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La legge sui debiti e la protezione dei consumatori

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(@paolo-remer)
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Cosa succede a chi non riesce a pagare i debiti; come ottenere l’esdebitazione con la legge sul sovraindebitamento; quali tutele per gli acquisti di prodotti a rate e per i mutui, finanziamenti e prestiti.

Le persone medie non sono sprovvedute, ma quando agiscono in qualità di consumatori si trovano in una condizione di inferiorità nei confronti delle grandi imprese, dovuta al minor peso economico, e al correlativo basso potere contrattuale, ed anche all’asimmetria informativa, che favorisce i soggetti “forti”, come banche, compagnie di assicurazioni, società finanziarie e grandi catene di distribuzione di prodotti commerciali.

Così capita spesso di fare il passo più lungo della gamba e di trovarsi indebitati senza saperlo, accorgendosi del fenomeno soltanto quando non si riesce più a rimborsare le rate, i pagamenti in scadenza si accumulano e i creditori bussano alla porta a colpi di diffide legali, lettere di messa in mora, decreti ingiuntivi e pignoramenti di beni, stipendi e pensioni. Si tratta, allora, di conoscere cosa prevede e come funziona la legge sui debiti e la protezione dei consumatori.

Conoscendo gli strumenti applicabili, ci sono buone probabilità di uscire indenni, o quasi, dalla propria grave e triste situazione debitoria. In particolare, c’è una protezione anticipata dei debitori, offerta dalle garanzie legali previste nel Codice del consumo, ed una tutela successiva, prevista dalla legge sul sovraindebitamento, conosciuta anche come “salvasuicidi”, e che dopo un decennio di applicazione è stata ulteriormente potenziata.

Iniziamo proprio da questa, che riguarda le ipotesi patologiche, e dunque i casi più gravi, quelli in cui l’inadempimento si è già verificato e i creditori hanno già intrapreso le azioni di recupero. Ma prima di tutto vediamo cosa succede se non si riesce a pagare i propri debiti, e cosa si rischia di dover subire.

Cosa succede se non riesco a pagare un debito?

Se non riesci a pagare un debito entro le scadenze previste, il creditore può attivare una procedura di pignoramento dei beni, mobili o immobili, compresi gli stipendi, le pensioni e le somme depositate sui conti correnti bancari e postali.

Se il credito è munito di prova scritta (ad esempio, un contratto firmato) il creditore può agire con un decreto ingiuntivo, notificandolo al debitore, insieme all’atto di precetto (che deve precedere il pignoramento), e che consiste in un’intimazione a pagare il dovuto entro 10 giorni; se il debitore non salda e non si oppone instaurando una causa civile, parte il pignoramento e si arriva così all’esecuzione forzata mediante espropriazione, che, a seconda dei casi, può essere mobiliare, immobiliare (con la vendita all’asta giudiziaria) o presso terzi (quest’ultima riguarda i crediti del debitore, ad esempio il suo stipendio ed il Tfr, che vengono assegnati al creditore procedente).

Ci sono però dei limiti al pignoramento: alcuni beni essenziali, come quelli che servono per le esigenze elementari di vita e di sussistenza del debitore, o sono indispensabili per l’esercizio della sua attività, non sono pignorabili; la casa destinata ad abitazione è soggetta a limiti di valore (ma solo se il creditore è il fisco), e per le somme accreditate come stipendio o pensione non si possono superare determinate percentuali stabilite dalla legge, con importi periodicamente rivalutati. Leggi qui quali sono i limiti pignoramento nel 2023.

Per ulteriori informazioni – ad esempio, per sapere quando si finisce nella lista dei “cattivi pagatori” e quali debiti passano agli eredi o si estinguono con la morte del debitore originario – leggi “Debiti: come funzionano“.

Come liberarsi dai debiti

La legge sul sovraindebitamento consente di ridurre l’ammontare dei debiti accumulati, ed anche di dilazionare i pagamenti residui nel corso del tempo. Queste possibilità – tecnicamente chiamate di esdebitazione – riguardano non solo i consumatori, ma anche i piccoli imprenditori commerciali, con un attivo patrimoniale inferiore a 300mila euro.

