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Gli autori non iscritti alla Siae sono tutelati?

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(@mariano-acquaviva)
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L’iscrizione alla Società italiana degli autori e degli editori è obbligatoria? Cosa succede agli artisti che non sono soci della Siae?

Chi vuole riprodurre musica durante un evento aperto al pubblico deve pagare i diritti alla Siae. È però vero che la legge non obbliga gli artisti a iscriversi a questa particolare società. Cosa succede in questi casi? Gli autori non iscritti alla Siae sono tutelati?

Mettiamo il caso che, in occasione di un matrimonio, gli sposi decidano di far esibire la cover band di un artista che non è presente negli elenchi della Siae. In un’ipotesi del genere, la musica potrebbe essere eseguita liberamente, senza incorrere in alcuna sanzione? Vediamo cosa dice la legge.

Che cos’è la Siae?

La Siae è una società che tutela il diritto d’autore dei propri associati:

  • da un lato, impedendo che persone non autorizzate sfruttino indebitamente le opere dei propri autori, sanzionando i responsabili;
  • dall’altro, concedendo le licenze affinché lo sfruttamento sia lecito, dividendo gli introiti con gli autori.

Detto in altri termini, la Siae si occupa di gestire la parte economica del diritto d’autore dei propri iscritti.

Chi deve pagare la Siae?

Tutti coloro che vogliono utilizzare una delle opere dell’ingegno possedute dalla Siae deve pagare un corrispettivo per ottenere la licenza. Solo in questo modo l’esecuzione dell’opera altrui (di un brano musicale, ad esempio) può essere lecita.

Il compito della Siae è infatti di assicurare ad autori ed editori la remunerazione per il proprio lavoro: ogni opera dell’ingegno, infatti, è frutto di un’attività intellettuale che la legge tutela come ogni altro lavoro riconoscendo in favore di autori ed editori il diritto a un compenso per i vari tipi di sua utilizzazione.

L’iscrizione alla Siae è obbligatoria?

L’iscrizione alla Siae non è obbligatoria. Ciò significa che gli autori di opere creative (scrittori, registi, musicisti, ecc.) possono fare a meno di aderire alla Siae.

Quali sono le conseguenze di questa scelta? Gli autori non iscritti alla Siae non sono tutelati? Scopriamolo.

Siae: gli autori non iscritti sono tutelati?

Secondo la legge [1], il diritto di autore si acquista con la creazione stessa dell’opera. Non c’è bisogno quindi di alcuna iscrizione o di altro adempimento formale: è sufficiente che il frutto dell’attività intellettuale di una persona si sia concretizzato in un’opera esteriore affinché la legge offra la propria tutela al suo autore.

Ciò significa che qualsiasi persona abbia un romanzo conservato in un cassetto oppure una partitura musicale gelosamente custodita in casa può:

  • rivendicarne la paternità contro chiunque se ne voglia ingiustamente appropriare (cosiddetto diritto morale d’autore);
  • agire per ottenere il risarcimento contro chiunque indebitamente commetta plagio oppure utilizzi l’opera senza permesso (cosiddetto diritto patrimoniale d’autore).

Insomma: il diritto d’autore (o copyright) sorge automaticamente, senza alcuna iscrizione o pubblicazione. Ciò che conta è che l’opera, anche se ancora incompleta, presenti il carattere della creatività e della novità, pur essendo discutibile sotto il profilo meramente artistico.

Non è quindi tutelata un’opera dell’ingegno copiata, mentre lo è quella che, pur se realizzata male, è originale.

In pratica, il diritto d’autore protegge non solo i capolavori ma tutte le opere, anche quelle “pessime”.

A cosa serve iscriversi alla Siae?

Se il copyright sorge unitamente all’opera, senza alcuna altra formalità, a cosa serve l’iscrizione alla Siae?

L’autore che decide di associarsi alla Società degli autori ed editori italiani ottiene sicuramente una protezione maggiore della propria opera.

La Siae, infatti, per mezzo delle proprie sedi presenti su tutto il territorio italiano, vigila affinché le opere dei propri iscritti non siano plagiate né illecitamente riprodotte.

Inoltre, la Siae raccoglie i pagamenti che provengono da quanti decidono di ottenere la licenza per lo sfruttamento delle opere, dividendo i ricavi con i propri autori.

L’iscrizione alla Siae, quindi, pur non essendo necessaria per il diritto d’autore, consente di avere una migliore protezione delle opere dell’ingegno, in quanto la Siae:

  • da un lato, controlla e sanziona le eventuali violazioni;
  • dall’altro, garantisce più facile accesso alle licenze da parte dei privati che intendono avvalersene.

Chi invece non si iscrive alla Siae avrà sicuramente maggiori difficoltà a proteggere la propria opera da plagi, utilizzazioni indebite e scopiazzature varie, soprattutto oggi che quasi tutte le opere circolano sul web con una facilità disarmante.

Inoltre, il soggetto che voglia acquistare la licenza di utilizzo sarà costretto a rivolgersi direttamente all’autore (o alla società che ha acquisito i diritti di sfruttamento economico) anziché alla Siae, con difficoltà sicuramente maggiori: infatti, una cosa è collegarsi al sito internet della Siae, altro è doversi mettere in contatto con l’autore.

Ci sono alternative alla Siae?

La Siae è l’unico ente attualmente delegato per legge alla riscossione e alla ridistribuzione dei proventi per diritto d’autore.

Ci sono però dei motivi per non iscriversi alla Società italiana degli autori e degli editori:

  • il costo che bisogna sostenere per l’iscrizione;
  • la scarsa tutela che a volte fornisce agli autori. I controlli, infatti, non sono così capillari;
  • la modesta remunerazione destinata agli iscritti, i quali percepiscono solo una percentuale di quanto riceve la Società allorquando cede le licenze;
  • l’impossibilità di far circolare l’opera (aspetto che interessa soprattutto gli artisti emergenti).

Per tutte queste ragioni, alcuni autori potrebbero ricorrere a soluzioni alternative alla Siae. Ad esempio, è possibile affidarsi alle cosiddette licenze Creative Commons, che consentono lo sfruttamento dell’opera entro certi limiti, oppure aderire a società di gestione dei diritti d’autore di tipo privato diverse dalla Siae.

 
Pubblicato : 23 Agosto 2023 15:00