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Furto della bicicletta: conviene denunciare?

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(@mariano-acquaviva)
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Bici rubate: come fare la denuncia, le problematiche del riconoscimento, la procedibilità a querela dopo la riforma Cartabia.

In Italia vengono rubate ogni anno circa 320.000 bici, che muovono un mercato illecito di 150 milioni di euro. In caso di furto della propria due ruote, sono in molti a chiedersi se denunciare serva davvero a qualcosa oppure sia soltanto una perdita di tempo: purtroppo, infatti, poche volte la refurtiva viene ritrovata.

Al di là dell’utilità pratica, va detto che a seguito della riforma Cartabia [1] il furto delle biciclette è diventato procedibile a querela di parte, con la conseguenza che in assenza di denuncia da parte della persona offesa le autorità non potranno nemmeno attivarsi. Insomma: denunciare non solo conviene ma è addirittura necessario, se si intende provare ad avere giustizia. Procediamo con ordine.

La denuncia di furto: come funziona?

La denuncia è sicuramente il metodo migliore, in caso di ritrovamento, per riavere indietro il mezzo. La denuncia è inoltre lo strumento che consente alle forze dell’ordine di avere un quadro più chiaro della presenza di un problema, predisponendo pertanto le dovute contromisure.

La denuncia può essere presentata presso la polizia, i carabinieri e anche presso la polizia municipale. Insomma: ogni presidio di polizia giudiziaria può ricevere la segnalazione di reato.

Nella denuncia si deve procedere alla descrizione dei fatti, indicando le proprie generalità e le caratteristiche della bicicletta: marca, modello, colore, accessori, numero del telaio (molto importante, anche se purtroppo in genere non conosciuto dai proprietari), eventuali segni particolari. È buona norma allegare alla denuncia una fotografia della bici, per rendere più facile il riconoscimento. Vietato farsi illusioni: le possibilità di risalire in sella sono basse.

La denuncia non presenta spese se a farla è direttamente l’interessato: potrà a tal fine recarsi personalmente senza bisogno dell’assistenza di un avvocato. Se, invece, si vale di professionisti (l’avvocato munito di procura speciale), potrebbe essergli chiesto un corrispettivo per l’attività svolta.

Furto di biciclette: serve la querela?

Come anticipato in premessa, il furto di biciclette è diventato procedibile a querela. La conseguenza è che, se entro tre mesi il proprietario non sporge denuncia, il reato non sarà più perseguibile. Ciò significa che nessuna persona diversa dalla vittima potrà segnalare il fatto alle autorità.

La pena per il furto di biciclette è invece rimasta invariata: la sanzione prevista è sempre la reclusione da due a sei anni [2].

Per la legge si tratta di un’ipotesi di furto aggravato in quanto generalmente il ladro adopera particolari astuzie per effettuare la sottrazione, o comunque approfitta del fatto che la bicicletta sia lasciata in un luogo pubblico o comunque accessibile al pubblico, esattamente come avviene per le auto nei parcheggi.

Furto di biciclette: conviene denunciare?

Perché molti si chiedono se davvero conviene denunciare il furto di biciclette? Il vero problema delle due ruote è che non hanno elementi identificativi come la targa. Diventa pertanto complicato collegare una bici al suo legittimo proprietario e capire se è rubata, anche perché l’unico segno distintivo, che è il numero di telaio, spesso sfugge al titolare del mezzo.

Alcuni Comuni (come Padova) e associazioni hanno provveduto a costituire un sistema di marcatura delle bici: sul telaio viene punzonato il codice fiscale del proprietario o comunque un codice identificativo, poi inserito in un database consultabile dai cittadini e dalle forze di polizia. Questo rende molto più facile il riconoscimento.

Tempo fa era anche stata presentata una proposta di legge [3] che prevedeva l’obbligo di montare su ciascuna bici un microchip identificativo in un punto nascosto del telaio. I relativi dati sarebbero confluiti in un archivio nazionale istituito presso il Ministero dell’Interno. La norma avrebbe previsto anche un sistema sanzionatorio: 500 euro di multa per chi vende mezzi privi di microchip; 700 euro di multa per i rivenditori che acquistano bici da terzi senza verificare che esse siano dotate di microchip; 700 euro di multa e reclusione fino a tre mesi anche per chi rimuove o danneggia volutamente il microchip.

La proposta si è però arenata alla Camera già diversi anni fa. Si era anche parlato di targa alle biciclette, anche in questo caso però nulla è stato fatto.

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Pubblicato : 26 Gennaio 2023 20:25