Girare col volto coperto a Carnevale: è legale?
Sfilate di carri allegorici e mascherate collettive devono ottenere il consenso dell’autorità di pubblica sicurezza per festeggiare nei luoghi pubblici?
A Carnevale ogni scherzo vale, ma non per la legge. Le solennità religiose e le feste civili non costituiscono infatti un valido motivo per derogare alle norme vigenti nel nostro ordinamento. Insomma: chi, durante il Martedì Grasso, commette un’infrazione al codice della strada andrà comunque punito. In questo preciso contesto si pone il seguente quesito: è legale girare col volto coperto a Carnevale?
La domanda è solo apparentemente banale: in Italia, infatti, esistono precise norme che proibiscono di mascherarsi in luoghi pubblici, pena una multa salata o perfino la contestazione di un reato. Il motivo è molto semplice: chi intende celare la propria identità ha, molto probabilmente, qualcosa di losco da nascondere.
Approfondiamo quanto detto sinora e vediamo se le norme sinora citate possono conciliarsi con festività come Carnevale o Halloween, durante le quali si è soliti girare a volto coperto.
È legale girare in strada col volto coperto?
La legge è lapidaria: è vietato comparire mascherato in luogo pubblico. La sanzione amministrativa è una multa da 10 a 103 euro [1].
Come anticipato, la ragione del divieto è semplice: girare col volto travisato è una condotta che si pone in evidente contrasto con ragioni di sicurezza e di tutela dell’ordine pubblico, in quanto renderebbe vano ogni tentativo di identificazione nel caso in cui venga commesso un crimine.
Non a caso, la legge ha previsto specifiche aggravanti per coloro che commettono un reato col volto coperto, come avviene nell’ipotesi di furto commesso da persona travisata [2], cioè da soggetto che ha alterato intenzionalmente il proprio aspetto esteriore così da essere irriconoscibile o, quantomeno, difficile da identificare.
È legale indossare un casco senza motivo?
Le cose si complicano ulteriormente se una persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo, nasconde la propria identità indossando un casco o qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il proprio riconoscimento.
In ipotesi del genere si integra un reato punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro.
Se poi il casco protettivo o altro strumento similare è utilizzato in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico (tranne quelle di carattere sportivo che giustificano tale uso, come ad esempio una gara di enduro), la pena è l’arresto da due a tre anni e l’ammenda da 2.000 a 6.000 euro.
In ipotesi del genere la legge autorizza la polizia a procedere con l’arresto in flagranza del soggetto sorpreso a indossare un casco o altro tipo di copricapo idoneo a nascondere l’identità.
È legale girare col volto coperto a Carnevale?
Quanto detto sinora ci consente di capire se è legale girare col volto coperto a Carnevale.
A rigor di legge, mascherarsi in strada per una festività è legale solamente se è stata ottenuta l’autorizzazione da parte dell’autorità locale di pubblica sicurezza, cioè del sindaco o del funzionario preposto (questore o commissario di polizia, ove presenti).
In buona sostanza, il divieto di girare col volto coperto è derogabile solo su espressa dispensa dell’autorità pubblica; in tutti gli altri casi, costituisce un illecito amministrativo e, nel caso di utilizzo di caschi e altri copricapi del genere, perfino un reato.
Per tale ragione, le sfilate di carri allegorici e le mascherate collettive devono sempre ottenere il previo consenso dell’autorità di pubblica sicurezza: sarebbe illegale organizzare, anche durante il giorno di Carnevale, un corteo di figuranti in maschera senza essere stati autorizzati in tal senso.
È ciò che accade nei grandi eventi, come ad esempio nel Carnevale di Venezia, di Viareggio o di Putignano: ogni avvenimento mascherato che si svolge in un luogo pubblico o aperto al pubblico deve essere preventivamente autorizzato.
Chi partecipa al Carnevale deve essere autorizzato?
Giunti a questo punto, ci si chiederà: se voglio partecipare a una festa di Carnevale, ad esempio a Venezia, dovrò prima ottenere l’autorizzazione della questura?
È evidente che ciò non sarebbe possibile: se ciascun partecipante o turista volesse ottenere il permesso scritto, gli uffici dell’autorità pubblica resterebbero irrimediabilmente oberati di lavoro.
Nei giorni di festa (come ad esempio durante il Martedì Grasso), le autorità semplicemente tollerano che le persone vadano in strada mascherati, nonostante il divieto legislativo.
Si tratta di un cortocircuito tra legge e prassi, giustificato anche dalla vetustà del divieto (che risale al 1931), a cui si pone rimedio con i particolari poteri che vengono attribuiti alla polizia per tutelare l’ordine pubblico: le autorità, infatti, possono in qualsiasi momento invitare i partecipanti a togliere la maschera perché si rendano riconoscibili.
Nei casi più gravi, ad esempio nell’ipotesi di flagranza o di evidenti indizi di reato, la polizia può perfino effettuare una perquisizione personale [4] e, nell’ipotesi in cui non sia possibile procedere all’identificazione (ad esempio, perché il soggetto rifiuta di fornire i documenti o quantomeno le proprie generalità), condurre il sospettato al più vicino comando di polizia, dove potrà essere trattenuto fino a dodici ore in attesa del riconoscimento [5].
-
Vaccino non obbligatorio senza consenso informato: c’è risarcimento?
2 giorni fa
-
Come fa il datore di lavoro a sapere il motivo della malattia?
4 giorni fa
-
Residenza persone fisiche: nuove regole
4 giorni fa
-
Quando è illegittimo il contratto a termine?
5 giorni fa
-
Proposta di acquisto casa legata alla concessione del mutuo
6 giorni fa