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Inviare foto horror è reato?

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(@mariano-acquaviva)
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Quando è legale scattare e condividere fotografie? Quando c’è violazione della privacy? Mandare foto macabre e raccapriccianti costituisce reato?

Una manciata di secondi. Tanto basta per inviare un messaggio oppure una foto a una persona che sta all’altro capo del mondo. Ciò è ovviamente possibile grazie a internet e ai moderni smartphone, telefonini in grado di compiere praticamente qualsiasi prodigio. La facilità con cui si possono compiere queste azioni fa dimenticare ad alcuni che ci sono dei limiti da rispettare, superati i quali si può perfino infrangere la legge. Con questo articolo rispondere in particolare alla seguente domanda: inviare foto horror è reato?

Mettiamo il caso che, per fare uno scherzo, tu decida di mandare un’immagine particolarmente macabra a una persona che non conosci; questa, sconvolta dalla paura, chiama subito i carabinieri, pensando che qualcuno la stia minacciando. Il tuo gesto è perseguibile penalmente? Potresti essere denunciato per ciò che hai fatto? Inviare foto horror è reato? Scopriamolo insieme.

Inviare foto col cellulare: è legale?

Scattare e poi inviare foto col proprio cellulare è legale se c’è il consenso della persona fotografata.

Non è invece possibile immortalare un individuo e poi pubblicare o diffondere la foto senza permesso: la legge [1] stabilisce infatti che il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa.

Ciò vale anche se la foto è scattata in un luogo pubblico: la diffusione dell’immagine è consentita solamente se c’è il consenso del soggetto immortalato oppure se quest’ultimo viene reso irriconoscibile. Altrimenti, è possibile scattare la foto, ma questa deve rimanere privata, nel senso che non deve circolare, neppure su WhatsApp.

Insomma, scattare e poi inviare foto col cellulare è legale se c’è il consenso della persona ritratta; senza consenso, è possibile solamente scattarla se ci si trova in un luogo pubblico (una piazza, ad esempio), ma non è possibile divulgarla.

Inviare foto col cellulare: quando c’è reato?

La diffusione di immagini WhatsApp senza consenso è reato se viene fatta con lo specifico scopo di danneggiare la persona ritratta oppure di trarne un profitto personale: in questi casi c’è violazione della privacy penalmente perseguita. Nello specifico, la pena è la reclusione da sei mesi a un anno e mezzo [2].

Al contrario, inviare o diffondere foto senza consenso ma anche senza lo scopo di provocare un danno o di trarne un vantaggio costituisce un semplice illecito civile punito con l’obbligo di rimuovere la foto e di pagare il risarcimento, come visto nel paragrafo precedente.

Inviare foto col cellulare è reato anche quando si intende diffamare una persona. Si pensi a chi fotografa una persona mentre si trova in bagno e poi la divulga solo per deriderla.

Se poi l’immagine riguarda un momento di intimità, allora può scattare il grave reato di revenge porn.

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Inviare foto senza consenso: che fare?

È reato inviare foto horror?

È reato inviare o condividere immagini horror? Si pensi a chi, per scherzo, invii ai propri contatti foto di teschi o di persone morte. Una condotta del genere può essere denunciata?

Inviare foto horror può integrare il reato di minacce se lo scopo è quello di intimidire chi le riceve. Ad esempio, inviare a una persona la foto raccapricciante dell’esecuzione di una condanna a morte oppure di una fossa piena di cadaveri, corredando le immagini con frasi del tipo “Presto toccherà a te”, integra senza dubbio il reato di minaccia, punito con la reclusione fino a un anno [3].

Lo stesso accade se l’immagine orrorifica, pur priva di commenti, sia già di per sé capace di intimidire il destinatario perché si inserisce in un contesto fatto già di precedenti minacce.

Si pensi a due vicini di casa che sono in lite da tempo per questioni di confini: se uno di loro manda all’altro foto horror, esse verranno ovviamente percepite come minacciose. Tanto basta a far scattare il reato.

L’invio ripetuto di foto raccapriccianti può anche integrare il delitto di stalking, se le immagini sono idonee a creare un profondo stato d’ansia nella vittima oppure a farle temere per la propria o altrui incolumità [4].

Si pensi all’uomo rifiutato dalla compagna che, per vendicarsi, mondi continue foto macabri rappresentanti donne morte violentemente.

Chi invia o condivide foto spaventose può essere denunciato per il reato di procurato allarme [5], se il fatto mette in allerta le forze dell’ordine o qualsiasi altra autorità pubblica.

Ad esempio, è stato segnalato per questo reato un ragazzo che, per divertirsi alle spalle delle ignare vittime, ha condiviso con tutti i passeggeri del volo aereo foto macabre di teschi e persone morte, generando il panico e costringendo il pilota a rimandare il decollo.

Tanto è bastato per far scattare la denuncia per procurato allarme: l’invio e la condivisione di foto orrorifiche ha infatti suscitato allerta non solo tra i passeggeri ma anche tra il personale di volo, il quale ha subito segnalato il fatto alla polizia.

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Pubblicato : 11 Dicembre 2022 13:24