Imu prima casa coniugi: quando spetta l’esenzione
Cosa succede quando marito e moglie, o due persone unite civilmente, hanno dimore e residenze diverse: la Corte Costituzionale abolisce i vincoli dell’unico nucleo familiare.
Perché una coppia di fidanzati che, seppur conviventi di fatto, hanno mantenuto formalmente distinte le loro residenze ha diritto all’esenzione Imu sulla prima casa per entrambe le abitazioni, mentre una coppia di coniugi o di persone civilmente unite, no? Deve averla pensata così la Corte Costituzionale quando, con una dirompente sentenza depositata oggi [1], ha dichiarato costituzionalmente illegittime le norme che finora penalizzavano i mariti e le mogli che, per vari motivi, abitano in luoghi diversi.
Per loro c’era una, e un’unica, prima casa ai fini del riconoscimento dell’esenzione Imu, che si basava sul luogo in cui i coniugi avevano stabilito il proprio «nucleo familiare» (che, evidentemente, non può essere multiplo): la coppia con due case doveva necessariamente scegliere quella che poteva beneficiare dell’esenzione, che spettava per un unico immobile, non due. Adesso, invece, l’esenzione spetta a entrambi i coniugi, in quanto ciascuno dei membri della coppia è considerato «possessore che risiede o dimora nei locali» destinati a propria abitazione principale. Risultato: si può avere l’esenzione Imu per entrambe le case.
Quando i coniugi possono avere residenze separate ai fini Imu
La Corte, ragionando in termini molto concreti, riconosce che al giorno d’oggi è cambiato profondamente il «contesto attuale» rispetto ai tempi in cui fu varata la norma agevolativa dell’esenzione Imu sulla prima casa, che faceva riferimento al concetto di luogo di residenza e dimora abituale del nucleo familiare, dando prevalenza al luogo in cui la coppia aveva deciso di vivere: la casa familiare, o tetto coniugale che dir si voglia.
Adesso, con la mobilità del mercato del lavoro, lo sviluppo dei mezzi di trasporto e della tecnologia, ci sono sempre più coppie che decidono di vivere in luoghi diversi, come i lavoratori fuori sede che vogliono evitare il pendolarismo e il rientro a casa tutte le sere. Questi coniugi che vivono a distanza, specialmente nei giorni feriali, di solito si ritrovano insieme nel weekend, e questo, secondo i giudici costituzionali, consente loro di rimanere «nell’ambito di una comunione materiale e spirituale». Quindi non basta più, per riconoscere l’esenzione Imu prima casa ai coniugi, ancorarsi al dato formale della residenza anagrafica comune e dell’unica dimora abituale per entrambi.
Esenzione Imu coniugi: le norme dichiarate incostituzionali
Così la Consulta ha dichiarato incostituzionale una norma della legge sull’Imu [2] che faceva riferimento al «nucleo familiare», così penalizzando le coppie sposate e quelle unite civilmente rispetto ai conviventi di fatto, che non trovavano ostacoli nel farsi riconoscere dal proprio Comune la rispettiva esenzione Imu sulla prima casa.
La norma ora dichiarata costituzionalmente illegittima disponeva che: «Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente». Adesso è stato espunto il riferimento al nucleo familiare, in modo che il testo normativo faccia riferimento, ai fini del riconoscimento dell’esenzione Imu, al solo «possessore» dell’immobile, e, quindi, sia al marito sia alla moglie (ovvero alle due persone civilmente unite) a prescindere dal “tetto” comune e dell’unicità della residenza e dimora: queste condizioni non sono più necessarie.
Ma, nella stessa prospettiva, la sentenza ha anche dichiarato costituzionalmente illegittima un’altra norma recentissima, introdotta nel 2019 e poi modificata nel 2021 [3], che, per arginare il fenomeno delle diverse residenze dei coniugi, aveva limitato l’esenzione a un solo immobile, così di fatto costringendo i coniugi a indicare su quale dei due scegliere per l’esenzione. Dopo l’intervento della Consulta questo vincolo è caduto, quindi marito e moglie che effettivamente vivono in abitazioni diverse possono ottenere entrambi il riconoscimento dell’esenzione Imu per la prima casa.
Esenzione Imu coniugi con residenze diverse: i controlli dei Comuni
Adesso sono cadute le norme che limitavano il riconoscimento del beneficio dell’esenzione Imu per entrambi i coniugi, ma non gli argini per i dovuti controlli contro i “furbetti”: come le coppie che cercano di far passare per abitazione principale anche la casa delle vacanze, in modo da ottenere anche per essa l’esenzione dal pagamento dell’Imu, che invece non gli spetta perché utilizzano quell’immobile solo nei mesi estivi (o invernali, se in montagna) anziché come loro “vera” residenza.
Tenendo conto di questo deplorevole fenomeno- che integra a tutti gli effetti un’evasione fiscale – la Corte ha espressamente invitato i Comuni a vigilare, nei propri territori, sull’effettività o meno della residenza e della dimora dichiarata dai contribuenti per fruire dell’esenzione. Secondo la Consulta, «la legislazione vigente consente in termini senz’altro efficaci» l’esecuzione di questi controlli.
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