgersi all’autorità giudiziaria per ottenere il pagamento del compenso pattuito».

Questa sentenza si pone in contrasto con alcune pronunce del passato in cui non solo è stato stabilito il contrario, e cioè che la prostituta ha diritto al pagamento in quanto il meretricio è un’attività economica a tutti gli effetti [4], ma si è giunti perfino ad affermare che non versare il compenso pattuito alla escort integri il reato di violenza sessuale [5].

Si può chiedere la restituzione di quanto pagato alla prostituta?

Il fatto che la prostituta non possa azionare il proprio diritto di credito non significa che quanto ricevuto per la sua prestazione sia indebito.

Secondo la legge, infatti, chi ha pagato per una prestazione immorale non può poi chiedere la restituzione [6].

Si tratta della nota “irripetibilità della prestazione contraria al buon costume”, che fa salvo il diritto di trattenere quanto ricevuto, seppur in cambio di un’attività immorale, qual è appunto quella del meretricio.

Pertanto, chi ha pagato una escort non potrà poi andare in tribunale e chiedere la restituzione facendo valere la nullità del contratto, in quanto la legge “blinda” il pagamento già eseguito sanzionando che l’ha versato per beneficiare di un’attività immorale.

Tirando le fila di quanto detto sinora, possiamo quindi affermare che la situazione economica della prostituta è la seguente:

  • la prostituzione, risolvendosi in un contratto nullo perché contrario al buon costume, non dà diritto al pagamento;
  • se tuttavia il pagamento è stato già ricevuto, chi l’ha eseguito non può chiederne la restituzione.
 
Pubblicato : 6 Marzo 2023 11:30