forum

Foto in biancheria ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Foto in biancheria diffuse senza consenso: è reato di revenge porn?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
46 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Per la Cassazione diffondere online e senza l’altrui consenso immagini di una persona, anche se non è nuda, ma è in biancheria intima rientra nel reato di revenge porn.

Cosa si intende per revenge porn? È reato diffondere online foto di una persona in semplice biancheria intima? Una recente sentenza della Cassazione ha fatto luce su tale questione, offrendo una chiara interpretazione del Codice Penale in materia. Vediamo cosa ha detto la Suprema Corte, non prima di aver analizzato i confini di tale illecito penale di recente introduzione nel nostro ordinamento.

Cos’è il revenge porn?

Il revenge porn (letteralmente “porno vendicativo”) è un termine che si riferisce alla diffusione non consensuale di immagini o video a sfondo sessuale di una persona senza il suo consenso, spesso con l’intento di danneggiarla o umiliarla. Questa pratica è spesso legata a situazioni di vendetta o ritorsione, come ad esempio al termine di una relazione sentimentale, da cui deriva il nome “revenge” (vendetta).

Quindi commette revenge porn chi diffonde la foto “intima” di una donna con cui ha avuto una relazione sebbene l’abbia legittimamente ricevuta da lei stessa.

Ma il reato di revenge porn non riguarda solo i propositi di vendetta (l’amante abbandonato). Ciò che rileva è la pubblicazione dell’immagine o del video, indipendentemente dal fine, quindi anche se ciò avviene per divertimento o goliardia.

Inoltre – come vedremo a breve – si può macchiare del reato anche chi non ha avuto alcun tipo di legame con la vittima. Quindi chi, ad esempio, viene in possesso della foto hard di un’altra persona e contribuisce alla sua diffusione tramite chat, social, WhatsApp o la rete internet commette reato.

Infine il reato scatta nonostante il materiale diffuso sia stato inizialmente inviato spontaneamente dalla vittima che lo abbia prodotto in piena consapevolezza. Ciò che caratterizza l’illecito è l’assenza di autorizzazioneda parte della vittima stessa alla diffusione delle immagini o dei video.

Cosa dice la legge sul revenge porn

Il revenge porn è punito dall’articolo 612 ter del codice penale. Sono previste due diverse ipotesi di condotta vietata:

  • quella di chi, dopo averle realizzate o sottratte, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessuale esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate (primo comma);
  • quella di chi, dopo aver ricevuto o comunque acquisito le immagini ed i video di cui sopra li invia, consegna, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate (secondo comma).

La pena per entrambe le ipotesi è la stessa: la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5000 a 15.000 euro.

Cosa dice la sentenza della Cassazione sul revenge porn?

La Cassazione, nella sentenza n. 32602 del 26 luglio 2023, ha stabilito che la diffusione online di immagini di una persona in biancheria intima rientra nel reato di revenge porn. Dunque, il reato scatta anche se le immagini non ritraggono la persona in espliciti atti sessuali.

Nella vicenda decisa dai giudici supremi, un uomo è stato condannato per aver diffuso video della sua ex compagna in lingerie. L’accusa sosteneva che tali video avevano un contenuto sessualmente esplicito. La difesa ha cercato di ridimensionare le accuse, sottolineando la mancanza di contenuti esplicitamente sessuali nei video e il fatto che uno dei video non era stato nemmeno diffuso.

La Cassazione ha chiarito che il concetto di “contenuto sessualmente esplicito” non si limita alla riproduzione di rapporti sessuali o organi sessuali. La sessualità può essere evocata anche mostrando parti erogene del corpo che, nel contesto specifico, evocano l’istinto sessuale.

La Cassazione sottolinea che il reato di revenge porn è inserito tra quelli a tutela della libertà morale individuale. Si rivolge alla sfera di intimità personale e della privacy, intesa come diritto a controllare l’esposizione del proprio corpo e della propria sessualità.

Qual è l’importanza dei commenti associati ai video?

Nel caso specifico, i commenti che accompagnavano i video dimostravano che l’uomo era pienamente consapevole del contesto sessuale delle immagini. Questi commenti hanno rafforzato l’accusa di revenge porn.

Come viene definita la “diffusione” secondo la Cassazione?

La diffusione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito è reato non appena queste vengono inviate a qualcuno senza il consenso della persona ritratta. La diffusione è considerata avvenuta con il primo invio, indipendentemente dal destinatario o dal numero di soggetti che ne prendono visione.

Immaginiamo che Anna riceva un messaggio da un amico che si sia fotografato in mutande. Anna inoltra la foto alle sue amiche per vantarsi della preda. Anna sta commettendo il reato di revenge porn.

In conclusione, la sentenza della Cassazione ha ampliato la definizione di revenge porn, includendo la diffusione di immagini di una persona in biancheria intima. Questa decisione sottolinea l’importanza della tutela della privacy e dell’integrità personale nell’era digitale.

 
Pubblicato : 18 Settembre 2023 12:45