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Estorsione: ultime sentenze

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Richiesta di denaro; consapevolezza dell’ingiustizia del profitto conseguito; implicito annuncio di un male futuro ed ingiusto; forme aggressive e violente; compromissione della libertà di autodeterminazione della vittima in ambito patrimoniale.

Reato di estorsione

In tema di estorsione, le diverse condotte di violenza o minaccia poste in essere per procurarsi un ingiusto profitto, costituiscono autonome ipotesi di reato, consumate o tentate, unificabili con il vincolo della continuazione quando, singolarmente considerate, in relazione alle circostanze del caso concreto, alle modalità di realizzazione e all’elemento temporale, appaiano dotate di una propria completa individualità, dovendosi invece ravvisare un unico reato allorché i molteplici atti di minaccia costituiscano singoli momenti di un’unica azione.

Tribunale Gorizia, 16/09/2022, n.485

Minaccia e violenza

Il reato di estorsione è integrato dalla condotta del prevenuto che mediante minaccia e violenza costringe la persona offesa ad compiere od omettere una determinata disposizione economica. Dal punto di vista soggettivo è sufficiente che in capo al prevenuto sussista il dolo generico, della coscienza e volontà, di costringere la vittima a compiere un determinato atto di disposizione patrimoniale. Nel caso in cui la condotta attiva non porti all’evento prospettato, si parla di tentativo.

Tribunale Nola, 19/08/2022, n.1118

Omessa denuncia della subita estorsione

L’accondiscendenza verso la condotta estorsiva non rappresenta di per sé stessa un illecito penale, di modo che non assume rilievo che non siano stati avviati procedimenti penali, in quanto verosimilmente non ne sussistevano i presupposti; di contro, l’omessa denuncia della subita estorsione assume, invece, rilievo ai fini dell’adozione dell’informazione interdittiva ai sensi dell’art. 84, comma 4, lett. c), d.lgs. n. 159/2011 (applicabile anche alle iscrizioni alla White List) che include espressamente tra gli elementi indiziari del pericolo di infiltrazione proprio l’omessa denuncia della fattispecie.

T.A.R. Napoli, (Campania) sez. I, 09/08/2022, n.5359

Attenuante generica della tenuità del danno

In tema di estorsione ostano alla concessione delle dell’attenuante della tenuità del danno con concessione della sospensione della pena nel caso in cui la condotta sia stata posta in essere nei confronti della madre convivente e che per ottenere il lascito di piccole somme di denaro il prevenuto abbia distrutto mobili ed attuato una grossa violenza psicologica a danno della persona offesa.

Corte appello Lecce, 28/07/2022, n.870

Causa di non punibilità per fatti in danno dei congiunti: si applica nel caso di estorsione?

Il delitto consumato di estorsione è sempre escluso dall’ambito di operatività della causa di non punibilità di cui all’art. 649 c.p., sia che risulti commesso con violenza fisica, che con minaccia, laddove la tentata estorsione commessa solo con violenza morale (rectius: minaccia) ricade nell’ambito applicativo della seconda parte dell’ultimo comma dell’art. 649

Cassazione penale sez. II, 21/06/2022, n.29712

Tentata estorsione

Integra il delitto di tentata estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, la condotta minacciosa posta in essere onde ottenere la restituzione del compenso corrisposto per l’acquisto di un minore in violazione del procedimento legale di adozione, stante la natura non solo illecita, ma anche contraria al buon costume del contratto concluso, che determina l’impossibilità di accedere alla tutela giudiziaria per ottenere la restituzione di quanto versato ovvero l’adempimento coattivo della prestazione.

Cassazione penale sez. II, 07/06/2022, n.25519

Estorsione aggravata dal metodo mafioso

Affinché venga integrato il reato di estorsione aggravata nella forma dell’utilizzo del metodo mafioso, ex art. 17 D.L. n. 152/91è sufficiente che la condotta abbia la veste tipica mafiosa, che cioè il soggetto agente nel compiere il fatto tenga un atteggiamento minaccioso che ricordi nella vittima quello comunemente proprio degli appartenenti al sodalizio mafioso. Nel caso di specie la fattispecie è integrata posto che il soggetto agente chiedeva “un’offerta per i carcerati” specificando di essere stato mandato da “amici” di un noto clan camorristico.

Corte appello Napoli sez. VI, 03/06/2022, n.6215

Contratto stipulato per effetto diretto del reato di estorsione

Il contratto stipulato per effetto diretto del reato di estorsione è affetto da nullità ai sensi dell’art. 1418 c.c., rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, in conseguenza del suo contrasto con norma imperativa, dovendosi ravvisare una violazione di disposizioni di ordine pubblico in ragione delle esigenze d’interesse collettivo sottese alla tutela penale, in particolare l’inviolabilità del patrimonio e della libertà personale, trascendenti quelle di mera salvaguardia patrimoniale dei singoli contraenti perseguite dalla disciplina sull’annullabilità dei contratti.

