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Guida con elevato tasso alcolemico e particolare tenuità del fatto

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(@mariano-acquaviva)
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Il conducente sorpreso a guidare di notte in pieno stato di ebbrezza deve essere condannato anche se non ha causato alcun incidente?

Guidare dopo aver assunto alcolici può essere una condotta legale, illecita solo dal punto di vista amministrativo oppure costituente un reato. Tutto dipende dal livello di alcolemia, cioè dalla quantità di alcol presente nel sangue al momento del controllo. È in questo contesto che si pone l’argomento di cui parleremo, e cioè la guida con elevato tasso alcolemico in rapporto alla particolare tenuità del fatto.

Il tema è piuttosto delicato in quanto la giurisprudenza, su questo specifico punto, non è completamente unanime. Recentemente si è espressa la Corte di Cassazione [1] sposando un orientamento piuttosto rigoroso, contrapponendosi quindi alla tesi secondo la quale mettersi alla guida in un evidente stato di ubriachezza può giustificare la rinuncia alla punibilità da parte del giudice. Approfondiamo la questione.

Il reato di guida in stato di ebbrezza

Come anticipato, mettersi alla guida di un veicolo dopo aver bevuto non costituisce necessariamente un reato: la soglia della rilevanza penale è infatti rappresentata da un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro (g/l), rilevabile tramite etilometro oppure accertamenti medici (esame ematico) [2].

Al di sotto di questa soglia, la guida in stato di ebbrezza costituisce solo un illecito amministrativo punito con una sanzione pecuniaria (e con la sospensione della patente).

Un tasso alcolemico non superiore a 0,5 g/l, invece, rappresenta una condotta lecita, non sanzionabile nemmeno in via amministrativa.

La particolare tenuità del fatto

La legge consente al giudice di “perdonare” chi ha commesso un reato non molto grave, se la condotta è occasionale e il danno prodotto alla vittima minimo [3].

Si tratta della cosiddetta esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, che può essere dichiarata dal giudice nel caso di reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore nel minimo a due anni, ovvero la pena pecuniaria, sola o congiunta al predetto limite di reclusione.

Ad esempio, il giudice potrebbe “perdonare” il ladruncolo da quattro soldi, il diffamatore occasionale, i litiganti che hanno finito per prendersi a sberle.

Non si può invece mai escludere la punibilità per i reati:

  • prolungati nel tempo, come lo stalking e i maltrattamenti in famiglia. L’abitualità della condotta, infatti, si pone in contrasto con la tenuità del fatto;
  • che, anche se non abituali, hanno causato un grave danno alla vittima. Si pensi al furto della pensione di una persona anziana che non ha altro di che vivere;
  • commessi con particolare crudeltà. Vi rientrano le sevizie, sia su persone che su animali, nonché tutte le condotte violente su persone particolarmente indifese, come anziani e bambini.

Tasso alcolemico elevato: c’è particolare tenuità?

La guida in stato di ebbrezza è uno di quei reati che, almeno teoricamente, potrebbe beneficiare della particolare tenuità del fatto, visto che la pena massima prevista è l’arresto fino a un anno (raddoppiato nel caso in cui dalla condotta sia derivato un incidente).

In effetti, la Corte di Cassazione [4] ha in passato affermato che l’elevato tasso alcolemico non esclude la particolare tenuità del fatto se il conducente è soggetto incensurato, non abituato all’uso di sostanza alcoliche e la condotta può essere considerata particolarmente modesta, ad esempio perché non ha causato sinistri né pericoli per gli altri conducenti.

Come ricordato in apertura, però, su questo specifico punto la giurisprudenza si è dimostrata piuttosto ondivaga.

La sentenza citata in premessa ha infatti aderito a un diverso orientamento, ritenendo che guidare di notte e con un tasso alcolemico esorbitante costituisce una condotta troppo grave per poter essere perdonata dal giudice, per via del pericolo che ne è derivato per la circolazione.

Nel caso di specie, ad essere stata sorpresa alla guida della propria vettura in preda ai fumi dell’alcol era una signora il cui tasso alcolemico superava i 2,57 grammi per litro, ben oltre quindi la soglia della rilevanza penale.

Secondo la Suprema Corte, anche in assenza di incidenti, se la condotta del responsabile è indiscutibilmente pericolosa per l’incolumità degli altri, l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto non può essere concessa.

Insomma: per stabilire se chi si è messo alla guida con un tasso alcolemico elevato merita l’esclusione della punibilità occorre una valutazione complessiva delle modalità della condotta, dell’entità dell’offesa e dell’esiguità del danno e del pericolo; con la conseguenza che, anche in assenza di un pregiudizio concreto per qualcuno, l’aver messo a repentaglio l’incolumità altrui non permette di escludere la condanna.

 
Pubblicato : 3 Giugno 2023 11:15