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Indebito retributivo: va restituito, ma al netto delle imposte

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(@valentina-azzini)
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Ho ricevuto una retribuzione maggiore di quella spettante e ora l’azienda sta recuperando le somme erogate in eccesso, il cui importo non mi è chiaro, mediante ingenti trattenute mensili sulla busta paga: è legittimo? 

Quando si riceve una somma di denaro non dovuta pure maggiore rispetto a quella concordata tra le parti, si verifica un indebito.

Per indebito si intende dunque un pagamento corrisposto per errore e, in tutto o in parte, non dovuto, che dunque può legittimamente essere chiesto in restituzione a chi lo ha ricevuto, entro il termine di dieci anni dalla su esecuzione, a pena di prescrizione del relativo diritto.

Anche in ambito lavorativo può verificarsi un indebito quando l’azienda corrisponde al lavoratore una retribuzione maggiore rispetto a quella effettivamente spettante e contrattualmente concordata dalle parti.

In questi casi, si parla di “indebito retributivo” e l’azienda, sempre entro il termine di prescrizione decennale, può richiedere la restituzione al proprio dipendente.

Affinchè la richiesta di restituzione sia legittima è però necessario che l’indebito da cui trae origine sia frutto di un errore oggettivo dell’azienda e riconoscibile da parte del lavoratore.

Inoltre, le somme richieste in restituzione al lavoratore dovranno essere calcolate al netto delle imposte, potendo l’azienda,  con riferimento agli importi versati per conto del dipendente a titolo di Irpef, chiedere il relativo rimborso direttamente all’Agenzia delle Entrate, con separata istanza.

Le somme indebitamente erogate potranno, alle predette condizioni, essere quindi recuperate dall’azienda mediante trattenuta mensile operata sulla busta paga del dipendente.
Sul punto la legge non dispone specificamente in che misura possa essere operata la trattenuta finalizzata al recupero di somme indebitamente pagate. Tuttavia, da una lettura sistematica e per analogia delle norme che disciplinano la misura massima della trattenuta operabile sulla busta paga a titolo, ad esempio, di pignoramento, si desume che la decurtazione per il recupero dell’indebito non possa superare il quinto della retribuzione spettante al dipendente ogni singolo mese.

Nel caso in cui si verifichi un indebito retributivo, sarebbe pertanto opportuno che l’azienda lo comunicasse al dipendente con apposita lettera scritta, indicando precisamente l’importo netto che tratterrà dalle future buste paga e la misura della trattenuta che a tale titolo opererà.

Articolo tratto da una consulenza resa dall’Avv. Valentina Azzini 

 
Pubblicato : 15 Aprile 2023 13:00