Cassazione civile sez. II, 31/05/2022, n.17568

Reati contro il patrimonio commessi in danno ai congiunti

In tema di reati contro il patrimonio commessi in danno ai congiunti, la causa di non punibilità e la condizione di non procedibilità di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 649 c.p. si applicano anche alle ipotesi tentate dei delitti di cui agli artt. 628, 629 e 630 c.p.; la suddetta causa di non punibilità non si applica e, quindi il soggetto agente è punibile, nel caso in cui le condotte siano commesse con violenza alle persone. Ne consegue che la predetta causa di non punibilità opera con riguardo a tutti i delitti tentati contro il patrimonio commessi con minaccia (confermata la condanna per estorsione ai danni dell’imputato la cui richiesta di denaro fatta al padre era stata accompagnata da minaccia di atti autolesionistici, ma anche da violenza).

Cassazione penale sez. II, 18/05/2022, n.25206

Responsabilità per il reato di furto

L’atteggiamento sospetto tenuto dal prevenuto il giorno antecedente il furto ed il successivo tentativo di estorsione per la restituzione del bene oggetto di furto, lasciano ben considerare che egli fosse consapevole della provenienza criminosa del bene ed anzi che sia stato egli stesso a commettere il furto (seppur non visto direttamente sottrarre il bene). In caso contrario, infatti dovrebbe essere imputato del reato di ricettazione.

Corte appello Lecce, 06/05/2022, n.337

La condotta minacciosa per ottenere gli interessi usurai

Nel caso in cui il soggetto agente ponga in essere una condotta minacciosa al fine di ottenere dalla persona offesa il pagamento di somme avente natura di interessi usurai si configura il reato di estorsione (connesso a quello di usura), non già quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, dal momento che la pretesa dell’agente è una pretesa contra ius, che non avrebbe mai potuto far valere in giudizio.

Corte appello Lecce, 05/05/2022, n.226

Aggravante del metodo mafioso

La circostanza aggravante dell’utilizzo del cosiddetto “metodo mafioso”, prevista dall’art. 7, comma 1, d.l. n. 152 del 1991 (ora dall’art. 416.bis.1, comma 1, c.p.), ha la funzione di reprimere il “metodo delinquenziale mafioso” ed è connessa non alla struttura e alla natura del delitto rispetto al quale la circostanza è contestata, quanto, piuttosto, alle modalità della condotta che evochino la forza intimidatrice tipica dell’agire mafioso.

Pertanto, ai fini della configurabilità della circostanza aggravante, è necessario l’effettivo ricorso, nell’occasione delittuosa contestata, al “metodo mafioso”, il quale deve essersi concretizzato in un comportamento oggettivamente idoneo a esercitare sulle vittime del reato la particolare coartazione psicologica evocata dalla norma menzionata e non può essere desunto dalla mera reazione delle stesse vittime alla condotta tenuta dall’agente (nella specie, relativa ad una ipotesi di estorsione, è stata ritenuta sussistente la configurabilità dell’aggravante citata in seguito alle molteplici intercettazioni ambientali in cui era emerso l’avvallo del boss all’operato dell’imputato, nonostante quest’ultimo non appartenesse all’associazione di tipo mafioso).

Cassazione penale sez. II, 04/05/2022, n.23935

Falsa documentazione fiscale per sollecitare il pagamento di corrispettivi non dovuti

Integra il reato di estorsione, e non quello di truffa, la condotta di chi non si limiti a utilizzare falsa documentazione fiscale per sollecitare il pagamento di corrispettivi non dovuti, ma trascenda nell’intimidazione, minacciando di intraprendere azioni legali o di avviare azioni giudiziarie ovvero esecutive.

Cassazione penale sez. II, 12/04/2022, n.19680

Tentata estorsione aggravata operata dal dipendente dell’Agenzia delle Entrate

Integra il reato di tentata estorsione pluriaggravata la condotta del dipendente dell’Agenzia delle Entrate che mediante missiva anonima ventila di divulgare agli organi di informazione delle notizie riservate circa degli accertamenti svolti sul suo conto dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza (delle quali era a conoscenza per via del proprio ruolo), in caso di mancata corresponsione della somma di denaro richiesta, non riuscendo nell’intento perché la persona offesa si è rivolta alle autorità.

