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Guidare dopo aver preso cocaina: è reato?

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(@mariano-acquaviva)
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L’incidente causato da chi ha assunto sostanze stupefacenti costituisce sempre reato? Come si dimostra che il conducente ha preso droghe?

Guidare in stato di ebbrezza è un reato, se il tasso alcolemico supera una certa soglia. Tanto vale anche nel caso di assunzione di sostanze stupefacenti, a condizione però che si verifichi un’effettiva alterazione psico-fisica del conducente. È in tale contesto che si pone il seguente quesito: è reato guidare dopo aver preso cocaina?

La domanda è solo apparentemente paradossale e la risposta non è affatto scontata. Tanto è stato recentemente confermato dalla Corte di Cassazione [1] la quale ha preso posizione su questa delicata questione legale.

Secondo la Suprema Corte, anche se l’assunzione di sostanze stupefacenti, come la cocaina, può essere confermata tramite esami ematici (prelievo del sangue), non è sufficiente per stabilire l’esistenza del reato. Approfondiamo l’argomento.

Guida sotto effetto di stupefacenti: cosa dice la legge?

Secondo il Codice della strada [2], chi guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti è punito con l’ammenda da 1.500 a 6.000 euro e con l’arresto da sei mesi ad un anno.

All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da uno a due anni.

A differenza della guida in stato di ebbrezza, quindi, non c’è una soglia minima da superare affinché si integri il reato: anche un solo spinello, se in grado di alterare le capacità di guida del conducente, è in grado di far scattare il reato. A una condizione, però. Vediamo quale.

Guidare sotto effetto di stupefacenti: quando è reato?

Secondo la legge, il reato di guida sotto effetto di sostanze stupefacenti si integra solamente nel caso di effettiva alterazione psico-fisica.

Ciò vuol dire che il crimine scatta non per l’assunzione di droghe in sé, bensì per le conseguenze che le stesse possono avere su chi si trova alla guida.

In teoria, quindi, una persona che ha assunto un grande quantitativo di stupefacente ma che, incredibilmente, è perfettamente lucido, non potrà essere incriminato di alcun reato.

Incidente causato sotto l’effetto di stupefacenti

Se il conducente in stato di alterazione per l’uso di droghe causa un incidente, le pene previste nel primo paragrafo sono raddoppiate e la patente è revocata.

Come detto, però, va provato che il sinistro sia effettivamente una conseguenza dell’alterazione psico-fisica derivante dall’assunzione di sostanze stupefacenti.

La Corte di Cassazione, con la sentenza menzionata in apertura, ha esaminato il ricorso di un’automobilista condannata per guida in stato di alterazione dopo aver assunto cocaina e per aver causato un incidente stradale.

La donna ha contestato la motivazione della condanna nei primi due gradi del giudizio, affermando che l’accertamento dell’alterazione psico-fisica era basato unicamente sull’incidente verificatosi, che invece era da attribuire, a suo dire, da una momentanea perdita di controllo del veicolo dovuta a un colpo di sonno.

Secondo la Corte di Cassazione, l’accusa non può basarsi solo sull’assunzione di sostanze stupefacenti, ma è necessario dimostrare che il conducente si trovava effettivamente in uno stato di alterazione psico-fisica a causa di tali sostanze.

Questo stato di alterazione può essere provato tramite un accertamento medico o attraverso elementi sintomatici che testimoniano la condizione soggettiva del conducente al momento dell’incidente.

Poniamo il caso di Matteo, il quale assume cocaina prima di mettersi alla guida. Durante il tragitto, perde il controllo del veicolo e provoca un incidente. Tuttavia, se non è possibile dimostrare in modo inequivocabile che il conducente era in uno stato di alterazione psico-fisica a causa della cocaina, non può essere incriminato di alcun reato.

La Corte di Cassazione afferma quindi che l’assunzione di sostanze stupefacenti, come la cocaina, non costituisce automaticamente un reato, essendo necessario dimostrare che il conducente si trovava in uno stato di alterazione psico-fisica causato da tali sostanze.

Nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte di appello non avesse valutato adeguatamente le prove dell’alterazione psico-fisica derivante dall’assunzione di cocaina.

Il giudice si era infatti concentrato esclusivamente sull’incidente e sulla mancanza di tracce di frenata, senza considerare altri elementi sintomatici o le condizioni di contesto che avrebbero potuto indicare l’alterazione psico-fisica del conducente.

Come si prova la guida sotto effetto di stupefacenti?

Per dimostrare l’alterazione psico-fisica derivante dall’assunzione di sostanze stupefacenti è necessario disporre di prove solide.

Oltre all’accertamento medico (esame delle urine o, meglio ancora, del sangue), possono essere considerati elementi sintomatici come il comportamento del conducente, la sua condizione fisica e mentale, nonché le testimonianze di eventuali testimoni oculari.

Poniamo il caso di Sempronio, che assume cocaina e viene fermato da un controllo di polizia. Durante il controllo, Sempronio mostra segni evidenti di alterazione psico-fisica, come pupille dilatate, movimenti nervosi e confusione mentale. In questo caso, il sospetto di guida in stato di alterazione psico-fisica potrebbe essere confermato dall’accertamento medico e dalle testimonianze degli agenti di polizia.

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Guida sotto effetto di stupefacenti: come si prova?

Guida sotto effetto di stupefacenti: conclusioni

In conclusione, l’assunzione di cocaina prima di mettersi alla guida non costituisce automaticamente reato: è infatti necessario dimostrare l’alterazione psico-fisica causata da tali sostanze mediante accertamenti medici o elementi sintomatici. La Corte di Cassazione ha stabilito che un semplice incidente stradale non è sufficiente per provare l’alterazione psico-fisica.

 
Pubblicato : 4 Giugno 2023 13:00