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Fotografare un’auto parcheggiata in divieto si può?

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(@angelo-greco)
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Limiti legali per chi fa una fotografia a un’auto parcheggiata male o in divieto di sosta: quali sono le normative in vigore a riguardo e quali i limiti della privacy.

Ti sei mai chiesto se si può fotografare un’auto parcheggiata in divieto di sosta? In quali situazioni è lecito farlo senza violare la privacy e quali sono le normative in vigore? In questo articolo approfondiremo il tema, focalizzandoci sulla sentenza n. 18744 della Corte di Cassazione e sui possibili scenari che potrebbero verificarsi.  

Posso fotografare l’auto del mio vicino parcheggiata in divieto di sosta?

Poniamo il caso di Tizio, che si trova di fronte a un’auto parcheggiata in divieto di sosta nel proprio condominio. Tizio decide di fotografare l’auto per segnalare la situazione all’amministratore del condominio. Secondo la sentenza n. 18744 della Corte di Cassazione, questo comportamento non integra il reato di molestie, poiché non vi è un motivo biasimevole alla base dell’azione.

Cosa significa “motivo biasimevole”?

Il motivo biasimevole si riferisce a un’intenzione riprovevole o disonorevole alla base di un’azione. Nel caso di Tizio, fotografare l’auto parcheggiata in divieto di sosta ha lo scopo di segnalare un comportamento scorretto all’amministratore del condominio, e quindi non si configura come un motivo biasimevole.

Se poi il regolamento di condominio lo prevede, l’amministratore può anche sanzionare il responsabile con multe che possono arrivare fino a 200 euro (o ad 800 in caso di recidiva). A tal fine però, oltre alla previsione in apposita clausola del regolamento, è necessaria la previa autorizzazione dell’assemblea.

E se ci fossero dei minori a bordo dell’auto?

Nel caso in cui a bordo dell’auto parcheggiata in divieto di sosta ci fossero dei minori, la situazione non cambia. La Corte di Cassazione ha chiarito che fotografare l’auto per segnalare il comportamento scorretto all’amministratore non integra il reato di molestie, anche in presenza di minori.

Quali sono i limiti per non commettere reato?

Per non incorrere nel reato di molestie, è importante che l’azione di fotografare l’auto non sia ispirata dallo scopo di molestare il responsabile, vendicarsi o comunque fargli un dispetto: la fotografia deve solo servire a segnalare il comportamento scorretto all’amministratore del condominio. Inoltre, l’azione deve essere svolta in modo discreto, evitando di interferire sgradevolmente nella sfera privata di altre persone. In ultimo, la fotografia non può essere diffusa sui social o su chat poiché, diversamente, si commetterebbe una violazione dell’altrui privacy.

Cosa accade se l’azione viene ripetuta più volte?

Se l’azione di fotografare un’auto in divieto di sosta viene ripetuta più volte, la situazione potrebbe cambiare e si potrebbe incorrere in una querela per reato di molestie. Nel caso specifico analizzato dalla Corte di Cassazione, tuttavia, la sentenza si riferisce a un solo episodio, e pertanto non è possibile trarre conclusioni definitive riguardo all’abitualità della condotta.

Quali sono gli altri mezzi per segnalare un’auto parcheggiata in divieto di sosta?

Se non si desidera fotografare l’auto in divieto di sosta, è possibile segnalare la situazione all’amministratore del condominio o alle autorità competenti in altri modi. Ad esempio, si può annotare la targa dell’auto, descrivere la situazione e fornire dettagli sulla posizione e l’ora dell’infrazione.  

Si può anche chiamare il carro attrezzi ma, se l’area di parcheggio è privata – come appunto succede spesso nel caso del cortile condominiale – i costi del suo intervento sono a carico di chi ne chiede l’intervento. 

Cosa prevede la legge in caso di violazione del divieto di sosta?

La violazione di un divieto di sosta in una strada pubblica comporta l’applicazione della multa stradale.

Le sanzioni previste dalla legge per la violazione del divieto di sosta variano a seconda delle specifiche circostanze e della gravità dell’infrazione. In genere, il conducente dell’auto può essere multato e, in caso di recidiva o di violazioni gravi, può anche essere prevista la rimozione del veicolo.

Se tuttavia l’auto blocca il passaggio a un’altra, impedendo ad esempio l’ingresso o l’uscita da un box, da un cancello o da altro posto auto è possibile sporgere querela per violenza privata. Tale è l’orientamento ormai costante della giurisprudenza.

 
Pubblicato : 6 Maggio 2023 06:50