forum

Figlio lavora in ca...
 
Notifiche
Cancella tutti

Figlio lavora in call center: ha diritto al mantenimento?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
59 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Lavoro con contratto a tempo determinato e paga bassa: il padre deve versare l’assegno con gli alimenti al figlio maggiorenne?

I call center sono spesso una salvezza per coloro che ha bisogno di un’entrata per mantenersi, non disponendo (ancora) di una formazione adeguata e di tutta la giornata per lavorare. Tuttavia, tale impiego non viene quasi mai considerato come un porto definitivo: il più delle volte i call center sono un parcheggio provvisorio per studenti e ragazzi in via di specializzazione o per chi è in cerca di un’occupazione confacente alle proprie aspettative. 

Ci si è così più volte chiesto se il figlio che lavora in call center ha diritto al mantenimento. Il dubbio sorge per via del fatto che, seppur la retribuzione non è di certo tale da garantire una serenità economica, essa consente almeno una discreta autonomia. Né si può dire che il fatto di intendere l’impiego in un call center come momentaneo possa qualificarlo come un lavoro precario. Peraltro, più volte la Cassazione ha detto che anche i contratti a tempo determinato possono essere sufficienti a rompere il legame di dipendenza del figlio dai genitori (a meno che non si tratti di lavoro stagionale o comunque per periodi di tempo molto brevi).

Lavoro in un call center: spettano gli alimenti?

Detto ciò, la giurisprudenza si è più volte occupata dell’argomento cercando di definire i confini entro cui il diritto a essere mantenuti e a ricevere l’assegno mensile dal padre possa essere interrotto in caso di lavoro in un call center. 

Di recente il tribunale di Cosenza [1] ha ribadito che il mantenimento da parte dei genitori del figlio maggiorenne, che sia stato sostenuto nel percorso di studi e nella ricerca di lavoro, non può essere protratto all’infinito, ma serve a garantire il soddisfacimento dei bisogni primari sino a che il figlio non riesca ad inserirsi nel mondo del lavoro. Una volta che il figlio abbia tutti gli strumenti necessari per svolgere una attività remunerativa ed abbia trovato un primo impiego, magari non del tutto soddisfacente o corrispondente alle proprie aspirazioni, non si può ritenere sussistente il diritto all’assegno di mantenimento. Nel caso di specie, il giudice ha quindi escluso il diritto al mantenimento per un figlio impiegato in un call center.

Figlio con contratto a tempo determinato: ha diritto al mantenimento?

La stessa circostanza di avere un contratto a termine non può essere una giustificazione per la prosecuzione del diritto agli alimenti. Come chiarito dalla giurisprudenza [2], l’esercizio di un’attività lavorativa retribuita, benché effettuata in esecuzione di contratto di lavoro a tempo determinato, può costituire un elemento rappresentativo della capacità di questi di avere un’adeguata fonte di reddito e, quindi, del raggiungimento dell’autosufficienza economica. Tuttavia, – precisano i giudici – non tutte le attività lavorative a tempo determinato sono tali da provare il raggiungimento di tale autosufficienza economica: nel caso infatti di una breve durata del rapporto di lavoro o di una bassa retribuzione permane il diritto del figlio a ottenere il mantenimento dal genitore.

Dunque, anche i contratti con i call center vanno giudicati caso per caso: sulla base cioè della durata (e degli eventuali pregressi rinnovi) e della retribuzione mensile.

Ma c’è anche un altro elemento che può determinare il giudice nell’esclusione del diritto al mantenimento: l’età. Difatti, se anche il giovane si sta formando o sta facendo la pratica professionale (si pensi a un praticante avvocato), il solo fatto di aver raggiunto i 30/35 anni è sufficiente a far decadere per sempre il diritto al mantenimento. E ciò perché, come ha insegnato più volte la Cassazione, lo stato di disoccupazione protratto oltre tale soglia di età è tale da far presumere – senza possibilità di prova contraria – che vi sia stata inerzia colpevole da parte del giovane nella ricerca di un’attività lavorativa. Sicché questi deve sapersi anche accontentare di ciò che il mercato offre, anche se non in linea con le proprie aspirazioni. 

Secondo il Tribunale di Monza [3], la necessità di tenere conto della situazione di maggiore flessibilità del mercato del lavoro ha portato all’affermazione del principio secondo cui l’indipendenza economica del figlio maggiorenne, ai fini della cessazione dell’obbligo di mantenimento da parte dei genitori, deve essere parametrata in base al criterio di relatività e al percorso scolastico della prole. Di conseguenza, anche un contratto a tempo determinato e un contratto di apprendistato possono condurre all’indipendenza economica, il primo se il compenso è adeguato e l’orizzonte temporale non troppo ristretto, il secondo in quanto sia finalizzato all’occupazione e all’inserimento con carattere di stabilità nel mercato del lavoro.

Mantenimento del figlio che perde il lavoro

C’è un ultimo e non secondario aspetto da considerare: quello per cui, una volta raggiunta l’autonomia – fosse anche attraverso un contratto a termine con un call center – il diritto al mantenimento cessa per sempre e non può rivivere nel caso di successiva perdita di lavoro. Una volta sciolto il legame con i genitori infatti questo non può più essere riesumato. 

In proposito la Cassazione [4] ha ricordato che lo svolgimento di un’attività retribuita, ancorché prestata in esecuzione di contratto di lavoro a tempo determinato, può costituire un elemento rappresentativo della capacità del figlio di procurarsi un’adeguata fonte di reddito, e quindi della raggiunta autosufficienza economica, che esclude la reviviscenza dell’obbligo di mantenimento da parte del genitore a seguito della cessazione del rapporto di lavoro, fermo restando che non ogni attività lavorativa a tempo determinato è idonea a dimostrare il raggiungimento della menzionata autosufficienza economica, che può essere esclusa dalla breve durata del rapporto o dalla ridotta misura della retribuzione.

 

The post Figlio lavora in call center: ha diritto al mantenimento? first appeared on La Legge per tutti.

 
Pubblicato : 14 Febbraio 2023 07:29