Occorre sempre dimostrare – con una relazione sottoscritta da un professionista abilitato – di trovarsi in difficoltà finanziarie gravi, non transitorie e dunque non risolvibili se non mediante questi strumenti, che consistono in un accordo di composizione della crisi o  in un piano di ristrutturazione dei debiti (detto anche piano del consumatore), secondo una particolare procedura giudiziaria che prevede l’intervento dei creditori e di un apposito organismo di mediazione.

In questo ambito, se il giudice ritiene il debitore “meritevole” potrà essere abbattuta una parte dei debiti che proprio risulta impossibile pagare con i propri redditi e disponibilità patrimoniali, e predisporre un piano di rientro per versare le somme rimanenti, a rate e fino a un massimo di 10 anni. Così diventa possibile liberarsi dai debiti e risanare la crisi che essi avevano provocato.

Per completezza, ti diciamo che una terza alternativa è quella della liquidazione dei beni del debitore, che saranno venduti per saldare i debiti: è la soluzione estrema, che richiede il consenso esplicito del debitore.

Trovi tutti i dettagli sui requisiti di accesso e sul meccanismo di funzionamento di queste tre fondamentali procedure di liberazione dai debiti nel nostro articolo “Legge sul sovraindebitamento: cosa prevede“. Per consigli utili, consulta anche la guida “Sovraindebitamento: come uscire dalla crisi“.

Diritti dei consumatori nel Codice del consumo

La tutela dei consumatori è disciplinata dal Codice del consumo, che stabilisce una serie di diritti dei consumatori e indica le modalità per esercitarli. Sono diritti riconosciuti in tutta l’Unione Europea e che l’Italia ha recepito sin dal 2005.

In particolare, i consumatori hanno diritto alla salute ed alla sicurezza, ad essere tutelati nei loro interessi economici, ad ottenere il risarcimento in caso di danni provocati dai prodotti o servizi acquistati, a godere di servizi pubblici efficienti, ed avvalersi della rappresentanza e protezione di associazioni.

Di recente quest’ultimo diritto è stato potenziato introducendo le cosiddette class action, azioni rappresentative di categoria, che possono essere promosse da gruppi di consumatori mediante le apposite associazioni che tutelano gli interessi collettivi in settori particolarmente delicati, come l’e-commerce e l’energia, con illeciti che travalicano le frontiere nazionali e pertanto richiedono una protezione a livello comunitario.

I diritti dei consumatori contemplati nel Codice del consumo vengono in rilievo soprattutto nei casi in cui consentono il diritto di recesso, o di ripensamento, per i prodotti acquistati a distanza, la risoluzione del contratto ed il rimborso del prezzo in caso di gravi difetti di conformità del prodotto, il divieto di pubblicità ingannevole, l’obbligo di comunicazione preventiva del Taeg (Tasso annuo effettivo globale, comprensivo di tutte le spese, oneri e commissioni) in caso di acquisti con pagamento rateale.

Diritti dei consumatori per i debiti finanziari

Con specifico riferimento ai debiti finanziari, vengono in rilievo anche le norme contenute nel Testo Unico Bancario, che disciplina le modalità di erogazione di mutui, finanziamenti e prestiti e le varie forme di credito al consumo per l’acquisto di prodotti o servizi di qualsiasi genere, dalla casa agli elettrodomestici, se l’operazione è assistita da un finanziamento concesso dal venditore o da una società ad esso collegata o, nel caso degli immobili, dalla banca mutuante.

Le violazioni compiute dagli intermediari creditizi (banche, società finanziarie ed altri operatori professionali), come la previsione di interessi a tassi usurari o l’imposizione di clausole abusive ed illegittime (ad esempio, la cosiddetta “fideiussione omnibus“), comportano la nullità, o l’annullabilità, del contratto di mutuo, finanziamento o prestito stipulato dal consumatore, con la conseguenza che il debito cade e il suo rimborso non sarà più dovuto, neanche da parte dell’eventuale garante che aveva assistito il debitore principale con il suo patrimonio personale. Leggi, ad esempio, quando il mutuo fondiario è nullo per sovrafinanziamento.

 
Pubblicato : 17 Aprile 2023 15:00