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Ex moglie giovane e in grado di lavorare: no al mantenimento

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(@raffaella-mari)
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La Cassazione respinge il ricorso di una donna per l’assegno di mantenimento, attesa la sua capacità lavorativa. Gli aiuti economici dei genitori non si considerano reddito e non rilevano.

Cosa succede quando una ex moglie giovane e capace di lavorare richiede un assegno di mantenimento? La Corte di Cassazione ha affrontato una questione di grande rilevanza sociale, che riguarda la responsabilità economica nei confronti del partner dopo la fine del matrimonio. In questa sentenza, sono stati esaminati temi chiave come l’indipendenza economica, l’obbligo di mantenimento e il diritto-dovere al lavoro. E, non da ultimo, si è stabilito quanto possano incidere, nel calcolo dell’assegno di mantenimento, gli aiuti economici che uno dei due ex coniugi percepisce dai genitori. Ma procediamo con ordine.

La vicenda

La Cassazione si è pronunciata con l’ordinanza n. 17805/2023 sul ricorso di una donna a cui, in primo e in secondo grado, era stato negato l’assegno di mantenimento dopo la separazione dal marito dato che era giovane e aveva rifiutato un percorso di inserimento lavorativo proposto dai servizi sociali.

Il ricorso della donna faceva inoltre lega sulle condizioni economiche favorevoli della sua ex suocera, proprietaria di vari immobili dati in affitto. Questo, secondo lei, avrebbe avuto un impatto positivo sui redditi dell’ex marito poiché questi conviveva ancora con la madre da cui avrebbe avuto un sostegno economico.

Inoltre, la donna lamentava l’errore della Corte nel valorizzare la sua giovane età e la circostanza del rifiuto dell’offerta di inserimento nel mondo del lavoro, posto che non si trattava di una proposta concreta, bensì di un inserimento futuro ed ipotetico.

Quanto incidono gli aiuti economici dei genitori sul mantenimento?

Secondo la Cassazione, le argomentazioni della donna erano inammissibili. In particolare, il punto che coinvolgeva l’aiuto economico della suocera è stato definito erroneo. Infatti, ai fini dell’assegno di separazione, non possono rilevare le condizioni economiche dei genitori del soggetto obbligato. E questo perché eventuali aiuti forniti dal padre o dalla madre dell’ex coniuge sono da considerare elargizioni spontanee, ossia donazioni, che quindi non fanno reddito e non rilevano ai fini del calcolo dell’assegno di mantenimento.

La donna giovane non ha diritto al mantenimento

La Corte si è basata sulla giovane età della donna e sul rifiuto ingiustificato del percorso di inserimento lavorativo. Inoltre, ha considerato la circostanza che ella godeva di una prestazione economica apprezzabile da parte dell’ex marito, il pagamento del canone di locazione dell’appartamento in cui vive con la figlia.

Ciò che conta non è il lavoro ma la potenzialità lavorativa

La pronuncia in commento mette in luce come i giudici stiano cercando di bilanciare gli obblighi derivanti dalla separazione con la necessità di promuovere l’indipendenza economica, soprattutto nel caso di ex coniugi giovani e in grado di lavorare. Ciò che le aule di tribunale valorizzano non è tanto la disponibilità (o meno) di un reddito da parte del richiedente il mantenimento ma la sua potenzialità lavorativa ossia la capacità di produrre reddito. Dunque, una donna giovane, formata, sana è ancora in grado di occuparsi e perciò ha il dovere di farlo, di accettare proposte lavorative. Perché – ha affermato la Cassazione nel 2017 – il matrimonio non è un’assicurazione sulla vita e dunque ciascun coniuge ha l’obbligo, dopo il divorzio, di rendersi autonomo per non essere un fardello sull’ex.

 
Pubblicato : 5 Luglio 2023 11:15