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I passi da seguire per contestare una multa stradale

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(@paolo-remer)
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Come difendersi da un verbale per infrazioni al Codice della strada: a chi presentare ricorso ed entro quando; quali sono i motivi da esporre per ottenere l’annullamento della sanzione.

Chi riceve un verbale per violazione delle norme di circolazione stradale, come un eccesso di velocità rilevato dall’autovelox, il passaggio ad un semaforo rosso, o un divieto di sosta su una strada cittadina, può trovare la richiesta di pagamento di una somma salata, e questo suggerisce di non “lasciar perdere” ma di trovare tutti i modi possibili per opporsi: in tal caso, è necessario conoscere tutti i passi da seguire per contestare una multa stradale ed ottenerne l’annullamento.

Ti premettiamo che, in alternativa all’autotutela presso lo stesso organo che ha rilevato l’infrazione e redatto il verbale, le strade possibili sono due: il ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto, ma, in entrambi i casi, ci sono dei precisi termini da rispettare. E, se si è intenzionati a presentare ricorso, non bisogna pagare la multa, nemmeno con lo sconto offerto dalla sanzione ridotta per chi salda il dovuto entro i primi 5 giorni.

Contestazione multa stradale: termini

La contestazione di una multa stradale va fatta nelle dovute forme e entro i termini previsti dalla legge, decorsi i quali non è più possibile opporsi, neanche se la sanzione era ingiusta. In particolare, i termini utili per presentare ricorso avverso un verbale di infrazione al Codice della strada sono di:

  • 30 giorni se si ricorre al Giudice di Pace;
  • 60 giorni se si ricorre al Prefetto.

I suddetti termini decorrono dalla data di consegna della multa al trasgressore, nei casi di contestazione immediata della violazione, oppure dalla data di notifica del verbale in caso di contestazione differita, come avviene per gli eccessi di velocità rilevati tramite apparecchiature elettroniche (autovelox, tutor, scout speed, ecc.) e in generale in tutti i casi in cui, per motivi di sicurezza della circolazione stradale, non è possibile fermare sul posto il trasgressore.

Ricorso al Giudice di Pace: come fare

Per contestare una multa al Giudice di Pace competente nel territorio in cui è stata rilevata la violazione e redatto il verbale da impugnare, occorre depositare in cancelleria, o spedire con raccomandata a/r (avviso di ricevimento) un atto di ricorso, nel quale si dovranno indicare i motivi per i quali si ritiene illegittima la contravvenzione e, pertanto, si chiede di annullarla.

È importante sottolineare che la mera proposizione del ricorso non evita l’obbligo di pagamento della sanzione principale e la decorrenza delle sanzioni accessorie (ad esempio, la decurtazione dei punti dalla patente o la sua sospensione) a meno che il ricorrente non abbia chiesto espressamente al Giudice di Pace la sospensione dell’esecuzione della multa: in tal caso gli effetti del verbale saranno “congelati” fino al momento di emissione della sentenza.

Nel ricorso al Giudice di Pace potrà costituirsi l’Amministrazione controinteressata, e nella causa potrà depositare prove e deduzioni per sostenere e comprovare la legittimità del proprio operato.

Il ricorso al Giudice di Pace comporta delle spese: al momento del deposito bisogna pagare una marca da bollo da 27 euro ed il contributo unificato, nell’importo commisurato al valore della sanzione irrogata e oggetto di opposizione. Per le multe stradali fino a 1.100 euro il contributo unificato ammonta a 43 euro; per quelle superiori, e fino a 5.200 euro, arriva a 98 euro. L’assistenza dell’avvocato non è necessaria se il valore del giudizio non supera i 1.100 euro.

In caso di rigetto del ricorso, è possibile presentare appello al Tribunale, entro 30 giorni dalla data di deposito della sentenza del Giudice di pace. Se anche l’appello viene respinto, si può promuovere ricorso in Cassazione, ma solo per motivi di legittimità e non di merito.

Ricorso al Prefetto: vantaggi e svantaggi

Come anticipato, in alternativa al ricorso al Giudice di Pace è possibile presentare ricorso al Prefetto contro la multa: si può fare con lettera raccomandata, Pec (posta elettronica certificata) o deposito diretto presso l’Ufficio, sempre rispettando i dettami previsti dall’art. 203 del Codice della strada.

Il principale vantaggio del ricorso al Prefetto è che la procedura è completamente gratuita (a parte le spese postali di spedizione) e non è necessario avvalersi di un avvocato, ma bisogna sempre esporre i motivi per i quali si ritiene illegittima la contestazione e la conseguente sanzione irrogata.

Il Prefetto deve esprimersi entro 180 giorni se il ricorso viene inviato, mediante lettera raccomandata, tramite l’organo accertatore della violazione; il silenzio è considerato assenso, quindi l’assenza di un provvedimento esplicito significa accoglimento. Se, invece, il ricorso è inviato direttamente al Prefetto, il termine per rispondere (o per formare il silenzio assenso) è esteso a 210 giorni, perché la Prefettura deve acquisire le informazioni necessarie dal comando di Polizia che aveva elevato il verbale.

Il Prefetto è un organo della Pubblica Amministrazione, non giurisdizionale, quindi garantisce un certo grado di terzietà rispetto a chi ha contestato la violazione, ma non la piena imparzialità: dunque è preferibile ricorrervi quando i vizi del verbale sono evidenti (come, ad esempio, una notifica avvenuta oltre 90 giorni dalla data di accertamento della violazione), e non quando richiedono un’interpretazione della normativa vigente.

Un grosso svantaggio del ricorso al Prefetto sta nel fatto che, se il ricorso viene respinto, il trasgressore sarà condannato a pagare la multa in misura piena, anziché nell’importo minimo: in pratica, la sanzione si raddoppia. Ma avverso il rigetto del ricorso da parte del Prefetto si può impugnare l’ordinanza-ingiunzione di pagamento entro 30 giorni. Per esaminare meglio i vantaggi e svantaggi, leggi “Ricorso multa: Prefetto o Giudice di Pace?“.

Motivi per contestare una multa

Per contestare una multa è indispensabile esporre dei validi motivi e indicare, se necessario, le fonti di prova a sostegno delle proprie ragioni (fotografie, testimonianze, documenti, provvedimenti amministrativi, ecc). I motivi di contestazione dipendono, essenzialmente, dal tipo della violazione che è stata contestata, e possono essere, a seconda dei casi, formali – come un errato numero di targa del veicolo contravvenzionato – o sostanziali, riguardanti l’assenza dei presupposti dell’infrazione o il metodo scorretto compiuto dagli agenti accertatori per rilevarla.

Per i dettagli sui motivi per contestare una multa stradale con riguardo alle più frequenti infrazioni e violazioni alle norme di circolazione stradale, leggi questi articoli specifici:

 
Pubblicato : 10 Marzo 2023 16:30