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Gratuito patrocinio in mediazione: come fare

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(@maria-monteleone)
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Quanto costa la mediazione e quando si applica il patrocinio a spese dello Stato in questa fase: l’intervento della Corte Costituzionale e la riforma Cartabia.

In molti casi la legge impone alle parti, prima di procedere con la causa dinanzi al giudice, di esperire il tentativo obbligatorio di mediazione. Si tratta di un procedimento di risoluzione alternativa delle controversie, finalizzato a far accordare le parti in via stragiudiziale, senza doversi rivolgere ad un giudice. Il procedimento si svolge dinanzi ad un mediatore, terzo e imparziale, che non ha funzioni giudicanti, ma si limita ad ascoltare le parti e ad aiutarle a trovare un punto di incontro per un accordo amichevole.

Premesso che questa fase può riuscire o no, a seconda dei casi, ci si deve chiedere se si applica il gratuito patrocinio in mediazione e, in caso di risposta affermativa, come fare per ottenerlo.

Il procedimento di mediazione ha dei costi, nella maggior parte dei casi comunque inferiori a quelli di una causa ordinaria. Occorre, infatti, pagare le spese di avvio della mediazione, l’indennità al mediatore in ipotesi di conclusione positiva del procedimento e il compenso dell’avvocato che assiste la parte durante il procedimento. Vediamo nel dettaglio quali sono i costi della mediazione e quando è possibile beneficiare del gratuito patrocinio (più correttamente “patrocinio a spese dello Stato”).

Mediazione obbligatoria: quando?

La mediazione è obbligatoria quando la controversia rientra nelle seguenti materie:

  • condominio;
  • diritti reali: proprietà, usufrutto, servitù;
  • divisione: comproprietà, comunione tra coniugi;
  • successioni ereditarie;
  • patti di famiglia;
  • contratti assicurativi, contratti bancari, contratti finanziari;
  • locazioni;
  • comodato (prestito di beni a titolo gratuito);
  • affitto di azienda;
  • risarcimento danni da responsabilità medica e sanitaria;
  • risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo;
  • contratti assicurativi, bancari e finanziari.

Ogni qualvolta la controversia tra le parti rientri in una delle materie sopra indicate, è indispensabile esperire il tentativo obbligatorio di mediazione, altrimenti la causa è improcedibile. Anche al di fuori delle materie suddette, le parti possono comunque adire volontariamente un organismo di mediazione per trovare un accordo amichevole e così evitare una lunga e costosa causa giudiziaria.

Mediazione: quanto costa?

Tra i costi della mediazione, occorre innanzitutto considerare le spese di avvio del procedimento, che sono fisse e ammontano a:

  • 40 euro per le liti di valore sino a 1.000 euro;
  • 75 euro per le liti di valore da 1.000,01 sino a 50.000 euro;
  • 110 euro per le liti di valore superiore a 50.000 euro e indeterminato.

Questa somma deve essere versata dalla parte istante al momento del deposito della domanda di mediazione e da ciascuna controparte convocata, al momento dell’adesione al procedimento.

Oltre alle spese di avvio, occorre considerare le spese successive (indennità di mediazione), che sono distinte per scaglioni, cioè variabili in base al valore della lite, e stabilite da un’apposita tabella contenuta nel Decreto ministeriale n. 150/2023 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre e in vigore dal 15 novembre 2023), che prevede:

  • 60 euro per le liti fino a 1.000 euro e di valore indeterminabile basso;
  • 120 euro per le liti da 1.000,01 sino a 50.000 euro e di valore indeterminabile medio;
  • 170 euro per le liti sopra i 50.000 euro e per le cause di valore indeterminabile alto.

Quando la mediazione è condizione di procedibilità del giudizio, sono ridotte di un quinto l’indennità e le altre spese di mediazione eventualmente dovute per l’accordo e per gli ulteriori incontri [1]. Le spese di mediazione comprendono anche il compenso del mediatore, ma quest’ultimo viene corrisposto solo se la mediazione si conclude positivamente con un accordo.