Tribunale Torino, 07/04/2022, n.553

Minacce e molestie: reato di estorsione e stalking

La pluralità di messaggi intimidatori pieni di minacce di morte e/o violenze, con riferimenti all’uso di armi micidiali rinvenute nella vettura dell’imputato dai Carabinieri intervenuti su chiamata della vittima che risultava terrorizzata e prostrata dalle costanti minacce ricevute al fine di consegnare una somma di denaro, integrano il reato di atti persecutori nonché di tentata estorsione.

Corte appello Cagliari sez. II, 29/03/2022, n.283

Pretesa contrattuale

Integra il reato di estorsione la pretesa contrattuale azionata in giudizio per scopi eccentrici rispetto a quelli per cui il diritto è riconosciuto e tutelato, o comunque non dovuti nell’an o nel quantum, onde conseguire un profitto contra ius. (Fattispecie relativa a trascrizione di domanda giudiziale ex art. 2932 c.c. concernente un preliminare di compravendita immobiliare, già in precedenza consensualmente risolto, effettuata per ottenere il pagamento di un’ingente somma di denaro non dovuta, unitamente al trasferimento di altro immobile di notevole valore, in cambio della rinuncia all’azione civile, in cui la Corte ha ritenuto sussistente il fumus di tale delitto nella forma tentata).

Cassazione penale sez. II, 08/03/2022, n.14325

Quando non sussiste l’aggravante mafiosa?

Nel reato di estorsione deve essere esclusa l’aggravante di cui all’art. 416 bis c.p. per aver commesso i fatti on condotte mafiose, quando le pretese economiche poste in essere dal soggetto attivo, a seguito delle repliche della persona offesa, siano alternate da suppliche misericordiose, incompatibili con la mafiosità della condotta.

Tribunale Potenza, 02/03/2022, n.1537

Tentata estorsione: casistica

Integra il tentativo di estorsione la condotta della prevenuta che mediante minacce e violenza fisica, intimi alla vittima che svolga attività di prostituzione di corrisponderle una somma di denaro per poter continuare la propria attività, non ottenendo quanto richiesto per via dell’intervento delle autorità chiamate dalla stessa vittima.

Tribunale Potenza, 22/02/2022, n.68

Nullità del contratto stipulato per effetto diretto del reato di estorsione

Il contratto stipulato per effetto diretto del reato di estorsione è affetto da nullità ai sensi dell’art. 1418 c.c., rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, in conseguenza del suo contrasto con norma imperativa, dovendosi ravvisare una violazione di disposizioni di ordine pubblico in ragione delle esigenze d’interesse collettivo sottese alla tutela penale, in particolare l’inviolabilità del patrimonio e della libertà personale, trascendenti quelle di mera salvaguardia patrimoniale dei singoli contraenti perseguite dalla disciplina sull’annullabilità dei contratti.

Tribunale Venezia sez. lav., 22/02/2022, n.122

Tentata estorsione: condotta minacciosa

Le condotta minacciosa tenuta dal prefato, finalizzata a spingere la vittima ad un atto dispositivo dei propri beni che determini una perdita per la stessa, integra il reato di estorsione, tuttavia nel caso in cui alle minacce non abbia fatto seguito l’effettiva condotta richiesta dal soggetto agente, il reato deve essere riqualificato al tentativo di estorsione. Nel caso di specie il prevenuto minacciava la vittima per convincerla a spostare un ormeggio in altro sito, reputando propria la zona assegnata alla vittima.

Corte appello Lecce, 11/02/2022, n.1767

Reato di estorsione: elemento oggettivo

In tema di reato di estorsione, ai fini della configurabilità del reato, è integrato l’elemento materiale se con la violenza o la minaccia il soggetto passivo sia stato costretto “a fare o ad omettere qualche cosa”, l’oggetto materiale dell’azione od omissione deve consistere in un atto capace di incidere in modo diretto o indiretto sul patrimonio del soggetto passivo e deve produrre un effetto di costrizione sulla vittima. In altri termini, il fare o l’omettere qualcosa si concretizza in un atto di disposizione patrimoniale di qualsiasi genere e relativo a qualsivoglia bene o diritto.

Tribunale Bari sez. II, 08/02/2022, n.416

Adempimento di un’obbligazione naturale

La configurabilità del reato di estorsione sussiste anche in caso di violenza o minaccia utilizzata dall’agente per ottenere l’adempimento di un’obbligazione naturale, per la quale non è data azione davanti al giudice (fattispecie relativa alla pretesa risarcitoria avanzata dall’imputato contro la vittima per essere stati impegnati in una relazione sentimentale poi naufragata).

