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La nuova truffa telefonica dell’antifrode della tua banca

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(@angelo-greco)
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L’sms con l’avviso di addebito sul conto e il tentativo di storno delle somme: come i criminali giocano sull’ingenuità delle persone.

Questa è una storia vera. Così, di solito, iniziano i film drammatici. Come questa che, tuttavia, a differenza di molte altre simili, ha un lieto fine. Il cattivo questa volta non vince. Ma solo perché il buono era un po’ più furbo: fa l’avvocato e ne ha già visti di raggiri come quello che era stato ordito alle sue spalle.

Chiunque potrebbe finire vittima della nuova truffa telefonica dell’antifrode della banca. Anzi, quando ho informato di ciò la filiale della mia banca, mi hanno candidamente risposto: «Sì, siamo stati informati proprio ieri al telefono di questa recente frode: ne stanno arrivando tante come questa». Lì però ho storto il naso: “Come? Lo sapete e non mandate un avviso a tutti i vostri clienti? Perché non li informate con una email, un sms, una notifica push o una di quelle tante comunicazioni che usate invece per promuovere i vostri servizi finanziari che ogni mattina mi danno il buongiorno?”.

Beh, ecco cosa è successo.

La telefonata dell’antifrode

Era sabato, tanto per incominciare, e su questo non c’è alcun dubbio. Ho preso in prestito questo incipt dal Canto di Natale di Dickens perché mi sembra il modo migliore per iniziare una storia oscura e tetra.

L’orologio batteva le due e gli uffici delle banche erano chiusi. Non è un dettaglio da poco. Ma su questo torneremo a breve.

Ricevo una telefonata da un signore con voce profonda e grave. La gravità si addice a tutte le persone che portano cattive notizie o comunque che vogliono dare un tono serio a ciò che stanno per dirti.

«Signor Greco?»

«Sì» dico. E siccome quando mi sento chiamare “signore” e non “avvocato” penso sempre ai call center – peraltro l’orario di pranzo si addiceva all’ennesima chiamata commerciale – parto già prevenuto.

«La chiamo dall’ufficio antifrode della sua banca» e ne rivela il nome. «La disturbo perché abbiamo rilevato un tentativo di addebito sul suo conto che abbiamo subito bloccato. Si tratta di un pagamento a uno store online di Zara del Regno Unito da ben 800 euro».

«Caspita», rispondo allibito. «Eppure sono molto attento nell’uso della mia carta di credito».

«Sta capitando spesso. Lei ha associato la carta ad Amazon?»

«Certo. Mi serve per fare gli acquisti online come a chiunque altro».

«Beh, ci risulta che Amazon sia stato vittima, in queste ore, di un furto di dati. Qualche criminale informatico ha estratto il suo nome, cognome e numero di carta dai database, li ha poi associati e ora sta tentando di addebitarle la spesa».

«Cosa possiamo fare?» chiedo.

«Innanzitutto verifichi se ha ricevuto un sms con l’avviso che le abbiamo inviato. Dovrebbe essere presente il mio codice operatore.

Effettivamente era così. Il messaggio diceva «Gentile Cliente, la sua carta di credito che termina con *XXXX è stata bloccata per motivi di sicurezza. Verrà contattato da un nostro operatore entro 10 minuti. Codice operatore 373710.

L’operatore prosegue: «Ora le invio un altro sms con cui le comunico che diamo il via alla procedura di storno».

Ricevo quindi un secondo sms con cui mi si dice: «Gentile cliente, la sua pratica di storno per le operazioni fraudolente è stata aperta con successo. Segua le disposizioni del nostro operatore. Numero di pratica 8985512456».

Poi il tizio continua: «Dobbiamo bloccare la carta di credito così possiamo stornarle l’importo».

«Mi restituite i soldi?»

«Si certo, ma prima deve fare come le dico io».

«Va bene» rispondo.

