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I genitori possono minacciare i figli?

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(@mariano-acquaviva)
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In quali casi la prospettazione di un male ingiusto costituisce una minaccia penalmente rilevante? Il figlio minorenne può querelare il proprio genitore?

La legge punisce penalmente chiunque prospetta a qualcun altro un danno ingiusto. Si tratta del reato di minaccia, che scatta ogni volta in cui si intimorisce la vittima annunciandogli conseguenze negative, come ad esempio un danno fisico, la morte, ecc. Questo reato vale anche per i genitori? In altre parole, i genitori possono minacciare i figli?

Mettiamo che il papà, per riprendere il figlio che ha preso un brutto voto a scuola, gli si rivolga in questi termini: «Se ti fai bocciare ti ammazzo». Una frase di questo tipo, se rivolta dal genitore al proprio figlio, costituisce un reato? Vediamo cosa dice la legge.

Si possono minacciare i figli?

In linea di massima, la minaccia è sempre perseguibile penalmente, nel senso che costituisce sempre reato, a prescindere dal rapporto che esiste tra i soggetti coinvolti.

Pertanto, almeno in teoria, il padre che si rivolge nei confronti del figlio dicendogli «Ti ammazzo!» commette un reato. Essere il genitore della vittima non è una scriminante.

Alcune precisazioni sono però obbligatorie. Approfondiamo la questione.

Minaccia: quando è reato?

Secondo la giurisprudenza, la minaccia costituisce reato quando il male ingiusto prospettato è:

  • credibile, nel senso che è verosimile, cioè fattibile. Minacciare di chiamare gli alieni per far rapire il vicino rumoroso non è una minaccia realistica;
  • in grado di intimorire realmente la vittima. La vecchina alta 1.50 m. che minaccia di schiaffeggiare un uomo grande e grosso di 1.90 m. non commette (almeno in teoria) alcun reato.

In altre parole, la minaccia penalmente rilevante deve essere idonea a realizzare un concreto effetto intimidatorio.

È quindi tale solo la minaccia che, agli occhi della vittima, sia ragionevolmente verosimile.

Ciò significa, pertanto, che la minaccia assurda o fantasiosa può essere idonea a integrare il delitto in esame soltanto se rivolta a una persona che, a causa del basso livello intellettuale o culturale, possa concretamente subirne degli effetti intimidatori.

Minacciare i figli: quando è legale?

Alla luce di quanto detto sinora, possiamo affermare che la minaccia nei confronti dei propri figli non costituisce reato tutte le volte in cui essa non è credibile, in quanto c’è la perfetta consapevolezza, da parte della prole, che il male ingiusto prospettato non verrà mai realizzato.

Il padre che dice al figlio «Se ti bocciano a scuola ti uccido» non costituisce una vera minaccia se è chiaro che il genitore non giungerà mai a tanto, cioè non realizzerà quanto prospettato.

Le cose cambiano, però, tutte le volte in cui la minaccia del genitore è credibile. Ecco un esempio.

La minaccia proveniente dal padre abituato ad alzare le mani contro i propri familiari è realistica e, quindi, costituisce reato.

Insomma: quando si tratta di minacce del genitore nei confronti dei figli occorre valutare bene il reale effetto intimidatorio delle parole pronunciate.

Il più delle volte, considerato il contesto familiare in cui il fatto avviene, la minaccia costituisce solo un modo per “mettere in riga” il proprio figlio, cioè per rimproverarlo. Anche in queste ipotesi, però, occorre fare attenzione. Vediamo perché.

Minacce ai figli: è abuso dei mezzi di correzione?

Il costante ricorso alle minacce come strumento di educazione e di rimprovero può sfociare nel reato di abuso dei mezzi di correzione.

Si tratta di un delitto che ricorre ogni volta che si fa un utilizzo distorto ed esasperato di strumenti che, altrimenti, sarebbero leciti.

Secondo la Corte di Cassazione [2], il reato di abuso dei mezzi di correzione presuppone l’uso non appropriato di metodi o comportamenti correttivi, in via ordinaria consentiti, quali (in un contesto scolastico) l’esclusione temporanea dalle attività ludiche o didattiche, l’obbligo di condotte riparatorie o forme di rimprovero non riservate.

Di conseguenza, il genitore che ricorre continuamente alle minacce per rimproverare e/o spronare i propri figli potrebbe essere denunciato per il reato di abuso dei mezzi di correzione, punito almeno con la reclusione fino a sei mesi.

Minacce ai figli: i minori possono denunciare i genitori?

Nel caso in cui le minacce siano penalmente perseguibili, si pone il problema di come querelare il proprio genitore.

Se il minorenne minacciato ha compiuto almeno quattordici anni, allora potrà sporgere denuncia autonomamente, recandosi fisicamente presso i carabinieri o qualsiasi altro presidio delle forze dell’ordine (polizia, ecc.).

Se invece il minore non ha compiuto quattordici anni non può sporgere querela; al suo posto, possono procedere i genitori o, in assenza, un’altra persona che ne abbia la rappresentanza (tutore, curatore speciale, ecc.).

Nel caso delle minacce ricevute dai genitori, è chiaro la querela andrà sporta dall’altro genitore, cioè da colui che non si è macchiato del reato.

Se però il genitore è solo uno ed è proprio la persona che il minore intende querelare, la denuncia può essere sporta da un curatore speciale nominato dal tribunale.

Per ulteriori approfondimenti, si legga il seguente articolo: Il minore può sporgere denuncia?

 
Pubblicato : 13 Settembre 2023 18:00