Cassazione penale sez. II, 04/02/2022, n.6892

Estorsione: valutazione delle dichiarazioni della persona offesa

Non può essere dichiarata la penale responsabilità per il reato di estorsione nel procedimento che si fondi esclusivamente sulle dichiarazioni della persona offesa che però risultino contraddittorie, nebulose ed assolutamente prive di riscontro concreto.

Tribunale Trieste, 03/02/2022, n.1768

Valutazione delle dichiarazioni della persona offesa

Le dichiarazioni della parte offesa possono essere legittimamente poste da sole a base dell’affermazione di penale responsabilità dell’imputato, previa verifica, corredata da idonea motivazione, della loro credibilità soggettiva e dell’attendibilità intrinseca del racconto, con un vaglio dell’attendibilità del dichiarante più penetrante e rigoroso rispetto a quello generico cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone, di talché tale deposizione può essere assunta da sola come fonte di prova unicamente se venga sottoposta a detto riscontro di credibilità oggettiva e soggettiva.

(Confermata, nella specie, la condanna per estorsione nei confronti dell’imputato che aveva richiesto del denaro ad un sacerdote dietro la minaccia di rivelare la loro precedente relazione; nello specifico, il sacerdote, in diverse occasioni, aveva cercato di resistere alle pressanti pretese adducendo l’impossibilità di disporre di tali somme, finendo da ultimo per cedere per una sorta di “sfinimento” ed anche per le ricorrenti allusioni dell’imputato ai loro rapporti e all’interesse del prelato che non ne venisse data divulgazione).

Cassazione penale sez. II, 23/11/2021, n.46753

Esercizio arbitrario delle proprie ragioni o estorsione: differenze

Integra la condotta di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, non già tentata estorsione, la condotta dell’imputato che mediante minacce verbali e fisiche spinga la persona offesa a corrispondergli una somma di denaro che risulti comunque allo stesso dovuta in forza del precedente rapporto di lavoro vigente tra le parti e a seguito delle trattenute sul t.f.r. poste in essere dalla p.o. nei confronti dell’imputato nonché per la presenza di altre voci di credito.

Tribunale Taranto sez. I, 26/10/2021, n.1827

Condotta minacciosa o violenta

Il delitto di estorsione si configura quando la condotta minacciosa o violenta, anche se finalisticamente orientata al soddisfacimento di un preteso diritto, si estrinsechi nella costrizione della vittima attraverso l’annullamento della sua capacità volitiva.

La costrizione, che deve seguire alla violenza o minaccia, attiene all’ evento del reato, mentre l’ ingiusto profitto con altrui danno si atteggia a ulteriore evento, sicché si configura il solo tentativo nel caso in cui la violenza o la minaccia non raggiungano il risultato di costringere una persona al ” facere” ingiunto.

Tribunale Bari sez. I, 22/09/2021, n.2508

Estorsione e maltrattamenti in famiglia

Oltre al reato di estorsione, integra anche il reato di maltrattamenti in famiglia la condotta dell’ imputato tossicodipendente che in modo abituale diveniva violento, urlando, rompendo oggetti, offendendo e picchiando i propri familiari, nei confronti dei quali attuava atteggiamenti estorsivi mediante atteggiamenti minatori e vessatori nei confronti dei familiari finalizzati alla continua dazione di somme di denaro.

Tribunale Nola, 27/07/2021, n.1505

Tentata estorsione: casistica

La minaccia di licenziamento in caso di mancata sottoscrizione della cambiale in bianco fatta dal datore di lavoro ai propri dipendenti integra il reato di estorsione che si interrompe al solo tentativo in caso di esplicito rifiuto delle persone offese. Tale condotta infatti, pur se nella forma tentata, integra la condotta propria del reato volta al tentativo di coartazione della volontà della vittima mediante minaccia di un male ingiusto per trarne profitto.

Tribunale Nola, 27/07/2021, n.929

Estorsione in assenza di minaccia esplicita

Per l’ integrazione del reato di estorsione non è necessario che vi sia esplicita minaccia da parte del soggetto agente tuttavia la corresponsione mensile di una somma di denaro alla moglie di un appartenente ad un clan mafioso non può essere ritenuta una dazione volontaria, un aiuto spontaneo del tutto immotivato ed incomprensibile in assenza di legami parentali o amicali tra le parti.

Corte appello Napoli sez. III, 24/07/2021, n.6008

Entrare in un bar con aria minacciosa accompagnato da un cane pericoloso e chiedere del denaro

Integra l’ipotesi di tentata estorsione, la condotta dell’imputato che, avvalendosi della presenza minacciosa e agitata di un cane di grossa taglia e di indole particolarmente aggressiva (rottweiler), chiese “con enfasi” amplificata dal mix di alcolici, farmaci e droghe la dazione di 20 Euro allorchè la situazione sia percepita come pericolosa.

