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Ex marito troppo prodigo con l’amante: che fare?

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(@adele-margherita-falcetta)
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Cosa fare se il coniuge dal quale ci si è separati spende troppo denaro per un’altra persona, rischiando di non potere adempiere ai suoi obblighix di mantenimento.

Immaginiamo la situazione di Laura, che dopo anni di matrimonio ha divorziato da Marco. Recentemente, Laura scopre che Marco sta spendendo ingenti somme di denaro per la sua nuova compagna, compromettendo così la capacità economica che era stata garantita per il mantenimento dei figli. Questa situazione solleva una serie di questioni legali: che fare se l’ex marito è troppo prodigo con l’amante? Quali sono i diritti di Laura in questa situazione? Come può garantire che il benessere dei suoi figli non sia compromesso dall’improvvida generosità dell’ex marito verso la sua nuova compagna? Questo articolo analizza le possibili vie legali per affrontare questo delicato problema e offre una soluzione.

Che cos’è la prodigalità?

La prodigalità è un comportamento caratterizzato da un’eccessiva e irrazionale dissipazione di beni e risorse finanziarie. A differenza della generosità, che implica la donazione o l’uso delle proprie risorse per aiutare gli altri in modo ponderato e sostenibile, essa si manifesta in una spesa eccessiva e priva di giudizio che può compromettere la stabilità finanziaria e il benessere dell’individuo o della sua famiglia.

Ad esempio, una persona generosa potrebbe donare una somma di denaro a un’organizzazione benefica o sostenere finanziariamente un amico in difficoltà, sempre tenendo conto delle proprie capacità economiche. Al contrario, un individuo prodigo potrebbe spendere ingenti somme in oggetti di lusso, vacanze costose o regali sproporzionati, senza tener conto delle proprie reali possibilità finanziarie o delle esigenze future, mettendo così a rischio la propria sicurezza economica e quella dei suoi cari.

Ecco  alcuni comportamenti che possono essere considerati esempi di prodigalità:

  • acquisti compulsivi di beni di lusso;
  • vacanze e viaggi costosi, che vanno oltre le proprie possibilità economiche;
  • fare regali estremamente costosi a amici o conoscenti, che vanno oltre le norme di generosità accettabile e prudente;
  • investimenti azzardati, senza una dovuta analisi o consulenza professionale;
  • organizzare eventi sociali o feste con spese stravaganti, spesso per impressionare gli altri, senza riguardo per la sostenibilità finanziaria;
  • acquistare proprietà immobiliari molto costose, come ville o appartamenti in zone esclusive, senza una reale necessità o capacità economica di sostenerne le spese;
  • investire in modo irragionevole in collezioni, come arte, auto d’epoca, o altre passioni che comportano spese significative;
  • utilizzare le carte di credito per effettuare acquisti impulsivi, accumulando un debito che supera la capacità di rimborso;
  • richiedere prestiti o accendere mutui con condizioni sfavorevoli per mantenere uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità economiche.

Questi comportamenti, se protratti nel tempo, possono portare a gravi difficoltà finanziarie e a conseguenze legali, soprattutto se influenzano la capacità di adempiere alle proprie responsabilità economiche verso la famiglia o altri obblighi.

A determinate condizioni, quindi, la persona prodiga può essere considerata fragile e deve essere protetta, onde evitare che col suo comportamento arrechi danno a se stessa e alle persone nei confronti delle quali ha degli obblighi.

Quali sono le misure di protezione delle persone fragili?

Nel sistema legale italiano, per tutelare gli adulti incapaci di gestire i propri interessi, sono disponibili tre meccanismi: l’amministrazione di sostegno, introdotta dalla legge n. 6/2004 che ha modificato il codice civile, l’interdizione e l’inabilitazione, entrambe già stabilite dal codice Civile all’art. 414 e seguenti e parzialmente riformate dalla stessa legge.

Queste misure implicano una valutazione da parte di un’autorità giudiziaria – il Giudice Tutelare per l’amministrazione di sostegno e il Tribunale per l’interdizione e l’inabilitazione – basata sull’analisi della documentazione fornita e su un incontro diretto con la persona coinvolta.

Le tre forme di tutela hanno impatti differenti sulle capacità legali dell’individuo:

  • con l’amministrazione di sostegno, il soggetto riceve assistenza o viene sostituito da un amministratore di sostegno nella realizzazione di atti specifici decisi dal Giudice Tutelare, mantenendo la capacità di agire autonomamente per gli atti non inclusi in questo mandato;
  • nell’interdizione, l’individuo perde completamente la capacità di agire autonomamente e un tutore viene nominato per gestire tutti i suoi affari.
  • nell’inabilitazione, l’individuo necessita del supporto di un curatore per gestire atti di amministrazione straordinaria, ma può svolgere atti di amministrazione ordinaria senza assistenza.

La legge privilegia la valorizzazione delle capacità residuate dell’individuo, pur nelle sue difficoltà e vulnerabilità. Il principio fondamentale adottato dal legislatore sembra essere che per aiutare una persona in difficoltà non è sempre necessario privarla del tutto della sua capacità di agire, ma piuttosto è preferibile, quando possibile, fornire un livello adeguato di sostegno, attraverso l’assistenza di un amministratore.

Ex marito troppo generoso con l’amante: c’è un rimedio?

Che fare dunque se l’ex marito è troppo prodigo con l’amante? Esiste un modo per impedirgli di sperperare il suo patrimonio, mettendo a rischio l’adempimento degli obblighi di mantenimento verso moglie e figli? La Corte di Cassazione, con una sentenza recentissima, ha fornito una risposta affermativa alla domanda, ritenendo ammissibile la nomina di un amministratore di sostegno per un ex marito eccessivamente generoso con la sua amante, su richiesta della moglie separata e beneficiaria di un assegno.

Questa decisione sottolinea che in situazioni di prodigalità eccessiva, un controllo può diventare essenziale, anche se la dispersione del patrimonio, causata da spese non chiare, deriva da una scelta volontaria piuttosto che da problemi psichici.

Secondo la Suprema Corte, la prodigalità eccessiva per motivi futili deve essere controllata, anche se scelta volontariamente.

La Cassazione, in linea con la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (sentenza n. 46412/2023), ha delineato i confini entro cui un individuo può gestire il proprio patrimonio. Questa libertà include il diritto di ridurre i propri beni, ma non al punto di non poter più adempiere ai doveri di solidarietà verso l’ex coniuge o di provvedere ai propri bisogni. Un individuo benestante non dovrebbe ridursi a dipendere dagli aiuti pubblici per una vita dignitosa. La collettività, avverte la Corte, non può assumersi la responsabilità di coloro che, pur disponendo di mezzi adeguati, si trovano in difficoltà a causa di una generosità irragionevole e oltre le loro possibilità.

 
Pubblicato : 18 Febbraio 2024 14:30