Esiste un diritto ad ottenere copia degli estratti conto che il cliente può esigere dalla banca per farle causa. Ma non è a tempo indeterminato. 

Poniamo il caso di un correntista che si accorga di aver subito un errato calcolo degli interessi passivi sul proprio conto corrente. A suo dire, per oltre dieci anni avrebbe pagato delle somme eccessive alla banca. Ora vorrebbe agire contro quest’ultima per chiedere la restituzione delle somme non dovute. 

Per acquisire un quadro completo della situazione e ricostruire l’intero rapporto sin dalla sua costituzione, si rivolge allo sportello della filiale per chiedere copia degli estratti conto degli ultimi 20 anni. Ma ciò gli viene negato: l’istituto di credito sostiene di essere tenuto a conservare la documentazione per solo 10 anni. È davvero così? Fino a quanti anni la banca deve dare copia degli estratti conto? La questione è stata spesso oggetto di dibattito in giurisprudenza, sfociato con un ultimo chiarimento della Cassazione [1].

Il diritto ad avere copia degli estratti conto

Il Testo Unico Bancario (art. 119, co. 4), stabilisce che il cliente, i suoi eredi o colui che subentra nell’amministrazione dei suoi beni hanno diritto di ottenere dalla banca, a proprie spese, entro un congruo termine e comunque non oltre 90 giorni dalla richiesta, copia della documentazione inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni. Al cliente possono essere addebitati solo i costi di produzione di tale documentazione.

Per il riconoscimento di tale diritto non assume alcun rilievo l’utilizzazione che il cliente intende fare della documentazione [2]. Quindi la banca da un lato non è tenuta a chiedere giustificazioni o spiegazioni in merito all’utilizzo; dall’altro non può negare l’esibizione delle carte neanche se consapevole che queste possono servire contro di lei in un eventuale processo. 

La Corte di Cassazione non dubita che questa norma si riferisca non solo a documenti come il contratto firmato con l’istituto di credito (ad esempio il contratto di mutuo, la fideiussione, l’apertura di credito, ecc.) ma anche agli estratti conto [3]. 

Diritto ad ottenere copia degli estratti conto degli ultimi 10 anni

Secondo la Corte, il cliente ha il diritto di ottenere copia degli estratti conto corrente solo degli ultimi 10 anni. Tale previsione ben garantisce il diritto del cittadino a difendersi e, nello stesso tempo, non aggrava la banca di eccessivi oneri di conservazione della documentazione.

Il fatto poi che gli estratti conto servano per l’esercizio di un diritto costituzionale, quale quello alla difesa giudiziaria, non rileva affatto.

Il termine di conservazione degli estratti conto

Nell’affrontare il tema della tenuta degli estratti conto, la Corte ricorda [4] come l’articolo 2220, comma 1, del codice civile stabilisca che le scritture contabili devono essere conservate per dieci anni dalla data dell’ultima registrazione. 

La ragione di tale obbligo va individuata nell’esigenza di assicurare una più penetrante tutela dei terzi estranei all’attività imprenditoriale, rispetto ad un’eventuale posizione creditoria da essi fatta valere ovvero ad una contestazione sollevata. Il fatto che sia previsto l’obbligo di conservazione delle scritture per un periodo di tempo limitato significa che l’imprenditore (anche esercente attività bancaria) non può essere chiamato a rispondere sotto alcun profilo della mancata conservazione di tali scritture per un periodo più ampio.

L’obbligazione della banca di consegnare la documentazione al cliente sorge sì dal contratto, ma deve essere adempiuta soltanto se il cliente abbia avanzato la relativa richiesta; sicché, fintanto che la richiesta non sia stata avanzata, neppure diviene attuale l’obbligazione della banca, con la conseguenza che non è pensabile il concretizzarsi di un inadempimento della banca medesima, che scatta solo ove la richiesta del cliente vi sia stata, e sia spirato inutilmente il termine allo scopo previsto. 

La pretesa alla documentazione da parte di un cliente della banca nasce dall’obbligo di buona fede che, in tema di esecuzione del contratto, si atteggia come un impegno di solidarietà [5].  

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