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Guardare pedopornografia è reato?

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(@mariano-acquaviva)
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È un crimine navigare su un sito contenente pornografia minorile senza effettuare alcun download? In cosa consiste il reato di detenzione di pedopornografia?

La legge tutela i più deboli predisponendo una serie di norme che puniscono chi si approfitta di loro. Gli esempi potrebbero essere numerosi: dalle pene più severe previste per i reati commessi nei riguardi di donne incinte e di anziani fino a quelle stabilite per chi si approfitta di persone malate oppure minorenni. Proprio con riferimento a quest’ultima categoria si inerisce il seguente quesito: guardare pedopornografia è reato?

Si tratta di una domanda che molti si pongono, soprattutto coloro che fruiscono abitualmente di contenuti pornografici e che temono di incappare in materiale pedopornografico che, però, non hanno affatto richiesto. In Italia, infatti, la pornografia è legale, purché non coinvolga persone che non hanno compiuto i 18 anni. Cosa accadrebbe a chi si limitasse a guardare pornografia minorile senza scaricare alcun contenuto? E se il suddetto materiale venisse visionato per sbaglio, nella convinzione che si tratti di pornografia legale? Insomma: guardare pedopornografia è reato? Vediamo cosa dice la legge.

La pornografia è legale?

Come anticipato in premessa, la pornografia è legale. Non c’è quindi reato nel prendere visione o addirittura nel realizzare materiale pornografico, purché però i soggetti coinvolti siano maggiorenni.

Pornografia minorile: cosa dice la legge?

La pornografia minorile costituisce sempre reato. La legge punisce ogni condotta riguardante contenuti pedopornografici: dalla produzione del materiale al reclutamento dei minori necessari per realizzarlo, passando per la diffusione e la pubblicizzazione del prodotto fino alla mera detenzione [1].

Chiarito ciò, cosa rischia chi si limita a guardare pornografia minorile senza effettuare alcun download o conservare alcun tipo di contenuto? In altre parole, guardare pedopornografia è reato? Vediamo cosa dice la legge.

Navigare su un sito di pornografia minorile è reato?

Fino al 2021, chi navigava su un sito di pornografia minorile non rischiava nulla: la legge, infatti, puniva solamente la detenzione di materiale pedopornografico e non chi si limitava a prenderne visione. Insomma: a essere punito era il download.

A partire dal 2022 le cose sono cambiate: una modifica legislativa ha infatti introdotto il reato di accesso a materiale pedopornografico, con la conseguenza che oggi a essere puniti sono anche coloro che guardano pornografia minorile senza effettuare download o conservare il materiale in alcun modo.

Per la precisione, la legge dice che è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa non inferiore a 1.000 euro chi, mediante l’utilizzo di internet o di altri mezzi di comunicazione, accede intenzionalmente e senza giustificato motivo a materiale pornografico realizzato utilizzando minori [2].

Analizziamo più nel dettaglio questa nuova fattispecie di reato.

Il reato di accesso a materiale pedopornografico

Come anticipato nel precedente paragrafo, la legge ha introdotto il reato di accesso a materiale pedopornografico, sanzionando così anche chi naviga in siti internet o prende visione in altro modo di contenuti erotici riguardanti minorenni.

La nuova norma, tuttavia, non punisce chiunque guardi pedopornografia, ma solamente chi lo fa intenzionalmente e senza giustificato motivo. Cosa significa?

Vuol dire che non è punibile chi, per puro caso e senza volerlo, si trovi a guardare della pornografia minorile. Si prenda il caso del soggetto a cui capiti di guardare un video pedopornografico mentre naviga su un sito di pornografia che assicura la perfetta liceità dei contenuti (come PornHub, ad esempio): in un’ipotesi del genere non ci sarebbe alcun reato in quanto l’accesso al materiale pedopornografico non è stato volontario.

L’intenzionalità deve quindi essere esclusa ogni volta che:

  • il motore di ricerca non è stato utilizzato specificamente per scovare materiale pedopornografico;
  • non c’è alcuna consapevolezza di trovarsi in presenza di contenuti pedopornografici, ad esempio perché il sito assicurava la presenza di materiale lecito oppure perché il minore non era riconoscibile;
  • l’accesso al sito pedopornografico è avvenuto automaticamente durante la navigazione, ad esempio per via della presenza di malware.

La legge esclude il reato anche in presenza di un giustificato motivo, quale potrebbe essere l’intenzione di risalire all’autore del reato. Si pensi alla polizia che sia costretta a guardare pornografia minorile per individuare le vittime e coloro che hanno realizzato il contenuto.

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Pubblicato : 29 Gennaio 2023 10:45