I condomini possono testimoniare?
Capacità a testimoniare nelle cause condominiali: i proprietari degli appartamenti possono essere sentiti dal giudice?
In una causa civile i condomini possono testimoniare? Per comprendere le implicazioni che una eventuale risposta positiva o negativa potrebbe avere sull’esito di una controversia dobbiamo partire da un presupposto chiave di ogni giudizio: chi vuol rivendicare un diritto deve anche dimostrarne l’esistenza. È ciò che la legge chiama «onere della prova»: è da questo che dipende la vittoria o la sconfitta in un giudizio. Senza prove, infatti, la parte che pur ha ragione non può ottenere tutela dal giudice. E una delle prove principali, in molti casi, è proprio la testimonianza.
Ecco perché, quando nelle controversie all’interno di un palazzo, gli spettatori sono quasi sempre gli stessi condomini è naturale chiedersi se gli inquilini che abitano nei vari appartamenti possono testimoniare.
Di tanto parleremo in questo articolo facendo luce sull’orientamento sposato dalle aule dei tribunali.
Quando un condomino deve testimoniare in un processo?
Per comprendere i riflessi della questione sulla capacità a testimoniare dei condomini facciamo qualche esempio pratico.
Immaginiamo che una persona scivoli per le scale di un palazzo e chieda perciò il risarcimento all’amministratore dando la colpa delle lesioni a un gradino rotto. In realtà, uno dei condomini, presente alla scena, ha avuto modo di constatare che l’effettiva causa della caduta è stata la distrazione del danneggiato e un’andatura eccessivamente frettolosa. Di qui il tentativo di far entrare le sue dichiarazioni nel processo.
Nell’esempio appena fatto, abbiano un tipico caso di processo tra un condomino o un terzo e il condominio, chiamato quest’ultimo alla responsabilità patrimoniale. È uno dei tipici casi in cui si pone il quesito: il condomino può testimoniare?
Facciamo ora un altro esempio.
Il condominio non paga la ditta dell’ascensore e quest’ultima aziona un decreto ingiuntivo. Il condominio si oppone adducendo che alcuna manutenzione è mai stata fatta e, per dimostrare ciò, chiede la testimonianza di uno dei condomini, affinché confermi che l’impianto era sempre rotto e che rimaneva bloccato a volte per un’intera settimana.
Nell’esempio precedente, è in gioco una richiesta di risarcimento da parte del condominio nei confronti di un terzo fornitore. Anche qui, però, la chiave di volta del giudizio per dimostrare la responsabilità del terzo è la conoscenza che dei fatti hanno i condomini. A meno di voler chiamare eventuali “ospiti” esterni all’edificio (ad esempio, un parente che sia venuto a far visita a uno dei condomini), il problema è il medesimo di prima.
Facciamo ora un ultimo esempio.
Il condomino del terzo piano è particolarmente rumoroso. La notte alza il volume dello stereo al massimo. Il vicino del piano di sotto lo cita in tribunale per ottenere il risarcimento e una condanna. A testimoniare in suo favore chiama il dirimpettaio che, come lui, è vittima di tanto chiasso.
In questo terzo esempio, siamo dinanzi a una causa tra due condomini: si tratta di una questione privata che, seppur coinvolge aspetti della vita comune, non vede come parte processuale il condominio nella sua interezza. Anche qui ci poniamo lo stesso problema: i condomini possono testimoniare? Ecco qual è stata la risposta dei giudici.
Chi non può testimoniare
L’articolo 246 del Codice di procedura civile stabilisce il divieto a testimoniare per le persone aventi nella causa un interesse che potrebbe legittimare la loro partecipazione al giudizio. In altri termini, si tratta di coloro che potrebbero avere un interesse economico e/o processuale, ossia che possono proporre la domanda o contraddirvi.
Quindi, in prima battuta, non possono testimoniare le parti di un giudizio, cioè l’attore e il convenuto, perché direttamente interessati all’esito del giudizio.
Quando i condomini non possono testimoniare
Il condominio non è un soggetto giuridico dotato di una propria personalità, come lo può essere, ad esempio, una società o un’associazione. Esso è costituito solo dalla sommatoria dei vari condomini i quali sono rappresentati dall’amministratore. Quest’ultimo riceve mandato dall’assemblea, ossia dall’insieme dei proprietari, e non dal condominio come “ente a sé stante”. Detto in termini giuridici, il condominio non ha personalità giuridica.
Vien da sé che, in causa, non c’è il condominio come soggetto autonomo ma l’insieme dei condomini. E dunque , in quanto potenzialmente interessati all’esito del giudizio, i condomini non possono testimoniare.
Non c’è da meravigliarsi: a pagare infatti i danni causati dal condominio sono i singoli condomini, con il conto corrente alimentato dai loro stessi contributi. E se questo dovesse essere in rosso, il creditore potrebbe rivalersi contro i singoli condomini. Il che significa che questi ultimi avranno tutto l’interesse a non essere imparziali. È il caso dei primi due esempi fatti nel precedente paragrafo.
Tale concetto è stato espresso più volte dalla Cassazione. Secondo la Corte [1], i singoli condomini sono privi di capacità a testimoniare nelle cause che coinvolgono il condominio (ad esempio, per il risarcimento dei danni derivanti da una caduta sul pianerottolo condominiale) poiché l’eventuale sentenza di condanna è immediatamente azionabile nei confronti di ciascuno di essi.
Il tribunale di Parma [2] ha rimarcato l’assenza di personalità giuridica del condominio distinta dai suoi componenti. Ecco la massima della sentenza:
«I singoli condomini sono privi di capacità a testimoniare nelle cause che coinvolgono il condominio (nella specie, per il risarcimento dei danni derivanti da una caduta sullo stradello condominiale) poiché l’eventuale sentenza di condanna è immediatamente azionabile nei confronti di ciascuno di essi».
Dunque, nelle cause aventi ad oggetto i beni e i servizi comuni, esso ha una legittimazione attiva e passiva concorrente con quella dei singoli condomini. Di conseguenza, il singolo condomino, in tali tipologie di controversie, ha un interesse che potrebbe legittimare la sua partecipazione al giudizio e che, pertanto, lo rende incapace di testimoniare.
Anche la Cassazione (sent. n. 17925/2007) ha dichiarato che, nella lite promossa da un condomino nei confronti del condominio in relazione alla ripartizione delle spese sostenute per l’utilizzazione della cosa comune, i singoli condomini, potendo assumere la qualità di parti, sono incapaci di testimoniare.
A dire il vero, questo orientamento sta lasciando il passo, gradualmente, al riconoscimento di una maggiore autonomia del condominio dai singoli residenti. Il che sta consentendo, in numerosi giudizi, di utilizzare i condomini come testimoni anche se si tratta di cause che vedono coinvolto il condominio.
L’amministratore di condominio può testimoniare?
L’amministratore però può testimoniare in quanto soggetto estraneo al condominio [3], a meno che non abbia un interesse personale e diretto (come nel caso di personale responsabilità).
Quando i condomini possono testimoniare
Al contrario, i condomini possono testimoniare nelle cause che non vedono coinvolto il condominio ma i singoli condomini, ossia nelle controversie personali tra gli stessi. È il terzo esempio che abbiamo fatto in precedenza, quello relativo alla diatriba sul condomino rumoroso. Tutte le volte in cui il condominio non è parte processuale, gli altri condomini possono essere ascoltati.
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