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Invalidità: come contestare gli accertamenti della commissione medica?

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(@mariano-acquaviva)
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Cosa fare se l’Inps non riconosce l’handicap oppure l’invalidità? Cos’è l’accertamento tecnico preventivo? Come fare ricorso al Consulente tecnico d’ufficio?

Per ottenere i benefici previsti dalla legge a favore delle persone invalide o con handicap occorre superare una visita presso la commissione medica dell’Inps. Con il presente articolo vedremo come contestare il verbale negativo, sia in via amministrativa che giudiziaria.

Invalidi civili e portatori d’handicap: differenze

Per invalidi civili si intendono i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenie di carattere organico o dismetabolico, insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età [1].

Quanto, invece, alla nozione di portatore di handicap, la legge prevede che è persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che é causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione [2].

La differenza è la seguente: mentre l’invalidità civile fa riferimento al grado di incidenza della patologia sulla capacità lavorativa, l’handicap indica le difficoltà d’inserimento sociale della persona malata.

Commissione medica Inps: cos’è?

Per poter beneficiare delle forme assistenziali previste dall’ordinamento italiano è necessario che l’invalidità civile o lo stato di handicap vengano accertati da un’apposita commissione medica, la quale si riunisce presso la sede provinciale dell’Inps.

Il collegio medico deve essere composto da cinque medici: uno specialista in medicina legale, altri due medici di cui uno specialista in medicina del lavoro, un medico di rappresentanza della categoria interessata all’accertamento e un medico dell’Inps.

È bene precisare che, secondo l’orientamento consolidato della giurisprudenza, il verbale della commissione medica ha natura di atto pubblico e fa piena prova fino a querela di falso. Ciò vuol dire che, per contestare la legittimità formale del verbale rilasciato a seguito della visita, si dovrà avviare una causa mediante la proposizione della cosiddetta querela di falso e si dovrà dimostrare la falsità del verbale.

A tal fine è ammesso qualsiasi mezzo di prova, anche quelle testimoniali.

Come contestare il verbale della commissione Inps?

Chi intende contestare la valutazione della commissione medica Inps ha due possibili vie: la domanda di revisione ed il ricorso per l’accertamento tecnico preventivo. Analizziamole entrambe.

La domanda di revisione

Quanto alla revisione, è bene precisare che di norma la persona affetta da invalidità o da handicap è sottoposta a visita di revisione qualora l’invalido sia un minore, quando vi sia una diagnosi provvisoria o una menomazione soggetta a miglioramento. Si pensi al malato oncologico che, a seguito della chemioterapia, sia del tutto guarito.

Tuttavia, se il verbale della commissione medica Inps è negativo, è sempre possibile fare nuova istanza amministrativa per essere richiamati a visita, magari allegando documentazione medica che attesti l’aggravamento delle condizioni di salute.

Il ricorso per l’accertamento tecnico preventivo

Un’altra via perseguibile consiste nel richiedere un accertamento tecnico preventivo. L’atp rappresenta una condizione di procedibilità (cioè una fase anteriore al giudizio vero e proprio) per poter impugnare il verbale della commissione medica innanzi al giudice.

L’accertamento tecnico preventivo si propone con ricorso e si traduce in una causa innanzi al giudice, caratterizzata da tempi più ridotti. Mediante questa procedura, che costituisce un passaggio indispensabile per poter avviare il processo, il ricorrente chiede al giudice di nominare un consulente tecnico d’ufficio (in altre parole un medico esperto nella patologia da esaminare) il quale ha il compito di accertare la correttezza o meno della valutazione compiuta dalla commissione sanitaria.

Qualora la relazione del ctu sia favorevole alle richieste del ricorrente e la controparte (cioè l’Inps) non faccia opposizione, il giudice emetterà il decreto di omologa che non è passibile di impugnazione; nel caso contrario sarà possibile impugnare il provvedimento conclusivo del procedimento ed avviare una vera e propria causa di primo grado (cosiddetto ricorso di merito).

Il ricorso per l’accertamento tecnico preventivo deve essere proposto entro il termine di sei mesi dalla data in cui l’interessato ha ricevuto il verbale per posta.

Ricorso Atp: quanto costa?

L’intera attività descritta nel precedente paragrafo deve essere svolta con l’ausilio di un avvocato e prevede che i costi relativi alla spese processuali e a quello dell’avvocato siano sostenuti dal ricorrente. Tuttavia il legislatore, al fine di consentire l’accesso alla giustizia anche ai meno abbienti, ha disposto l’istituto del cosiddetto gratuito patrocinio: in altre parole, le persone che non superano un determinato tetto reddituale annuo potranno adire il giudice gratuitamente. Attualmente il limite di reddito entro cui si può beneficiare del gratuito patrocinio è di 11.746,68 euro.

Il contributo unificato da versare per l’iscrizione a ruolo della causa è pari a 43 euro. Non è dovuto nulla se il reddito familiare del ricorrente non è superiore a 35.204,79 euro.

Il ricorrente con un reddito familiare inferiore a 23.469,86 euro non paga le spese di soccombenza: ciò significa che, se la causa dovesse andare male, il soggetto che ha impugnato il verbale negativo non dovrebbe pagare nulla all’Inps a titolo di spese legali, né tantomeno i costi legati alla Ctu.

 
Pubblicato : 23 Aprile 2023 17:49