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Gestione dei figli con l’ex coniuge: consigli pratici

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(@elda-panniello)
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Nelle separazioni i genitori devono sempre perseguire l’interesse primario dei figli, accordandosi sulla loro gestione oppure predisponendo un piano genitoriale ad hoc.

Spesso quando una coppia decide di separarsi insorgono problemi connessi alla gestione dei figli. Infatti se da un lato il legame affettivo che univa gli ex coniugi è venuto meno, dall’altro essi rimangono legati dalla presenza dei figli. Questa unione che, peraltro, è destinata a permanere nel tempo, è sempre più difficile da mantenere, specie nell’ipotesi in cui la coppia si separa a causa di tradimenti. Di solito in una separazione consensuale i genitori riescono a tutelare gli interessi dei figli in maniera più lucida. Diversamente avviene in una separazione giudiziale. In entrambi i casi bisogna però pensare al benessere psicologico dei figli, conservando le proprie responsabilità di genitori. Quali sono dei consigli pratici per la gestione dei figli con l’ex coniuge? In primis i genitori devono sforzarsi di trovare un accordo: la rottura dell’unione matrimoniale sarà meno dolorosa per i figli quanto più essi riusciranno a stabilire un’intesa comune sulla loro gestione. Quindi, se ne sussistono i presupposti, meglio procedere con una separazione consensuale, laddove sarà possibile accordarsi su questioni di primaria importanza quali ad esempio quelle relative all’affidamento e al mantenimento dei figli.

Quando invece i genitori sono “l’uno contro l’altro armato”, quindi, si procede a una separazione giudiziale, è opportuno che ciascuno di essi si rivolga a un avvocato matrimonialista specializzato in diritto di famiglia. La consulenza di un avvocato esperto sarà fondamentale per chiarire i dubbi e per affrontare con maggiore sicurezza e serenità tutte le difficoltà, anche quelle relative alla gestione dei figli, che possono presentarsi per la coppia che ha deciso di separarsi. L’aiuto del legale sarà determinante anche per la redazione del piano genitoriale, di cui ci occuperemo nel corso del presente articolo.

Facciamo allora il punto della situazione e vediamo come è possibile gestire i figli con l’ex coniuge nella separazione consensuale e in quella giudiziale.

Separazione consensuale/gestione dei figli: su cosa accordarsi?

Nella separazione consensuale i coniugi si possono accordare sulla gestione dei figli, stabilendo le modalità attraverso le quali esercitare l’affido condiviso. Tali modalità vengono poi cristallizzate nell’accordo di separazione. Nell’affido condiviso la responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori [1]. Ciò vuol dire che sia il padre sia la madre prendono di comune accordo le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all’istruzione (vedi la scelta della scuola alla quale iscrivere i figli), all’educazione (anche religiosa) e alla salute (si pensi alla scelta del pediatra di base o a quella di uno specialista al quale rivolgersi), tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli.

Le decisioni di maggiore interesse per i figli possono anche riguardare l’ambito sociale o lo svolgimento di attività extra e parascolastiche, come la partecipazione a gite, a corsi o a viaggi all’estero oppure lo svolgimento di attività sportive.

Le decisioni di ordinaria amministrazione (ad esempio relative all’abbigliamento o ai libri scolastici) invece possono essere adottate da ciascun genitore autonomamente senza prima consultarsi con l’altro. Ovviamente tali decisioni non devono essere in contrasto con il parere dell’altro genitore.

I genitori altresì possono tra loro concordare:

  • con chi i figli andranno a vivere stabilmente, fermo restando il diritto/dovere dell’altro di vederli periodicamente, due o tre volte a settimana o comunque secondo un calendario concordato di volta in volta o definito in anticipo;
  • l’assegno di mantenimento che il genitore non collocatario, cioè quello con cui i figli non risiederanno, dovrà versare mensilmente all’altro per le spese legate alla gestione quotidiana della prole. Il genitore non collocatario dovrà partecipare in percentuale – di solito al 50% – anche alle spese straordinarie che si dovessero di volta in volta presentare (ad esempio per le gite scolastiche o per l’iscrizione all’università).

Il giudice poi prende atto degli accordi intervenuti tra i genitori, se non contrari all’interesse dei figli.

In alcune ipotesi specifiche i genitori possono accordarsi per l’affidamento esclusivo dei figli ad uno dei due che, di conseguenza, eserciterà la responsabilità genitoriale da solo. Ciò può succedere ad esempio quando il padre non può essere presente nella vita dei figli minori in maniera stabile e continuativa per motivi di salute o di lavoro (vedi un militare in servizio all’estero).

L’eventuale accordo è ammesso però solo se il giudice ritenga valide le motivazioni che hanno indotto i genitori a prendere una simile decisione e se ciò risponda realmente al superiore interesse dei minori.

Separazione giudiziale/gestione dei figli: cos’è il piano genitoriale?

Come previsto dalla riforma Cartabia entrata in vigore il 28 febbraio 2023, il genitore che avvia una procedura di separazione giudiziale può presentare la relativa richiesta e quella di divorzio contenzioso, contestualmente, ovvero in un unico atto e davanti lo stesso giudice. In particolare la domanda si propone con ricorso [2] mentre l’altro genitore si costituisce in giudizio con una comparsa di risposta.

Agli atti introduttivi entrambi i coniugi devono allegare un piano genitoriale, al fine di consentire al giudice di avere un’idea dello stile di vita dei figli e delle aspettative che possono garantire. In sostanza tale piano deve indicare gli impegni e le attività quotidiane dei figli relative alla scuola, al percorso educativo, alle attività extrascolastiche, alle frequentazioni abituali e alle vacanze normalmente godute.

Il piano genitoriale deve evidenziare un progetto sull’esercizio della responsabilità genitoriale. E’, pertanto, uno strumento che mira a favorire una genitorialità attiva e condivisa da parte dei genitori, con il fine di perseguire il miglior interesse dei figli minori.

L’allegazione del piano genitoriale è un adempimento obbligatorio affinché il giudice possa verificare se l’esercizio della responsabilità genitoriale è impostato in maniera corretta dai genitori. Nel caso in cui non lo fosse, il giudice può formulare una proposta di piano genitoriale, tenendo conto di quelli allegati dalle parti assieme agli atti introduttivi.

L’accettazione del piano proposto dal giudice vincola le parti ad osservarne il contenuto. Il mancato rispetto delle condizioni ivi previste costituisce un comportamento sanzionabile, anche congiuntamente, con:

  • l’ammonizione del genitore inadempiente;
  • l’individuazione della somma di denaro dovuta dall’obbligato per ogni violazione successiva ovvero per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento;
  • la condanna del genitore inadempiente al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria, da un minimo di 75 euro a un massimo di 5.000 euro a favore della Cassa delle ammende.

In caso di gravi inadempienze, anche di natura economica, o di atti che arrechino pregiudizio al minore od ostacolino il corretto svolgimento delle modalità dell’affidamento e dell’esercizio della responsabilità genitoriale, il giudice può inoltre condannare il genitore inadempiente al risarcimento dei danni a favore dell’altro genitore o, anche d’ufficio, del minore [3].

 
Pubblicato : 5 Maggio 2023 14:00