Le spese citate non comprendono i compensi di terzi soggetti il cui intervento tecnico si sia reso necessario per valutazioni varie (per esempio perito o notaio). Allo stesso modo, le spese non comprendono il compenso dell’avvocato che assiste la parte in mediazione. Sono anche previste importanti agevolazioni fiscali per chi ricorre alla mediazione civile.

Mediazione e gratuito patrocinio: limiti di reddito per l’ammissione

Nelle ipotesi di mediazione obbligatoria, la parte in possesso delle condizioni per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, è esonerata dal pagamento delle indennità di mediazione.

In altri termini, la parte che, nell’ultima dichiarazione dei redditi, abbia dichiarato un reddito imponibile non superiore ad una determinata soglia, è esente dal pagamento delle spese di mediazione obbligatoria.

La soglia di reddito, per l’anno 2024, è di € 12.838,01 euro. Se la parte convive con il coniuge, l’unito civilmente o con altri familiari, il reddito è costituito dalla somma dei redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia e il limite di reddito per beneficiare del gratuito patrocinio è aumentato di 1.032,91 euro per ciascun familiare convivente. Si calcola il solo reddito personale dell’interessato solo quando sono oggetto della causa diritti della personalità o quando gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare.

Per poter beneficiare del patrocinio a spese dello Stato nei procedimenti di mediazione obbligatoria, occorre depositare, presso la segreteria dell’organismo di mediazione, un’apposita dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà attestante la propria situazione reddituale sotto soglia, nonché, ove richiesto, la documentazione comprovante la veridicità di quanto dichiarato. Sul punto, è bene consultare il regolamento dell’organismo di mediazione adìto.

Gratuito patrocinio in mediazione: l’intervento della Corte Costituzionale

Non vi sono dubbi sull’applicazione del gratuito patrocinio con riguardo alle indennità e alle altre spese di mediazione: in passato, l’originaria formulazione del Testo Unico sulle spese di giustizia (che risale al 2002) sembrava escluderlo (tant’è che ancora nel 2020 la Cassazione, con sentenza n. 18123, aveva negato la liquidazione dei compensi professionali dell’avvocato che aveva partecipato alla mediazione), ma poi la Corte Costituzionale è intervenuta in modo drastico, con la sentenza n. 10 del 20 gennaio 2022, dichiarando che il patrocinio a spese dello Stato deve essere garantito anche nel procedimento di mediazione obbligatoria che si conclude con un accordo.

Infatti si tratta di spese necessarie per assicurare l’effettività del diritto alla difesa, costituzionalmente garantito, perciò sarebbe irragionevole imporre un procedimento di mediazione obbligatoria senza concedere la possibilità di ottenere anche per tali spese la copertura del patrocinio statale in favore dei non abbienti.

Riforma giustizia civile: effetti su mediazione e gratuito patrocinio

Inoltre va considerato che la riforma Cartabia della giustizia punta all’effetto deflattivo della mediazione sulle cause civili, perché quando essa riesce evita il giudizio e dunque i tempi e i costi dell’intervento dell’apparato statale (non riconoscere il gratuito patrocinio per le spese di mediazione significherebbe incentivare le parti a non raggiungere un accordo e così instaurare la causa giudiziaria: ciò sarebbe assurdo e contrario ai fini che il legislatore intende perseguire).

Adesso la riforma della giustizia, varata con legge n. 206 del 2021 e in vigore dal 28 febbraio 2023, stabilisce espressamente l’estensione del patrocinio a spese dello Stato alle procedure di mediazione (ed anche a quelle di negoziazione assistita) in modo da eliminare tutti i precedenti dubbi sul punto. Per ulteriori informazioni, leggi “La nuova mediazione: funzionamento e spese“.

 
Pubblicato : 19 Marzo 2024 13:25