forum

I soldi ai figli si...
 
Notifiche
Cancella tutti

I soldi ai figli si devono dividere in parti uguali?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
58 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

La legge ammette le discriminazioni tra fratelli, ma solo entro certi limiti.

I genitori non dovrebbero mai fare preferenze tra figli, almeno quelli meritevoli. Ma si tratta di un dovere essenzialmente morale, non giuridico. La legge infatti ammette che un padre o una madre possano trattare meglio un figlio piuttosto che un altro. Entro però certi termini e limiti: la discriminazione infatti non può mai essere netta sino ad arriva alla completa diseredazione. Dunque, quando un genitore si chiederà se i soldi ai figli si devono dividere in parti uguali la risposta sarà negativa.

Cerchiamo di capire, più da vicino, come vanno divisi i soldi ai figli: come si ripartisce il conto corrente, quali sono i limiti delle donazioni che si possono fare ai figli e come ci si deve comportare con il proprio testamento. Ma procediamo con ordine.

Come donare soldi a un figlio

Abbiamo già chiarito, in una precedete guida, come donare soldi a un figlio. In questa sede ci basterà ricordare che la donazione richiede l’atto notarile (il cosiddetto “rogito”) solo quando, in relazione alle condizioni economiche del donante, può considerarsi “di non modico valore”. Senza il rogito, dunque, la donazione sarebbe nulla e potrebbe essere contestata da chiunque senza limiti di tempo, anche dopo la morte del donante.

L’atto pubblico notarile non è necessario in due casi:

  • quando si tratta di donazioni di modico valore;
  • quando si tratta di donazioni indirette.

La donazione indiretta si verifica quando la somma viene donata per uno specifico scopo, ossia per l’acquisto di un bene determinato (si pensi al padre che consegna al figlio i soldi per l’acquisto di una casa o di un’auto). In tali casi, il relativo prezzo della vendita viene versato dal donante direttamente al venditore oppure al donatario affinché poi, a sua volta, lo eroghi al venditore.

Il genitore deve dividere perfettamente i soldi tra i figli?

Il genitore non è tenuto a dividere, tra i figli, i propri soldi in parti uguali. La legge infatti lo obbliga solo a riconoscere a tutti i figli e al coniuge (i cosiddetti eredi legittimari) una quota minima del proprio patrimonio (la cosiddetta legittima). Rispettata la legittima, il genitore può assegnare la residua parte dei propri averi (la cosiddetta quota disponibile) a chi vuole, anche a uno solo dei figli, dando così di fatto luogo a una “disparità di trattamento”.

Dunque un figlio non può pretendere di avere gli stessi beni e gli stessi denari che ha ricevuto il fratello, ma solo quel “minimo sindacale” che la legge gli riconosce. Questo minimo dipende dal numero di soggetti con cui concorre nella divisione dell’eredità. Difatti:

  • se il figlio concorre solo con il coniuge del genitore donante, il primo ha diritto a un terzo del patrimonio; l’altro genitore avrà diritto anch’egli a un terzo. Il residuo terzo è la quota disponibile;
  • se ci sono più di due figli e il coniuge superstite, ai primi va un quarto dell’eredità e al coniuge i due quarti. Il residuo quarto è la quota disponibile;
  • se ci sono due o più figli senza genitori, tra questi vanno divisi i due terzi dell’eredità, mentre il residuo terzo è la quota disponibile.

Leggi Quali sono le quote degli eredi legittimari.

Si può contestare la donazione fatta a un figlio?

Il fratello del donatario non può, finché il genitore è in vita, contestare le donazioni da questi fatte all’altro figlio (a meno che, come visto sopra, difetti la forma dell’atto notarile per le donazioni di consistente valore).

Le donazioni possono essere contestate solo alla morte del donante se questi ha leso la quota di legittima spettante a uno dei propri figli. Quest’ultimo potrà agire contro i fratelli con la cosiddettaazione di restituzione entro 10 anni dall’apertura della successione (ossia dal decesso del genitore) per ottenere che, rimessa in discussione l’intera divisione del patrimonio, ciascuno abbia almeno la quota di legittima.

Nel rimettere in discussione la divisione dell’eredità, bisognerà tuttavia considerare tutte le donazioni che ciascun erede ha ricevuto dal genitore finché questi era in vita. Tali donazioni infatti si considerano una anticipazione della legittima.

Quindi ben potrebbe succedere che un figlio non riceva nulla col testamento perché la sua quota di legittima è stata già soddisfatta con precedenti donazioni ricevute quando il genitore era ancora in vita.

Che fare se un genitore non divide i soldi in parti uguali?

Prima di sollevare contestazioni contro un fratello che ha ricevuto una somma superiore, bisogna calcolare tutto ciò che si è ricevuto dal genitore, anche con precedenti donazioni, non solo di denaro ma anche di altri beni.

Ad esempio se un figlio ha ricevuto una casa, non potrà poi contestare il fatto che il padre, con il testamento, abbia lasciato tutti i suoi soldi sul conto corrente all’altro figlio se l’immobile soddisfa la quota di legittima.

Quindi un figlio non dovrebbe preoccuparsi di verificare se il genitore ha rispettato una pari divisione tra tutti i figli, ma solo se ha rispettato le quote di legittima. Solo in tal caso è possibile esercitare l’azione di riduzione per lesione della legittima.

 
Pubblicato : 14 Luglio 2023 06:00