Evasione fiscale: come essere assolti
Come ottenere l’assoluzione per particolare tenuità del fatto in caso di reati tributari.
L’articolo 131-bis del codice penale consente di ottenere l’assoluzione per quei reati puniti con la pena detentiva di non oltre cinque anni e/o con la pena pecuniaria. Tra questi vi rientrano quasi tutte le fattispecie di evasione fiscale [1]. Ma non sempre è possibile ottenere tale beneficio, così come non succede anche in caso di difficoltà economiche e crisi aziendale. Alcuni chiarimenti in merito forniti dalla Cassazione spiegano come essere assolti dal reato di evasione fiscale. Vediamo quali sono le ultime sentenze a riguardo.
Quando non spetta l’assoluzione per evasione fiscale
Come noto, l’evasione fiscale integra un reato solo al raggiungimento di determinate soglie di denaro sottratto allo Stato: soglie che variano in funzione del tipo di comportamento tenuto. Per conoscere tutte le fattispecie, leggi L’evasione fiscale è reato?
L’evasore fiscale che, una volta ricevuta la citazione a giudizio, provvede a saldare parte del debito dovuto al fisco portando la somma evasa al di sotto della soglia prevista per il reato non potrà dichiararsi non colpevole. Non potrà neanche invocare la causa di giustificazione della particolare tenuità del fatto. Ai fini della «particolare tenuità del fatto», ha detto la Cassazione [2], contano non già i comportamenti assunti dopo la commissione del reato ma quelli anteriori. Difatti è al momento della consumazione dell’illecito penale di evasione fiscale che devono esserne verificati i presupposti integranti tale causa di non punibilità. Come già aveva detto in passato la Suprema Corte [3], il diritto dell’imputato ad ottenere, prima dell’apertura del dibattimento un termine per il saldo del pagamento già in corso impedisce la possibilità di dichiarare la non punibilità del fatto per la sua particolare tenuità.
Inoltre, la particolare tenuità del fatto viene negata in caso di abitualità nel reato. Sicché chi è già stato condannato in passato per lo stesso reato non può ottenere l’assoluzione.
Quando ottenere la particolare tenuità del fatto per evasione fiscale
La causa di non punibilità della particolare tenuità del fatto può operare anche con riferimento ai reati tributari ma solo se l’entità delle somme non versate all’erario è esigua. Resta comunque necessario aver superato la soglia di punibilità penale: ossia aver sforato i limiti di importo oltre il quale scatta il reato. Se si è invece al di sotto di tale soglia, non si è penalmente responsabili e si deve essere assolti con la formula «il fatto non sussiste». Si parlerà, in tal caso, di semplice illecito amministrativo cui faranno seguito solo le sanzioni economiche di natura tributaria.
Ritorniamo ai casi in cui è possibile essere assolti da evasione fiscale per particolare tenuità del fatto. La scelta di ancorare il riconoscimento della particolare tenuità del fatto all’ammontare delle somme non versate al fisco è pienamente comprensibile: è questo infatti l’elemento principale per accertare la gravità della violazione tributaria. Al contempo però deve ricordarsi che con una ulteriore pronuncia, contestuale a quella di cui si sta facendo menzione, sia pur relativa al reato di omesso versamento di contributi previdenziali, la Cassazione abbia ritenuto penalmente rilevante e meritevoli di punizione anche omessi versamenti di importi irrisori (nel caso di specie l’importo non versato era di circa 5.000,00 euro [2]): è evidente che, secondo questa impostazione, inadempimenti relativi ad obblighi di versamento di somme nei confronti dell’erario o delle casse dello Stato dovranno sempre essere ritenute penalmente rilevanti.
Evasione fiscale per crisi economica e difficoltà economiche: si può ottenere l’assoluzione?
La Cassazione è molto restrittiva nell’applicare la causa di giustificazione della forza maggiore in caso di crisi economica. L’imprenditore che richieda l’assoluzione per gravi deficit aziendali non può essere giustificato, e quindi affronterà la condanna penale, a meno che non dia prova di una oggettiva e inevitabile situazione di impossibilità a corrispondere all’erario le somme ad esso dovute.
Non costituisce neanche una causa di giustificazione il fatto di avere crediti non riscossi nei confronti della pubblica amministrazione che abbiano determinato un buco nel bilancio dell’imprenditore, con conseguente difficoltà a pagare le imposte (leggi Crediti con la PA: si devono pagare le tasse?).
Talvolta la Cassazione ha riconosciuto la non punibilità penale per il reato di evasione fiscale in favore dell’imprenditore impossibilitato a pagare le tasse a causa delle condizioni economiche in cui versa. Ma la possibilità di accedere a tale valutazione è subordinata – onde evitare una facile elusione della normativa fiscale – alla presenza di una serie di presupposti. In primo luogo, la condizione economica del contribuente non deve consistere in una mera difficoltà finanziaria ossia nella difficoltà temporanea di rinvenire le disponibilità liquide per il pagamento dell’imposta; al contrario deve ricorrere un’assoluta impossibilità di provvedere altrimenti all’esigenze dell’azienda, se non per l’appunto non pagando i debiti erariali. In secondo luogo, il contribuente ed imputato deve dare piena dimostrazione di tale impossibilità, non essendo sufficiente allegare davanti al giudice penale l’esistenza di una crisi economica – magari facendo riferimento alle generalizzate cattive condizioni dell’economia nazionale: piuttosto, bisogna dimostrare che non gli era stato possibile reperire le risorse necessarie a consentirgli il corretto e puntuale adempimento delle obbligazioni tributarie, pur avendo posto in essere tutte le possibili azioni dirette a consentirgli di recuperare, in presenza di una improvvisa crisi di liquidita, quelle somme necessarie ad assolvere il debito erariale, senza esservi riuscito per cause indipendenti dalla sua volontà e ad egli non imputabili.
In proposito va osservato come la Cassazione in più occasioni abbia indicato quali prove l’imputato può fornire sul punto, sostenendo che una sufficiente dimostrazione dello sforzo del contribuente di rispettare le scadenze è data dalla circostanza che il contribuente – prima di procurarsi la liquidità necessaria evadendo il fisco – abbia fatto ricorso anche al suo patrimonio personale, come ad esempio mediante il ricorso allo sconto bancario delle fatture emesse non saldate [4].
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