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Investitori professionali: chi sono?

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(@antonio-pagano)
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Tutto ciò che c’è da sapere sulla figura dell’investitore professionale: requisiti ed attività svolte.

Gli investitori professionali sono i clienti professionali privati, i clienti professionali pubblici, nonché coloro che su richiesta possono essere trattati come clienti professionali [1].

I clienti professionali privati sono definiti come coloro che possiedono l’esperienza, le conoscenze e la competenza necessarie per prendere consapevolmente le proprie decisioni in materia di investimenti e per valutare correttamente i rischi che assume. [2].

Clienti professionali di diritto

Sono clienti professionali di diritto:

(1) i soggetti che sono tenuti ad essere autorizzati o regolamentati per operare nei mercati finanziari, siano essi italiani o esteri quali: banche, imprese di investimento, altri istituti finanziari autorizzati o regolamentati, imprese di assicurazione, organismi di investimento collettivo e società di gestione di tali organismi, fondi pensione e società di gestione di tali fondi, negoziatori per conto proprio di merci e strumenti derivati su merci, soggetti che svolgono esclusivamente la negoziazione per conto proprio su mercati di strumenti finanziari e che aderiscono indirettamente al servizio di liquidazione, nonché al sistema di compensazione e garanzia (locals), altri investitori istituzionali e agenti di cambio

(2) le imprese di grandi dimensioni che presentano a livello di singola società, almeno due dei seguenti requisiti dimensionali:

  • totale di bilancio: 20 000 000 EUR
  • fatturato netto: 40 000 000 EUR
  • fondi propri: 2 000 000 EUR

(3) gli investitori istituzionali la cui attività principale è investire in strumenti finanziari, compresi gli enti dediti alla cartolarizzazione di attivi o altre operazioni finanziarie.

Pertanto sono in automatico (per disposto normativo) investitori professionali tutti quei soggetti autorizzati ad operare sui mercati finanziari, siano essi italiani o esteri e quindi certamente banche, imprese di investimento, altri istituti finanziari autorizzati o regolamentati, ma anche imprese di assicurazione, fondi di investimento, fondi pensione e società di gestione di tali fondi, come le Sim o le Sicav.

Ma lo sono anche le imprese di grandi dimensioni aventi, contemporaneamente un bilancio di 20.000.000 € ed un fatturato netto di 40.000.000 o fondi propri per € 2.000.000.

In ultimo, sicuramente lo sono investitori istituzionali (BCE, Banca d’Italia, etc.) la cui attività principale è investire in strumenti finanziari, comprese le società di cartolarizzazione di crediti [3].

Clienti professionali su richiesta

Sono invece clienti professionali su richiesta i clienti diversi che possiedono almeno due dei seguenti requisiti:

  1. effettuazione di operazioni di dimensioni significative sul mercato in questione con una frequenza media di 10 operazioni al trimestre nei quattro trimestri precedenti
  2. il valore del portafoglio di strumenti finanziari, inclusi i depositi in contante, superiore a 500.000 EUR
  3. impiego attuale o passato nel settore finanziario per almeno un anno in una posizione professionale che presupponga la conoscenza delle operazioni o dei servizi previsti

Quindi si parificano agli investitori professionali quei soggetti che, contemporaneamente, effettuano un certo numero di transazioni finanziarie di importo significativo (almeno 10 ogni 3 mesi, di importo superiore a 500.000 €).

Come si riconosce un investitore professionale?

La risposta è abbastanza semplice per quanto concerne gli investitori qualificati dalla normativa di settore: impossibile dubitare che una Banca commerciale o una Banca d’affari, un fondo pensioni o un hedge fund siano investitori istituzionalizzati.

Più complesso e controverso è riconoscere gli investitori della seconda tipologia, semplicemente perché le transazioni che operano non sono conosciute o conoscibili dai terzi e dalle persone che si rivolgono a questi soggetti e perché anche l’ampiezza del loro portafoglio non è di immediata quantificazione, per la considerazione che alcuni investimenti in essere possono avere una portata diversa a seconda che si consideri la durata che comportano e la valutazione che il mercato ne fa in determinati moderni.

Quindi il consiglio è di rivolgersi in prima battuta sempre ad investitori qualificati, che hanno anzitutto struttura e garanzie per tutelare la loro clientela da investimenti rovinosi propri o commissionati, ed hanno altresì strategie di investimento diversificate a seconda della dimensione del cliente e della sua propensione al rischio.

A proposito di quest’ultimo aspetto, incombe per la nuova direttiva europea sui servizi d’investimento sugli investitori [4] il cosiddetto obbligo di profilatura della clientela.

La normativa citata ha suddiviso la clientela su tre livelli: clienti al dettaglio, clienti professionali e controparti qualificate. La nuova classificazione della legislazione comunitaria traccia in funzione della attribuzione di “cliente” una specifica forma di protezione.

La valutazione dell’adeguatezza nella Direttiva MiFID viene condotta attraverso 4 parametri che costituiscono altrettante classi di profilo di situazione finanziaria:

a) fonte e consistenza del reddito regolare; b) attività, comprese le attività liquide; c) investimenti e beni immobili; d) impegni finanziari regolari.

Più spinoso ed arduo di tutti è il requisito – per quelli che la normativa definisce cleinti professionali su richiesta – la conoscenza delle operazioni o dei servizi previsti: è palese come questo requisito sia difficilmente accertabile e verificabile in quelli che vengono definiti investitori “retail” o investitori al dettaglio, tutti quei risparmiatori e/o imprese, società o altri enti che operano come intermediari per effettuare in proprio e per conto di terzi investimenti di tipo finanziario.

 
Pubblicato : 16 Agosto 2023 05:30