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La mediazione obbligatoria è illegale?

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(@mariano-acquaviva)
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La legge può imporre ai cittadini di intraprendere una costosa procedura conciliativa prima di fare ricorso al giudice?

La legge prevede diverse forme di risoluzione alternativa alle controversie: si tratta di strumenti che tendono a favorire la riconciliazione tra le parti, evitando così di intraprendere un lungo e costoso procedimento giudiziario. Una delle più note è senza dubbio la mediazione, prevista dalla legge per una serie molto cospicua di controversie. Il problema è che per sedersi al tavolo del mediatore occorre non solo pagare un indennizzo iniziale ma anche essere assistiti da un avvocato, il quale ha ovviamente diritto al compenso. È in questo contesto che si pone la seguente domanda: la mediazione obbligatoria è illegale?

Come vedremo, ci sono diverse sentenze della giurisprudenza che ritengono illegittimo imporre ai cittadini di intraprendere una costosa conciliazione prima di fare ricorso al giudice. Questo modo di procedere lederebbe il diritto delle persone a un’effettiva tutela giudiziale visto che, prima di bussare alle porte della magistratura, occorrerebbe spendere denaro per tentare la mediazione obbligatoria. Approfondiamo l’argomento.

Cos’è la mediazione?

La mediazione è una procedura conciliativa che la legge ha previsto come obbligatoria quando l’oggetto della controversia riguarda determinate materie, come ad esempio il condominio, l’eredità, la locazione, la divisione, il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica o i contratti assicurativi e bancari [1].

In buona sostanza, quando la mediazione è obbligatoria, non è possibile fare immediatamente ricorso al giudice in quanto il tentativo di conciliazione è previsto come condizione di procedibilità della successiva azione giudiziaria.

Mediazione: l’avvocato è obbligatorio?

La mediazione obbligatoria prevede l’assistenza, anch’essa obbligatoria, dell’avvocato di fiducia.

In pratica, non è possibile andare in mediazione senza essere rappresentati dal proprio legale.

Ciò significa che il cittadino che ritiene di essere stato leso nei propri diritti dovrà:

  • nominare un avvocato;
  • invitare la controparte a partecipare a un incontro di mediazione;
  • in caso di esito negativo della conciliazione, andare in giudizio.

La mediazione obbligatoria è legale?

Sebbene sia prevista direttamente dalla legge, secondo una parte della giurisprudenza [2] la mediazione obbligatoria è illegale perché impone ai cittadini un ulteriore costo rispetto a quello che sono costretti a sostenere andando successivamente in giudizio.

Secondo questo orientamento, l’obbligo di una costosa mediazione viola il principio comunitario della tutela giurisdizionale effettiva [3], in quanto impone ai cittadini oneri eccessivi che, di fatto, scoraggiano il ricorso alla giustizia, precludendola ai meno abbienti.

Per tale ragione, più di una volta i giudici hanno ritenuto opportuno disapplicare la norma di legge che impone la mediazione come condizione di procedibilità della successiva azione giudiziaria, ritenendola in contrasto con i principi comunitari.

In questo senso anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, secondo la quale le procedure di conciliazione sono legittime se non generano costi ingenti per le parti [4].

Sposando questa tesi, la giurisprudenza italiana ha ritenuto illegittime anche altre forme di procedure conciliative obbligatorie, come ad esempio la negoziazione assistita [5].

Mediazione obbligatoria: perché è legale?

L’orientamento giurisprudenziale appena illustrato, cioè quello che ritiene illegale la mediazione obbligatoria che impone costi rilevanti ai cittadini, non è tuttavia pacificamente condivisa.

Secondo altra tesi [6], infatti, la mediazione obbligatoria sarebbe pienamente compatibile con il diritto comunitario, non rappresentando un ostacolo per il cittadino che vuole ricorrere alla giustizia.

Le ragioni a sostegno di questo orientamento sono molteplici. Innanzitutto, i costi di avvio della mediazione sono ridotti (in genere, una cinquantina di euro), mentre quelli inerenti agli eventuali incontri successivi non sono comunque esorbitanti.

In secondo luogo, nel caso in cui il procedimento di mediazione si concluda positivamente con il raggiungimento di un accordo, la parte avrà conseguito un risultato quantomeno equiparabile, sul piano della tutela dei diritti, a quello che avrebbe ottenuto con una soluzione giudiziale della controversia, con la differenza di aver sostenuto dei costi di gran lunga inferiori a quelli che avrebbe dovuto affrontare in caso di giudizio.

In terzo luogo, seppur vero che la mediazione necessita dell’assistenza dell’avvocato, la Corte Costituzionale [7] ha ammesso la possibilità di ricorrere al gratuito patrocinio anche in fase di conciliazione obbligatoria.

Ciò significa che le persone meno abbienti possono andare in mediazione con l’assistenza gratuita del proprio difensore di fiducia.

Infine, la legge ha riconosciuto un credito d’imposta pari a 250 euro a favore di chi tenta la mediazione (anche se, va detto, la sua concreta determinazione dipende dal valore della controversia, dalla disponibilità di fondi da parte dello Stato e dal numero delle richieste).

 
Pubblicato : 30 Dicembre 2023 13:00