«Innanzitutto dobbiamo fare un’intervista telefonica in cui lei dichiara di disconoscere il pagamentoe di volere il blocco della sua carta di credito. Le chiederò poi di confermare che non ha eseguito lei il pagamento. Le faccio una domanda: può controllare se ha con sé la carta di credito o se l’ha smarrita?».

Verifico velocemente nel portafogli e gli confermo di esserne ancora in possesso.

Poi parte l’intervista telefonica, fatta proprio a dovere, con tutti i crismi.

Dopodiché il signore – sempre con la voce grave – mi invita ad aprire l’app della mia banca.

Mi dice: «Ora faccia come le dico io. Clicchi sulla notifica push che le arriva».

Mi compare una notifica sull’app che mi invita ad accettare un pagamento di 800 euro.

Lì mi blocco.

«Scusi, il messaggio mi dice di accettare il pagamento, non lo storno».

Lui risponde: «Sì: prima passiamo all’addebito e subito dopo le restituiamo i soldi».

Mi paralizzo perché mi sa di storia già vista. Gli dico: «Lei al posto mio autorizzerebbe un pagamento di 800 euro sul suo conto sulla semplice promessa di restituzione? Io non so con chi sto parlando. Potrebbe essere lei stesso il criminale. Mi dica allora quando sono nato per capire che è dell’Antifrode o mi riveli la domanda di sicurezza che mi fanno quando sono io a chiamare».

«No, non posso dirglieli per motivi di privacy?»

«Ma scusi… sono io l’interessato. Non lede alcuna privacy».

«Ma la chiamata potrebbe essere intercettata da un terzo. Comunque io so chi è lei, ho anche la sua mail»

«Quella ce l’hanno cani e porci» rispondo.

«Guardi – mi dice – io sono qui per aiutarla. Se non vuole, può anche subire l’addebito e poi andrà domani alla polizia a sporgere querela e attenderà i tempi biblici della sua banca per la restituzione della somma».

Io lapidario gli risponde: «Mi perdoni. Se lei non si fida di me, io non mi fido di lei. Quindi mi dia un quarto d’ora per chiamare alla mia banca in modo da accertarmi della sua identità. Così poi la richiamo».

«La richiamo io – replica – perché da questo numero possiamo solo effettuare telefonate e non riceverle. Comunque le do cinque minuti al massimo perché poi ho altre chiamate». Strano che la mia banca, che dice di volermi aiutare, non è disposta a rispettare i miei tempi.

Così chiudo e telefono al numero verde che c’è dietro la mia carta di credito. E lì mi confermano che risultava effettivamente una richiesta di addebito a mio nome di 800 euro, ma che era in attesa di autorizzazione. Autorizzazione che avrei dato io se avessi accettato quella notifica push arrivata sull’app.

Insomma, sono riuscito a sventare la truffa. Intanto il tizio, proprio allo scadere del quinto minuto, provava a chiamarmi, trovando occupato, per poi dileguarsi per sempre.

Come evitare le truffe

Questa storia è un invito stare molto attenti a queste truffe. I criminali giocano sull’effetto “sorpresa”, sul fatto che la vittima non sa come muoversi, soprattutto in un giorno o in un orario in cui gli uffici sono chiusi. E siccome a nessuno piace perdere tempo in pratiche e scartoffie, la telefonata sembra essere una mano dal cielo. Ma proprio quella mano serve per amputare la vostra.

Ricordate questi avvertimenti:

  • non cliccate mai su alcun link o messaggio che vi arriva;
  • se qualcuno vi chiama per dirvi che è dell’antifrode della banca, interrompete la chiamata e telefonate voi stessi al numero verde: non c’è nulla che non possiate fare iniziando la procedura da capo, su vostra stessa iniziativa;
  • non vi fidate mai. Se davvero l’operatore è della vostra banca dovrebbe vedere a schermo le vostre ultime movimentazioni, i pagamenti che avete eseguito di recente. E potete chiedergli una conferma, per controllare la sua identità.
 
Pubblicato : 27 Novembre 2023 17:30