Ipnotizzare una persona è reato?
È legale usare l’ipnosi? Stato di incapacità procurato mediante violenza: com’è punito? In quali casi è reato anche col consenso dell’ipnotizzato?
Nei film e telefilm abbondano i “cattivi” che fanno uso dei più disparati stratagemmi per realizzare i propri scopi illeciti. Tra le tecniche criminali più diffuse c’è anche l’ipnosi. In realtà, si tratta di una procedura del tutto legale che, però, può tramutarsi in un grave delitto se fatto contro il volere della persona indotta in stato di trance. Ma c’è di più: il reato potrebbe scattare perfino quando l’ipnosi è fatta col consenso del diretto interessato. Sorge allora spontanea una domanda: quando ipnotizzare una persona è reato?
Come anticipato, la legge prevede due tipi di reato diverso: l’ipnosi indotta senza consenso e quella praticata, invece, d’intesa con chi si sottopone a questa speciale procedura. In quest’ultima circostanza, però, l’illecito scatta solamente se sussiste un pericolo concreto per l’incolumità dell’ipnotizzato. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prenditi solo cinque minuti di tempo per proseguire nella lettura: vedremo insieme quando è reato ipnotizzare una persona.
Cos’è l’ipnosi?
Si può definire l’ipnosi come l’induzione in un individuo dello stato di trance o dell’alterazione dello stato di coscienza.
L’ipnosi può essere indotta da un’altra persona oppure dal soggetto stesso (in questo caso si parla di autoipnosi).
L’ipnosi è una condizione molto simile al sonno, visto che il soggetto ipnotizzato si trova privo di coscienza e di volontà.
La differenza tra ipnosi e sonno è però che nell’ipnosi la concentrazione del soggetto non è ridotta, tant’è vero che l’ipnotizzato è ricettivo agli stimoli esterni, potendo perfino eseguire dei comandi.
Ipnosi: a cosa serve?
L’ipnosi è utilizzata sostanzialmente per fini terapeutici, soprattutto in ambito psichico o psicologico. In questi casi, si parla di ipnoterapia.
In realtà, sono in molti a dubitare della reale efficacia e utilità dell’ipnosi, relegandola a una specie di “pseudo-scienza” e a fenomeno meramente psicosomatico.
Ipnosi: quando è reato?
L’ipnosi è reato quando praticata senza il consenso della persona che la subisce. In questo caso la legge punisce il fatto di aver messo in stato d’incapacità d’intendere o di volere un individuo che non aveva prestato alcun permesso.
Per la precisione, il Codice penale [1] punisce con la reclusione fino a un anno chi, mediante suggestione ipnotica, somministrazione di sostanze alcooliche o stupefacenti o con qualsiasi altro mezzo, pone una persona, senza il suo consenso, in stato d’incapacità d’intendere o di volere.
Insomma: il solo fatto di ridurre in stato di incoscienza una persona costituisce reato, anche se poi la vittima non subisce alcun danno, ad esempio non viene picchiata oppure derubata.
Lo stato di incoscienza può essere provocato non solo con l’ipnosi vera e propria, ma con qualsiasi mezzo. Commette quindi questo reato anche chi fa ubriacare un’altra persona solo per farle perdere i sensi o ridurla in uno stato di forte debolezza, assimilabile all’incapacità.
Ipnosi: quando il consenso non è valido?
Come visto, il reato scatta se non c’è il consenso della persona ipnotizzata o ridotta in stato di incoscienza. Per legge, però, è ugualmente reato, anche se c’è il consenso, ipnotizzare o indurre in stato d’incapacità d’intendere o di volere:
- minorenni;
- persone inferme di mente o che si trovano in uno tale stato anche in maniera transitoria, ad esempio per via dell’abuso di alcol o di droghe;
- persone il cui consenso è stato estorto con violenza, con minaccia o carpito con l’inganno.
Praticamente, in queste ipotesi la legge non ritiene valido il consenso all’ipnosi, in quanto prestato da persone immature oppure incapaci di acconsentire in maniera davvero libera.
Ipnosi: quando il reato è aggravato?
Per la legge, l’ipnosi della persona non consenziente costituisce un reato ancora più grave (punito con la reclusione fino a cinque anni) se:
- il colpevole ha agito col fine di far commettere un reato;
- la persona resa incapace commette effettivamente un delitto.
Dunque, chi si avvale dell’ipnosi o di altre tecniche volte a rendere incapace di intendere o di volere una persona con l’intento di utilizzare la vittima per la commissione di un reato, è punito in maniera particolarmente severa.
Ipnosi: quando è reato nonostante il consenso?
Esiste poi un altro caso in cui l’ipnosi è reato nonostante il consenso dell’ipnotizzato: ciò accade quando l’incolumità della persona resa incosciente sia messa a rischio. In questa ipotesi è previsto l’arresto da uno a sei mesi o l’ammenda da 30 a 516 euro [2].
Ad esempio, commette questo reato chi, dopo aver ridotto in stato di trance un suo amico con il consenso di questi, induca poi l’incosciente ad attraversare la strada mentre passano le auto, oppure a camminare lungo il bordo di un cornicione.
Il reato è escluso se c’è pericolo per l’incolumità della persona che ha prestato il consenso all’ipnosi, ma questa è stata fatta a scopo scientifico o di cura da chi esercita una professione sanitaria.
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