Cassazione penale sez. II, 24/06/2021, n.35442

Estorsione nei confronti dei familiari

Le minacce di un male ingiusto (tra cui, nel caso di specie, di distruggere tutto) rivolte ai propri familiari ed accompagnate da concreta violenza sui beni di proprietà degli stessi, finalizzate alla dazione di somme di denaro utili all’acquisto di sostanza stupefacente configurano condotta rilevante ai fini dell’integrazione del reato di estorsione tenuto conto del contesto domestico e della personalità violenta dell’agente ancora più se rivolta nei confronti di una persona anziana ed invalida al 100%.

Tribunale Udine, 22/06/2021, n.1001

Minaccia di diffusione di foto e fotomontaggi in pose intime

Integra il reato di estorsione, e non quello di truffa aggravata, la minaccia di un male, indifferentemente reale o immaginario, dal momento che identico è l’effetto coercitivo esercitato sul soggetto passivo, tanto che la sua concretizzazione dipenda effettivamente dalla volontà dell’agente, quanto che questa rappresentazione sia percepita come seria ed effettiva dalla persona offesa, ancorché in contrasto con la realtà, a lei ignota. Il criterio distintivo tra il reato di truffa e quello di estorsione, quando il fatto è connotato dalla minaccia di un male, è infatti rappresentato dalla concreta efficacia coercitiva, e non meramente manipolativa, della condotta minacciosa rispetto alla volontà della vittima, da valutarsi con verifica ex ante, che prescinde dalla effettiva realizzabilità del male prospettato (nella specie, gli imputati avevano costretto la persona offesa, mediante minaccia, a consegnare loro a più riprese somme di denaro onde evitare la diffusione di fotografie in pose pornografiche di una sua nipote nonché di fotomontaggi che ritraevano in pose siffatte la stessa persona offesa).

Cassazione penale sez. II, 22/06/2021, n.39256

Riconoscimento delle elargizioni previste per le vittime dei reati di estorsione e di usura

La giurisdizione sulle controversie aventi ad oggetto il riconoscimento delle elargizioni previste per le vittime dei reati di estorsione e usura spetta al G.O., in quanto nella procedura in questione l’attività della P.A. non è improntata ad alcun potere discrezionale e costituisce espressione di mero accertamento tecnico privo di discrezionalità amministrativa, poiché non si estende alla valutazione di comparativi interessi pubblici e privati con la possibilità di valutare discrezionalmente se alle vittime di attività estorsiva spetta o meno il contributo, con l’ulteriore conseguenza che i richiedenti sono titolari, in presenza delle condizioni di legge, di un vero e proprio diritto soggettivo all’erogazione della speciale elargizione prevista dalla normativa in materia, la cui tutela spetta al G.O..

T.A.R. Roma, (Lazio) sez. I, 16/06/2021, n.7173

Istanze prevaricatrici di un gruppo criminale mafioso

Ricorre la circostanza aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso, di cui all’art. 416-bis.1, comma 1, c.p., quando l’azione incriminata, posta in essere evocando la contiguità ad un’associazione mafiosa, sia funzionale a creare nella vittima una condizione di assoggettamento, come riflesso del prospettato pericolo di trovarsi a fronteggiare le istanze prevaricatrici di un gruppo criminale mafioso, piuttosto che di un criminale comune (confermata la condanna per il delitto di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso per l’imputato che, nel richiedere alla vittima del denaro a fini di risarcimento in favore di un clan criminale, aveva evocato il nome di un elemento di spicco dell’organizzazione criminosa).

Cassazione penale sez. II, 01/06/2021, n.33097

Sequestro a scopo di estorsione

È configurabile il delitto di sequestro a scopo di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in concorso con il reato di cui all’art. 605 c.p., quando la pretesa di adempimento di un credito sia effettuata con minaccia o violenza non nei riguardi del debitore, bensì di un terzo, ed a tale condotta seguano ulteriori violenze e minacce di terzi estranei verso soggetti diversi dal debitore, sicché in presenza arbitraria si trasforma in richiesta estorsiva, sia a causa delle modalità e della diversità dei soggetti autori delle violenze, che per l’estraneità dei soggetti minacciati alla pretesa azionata.

Cassazione penale sez. V, 25/05/2021, n.28639

Richiesta di denaro per la cancellazione di foto intime

Integra il delitto di tentata estorsione la condotta di colui che, pur avendo lecitamente acquisito immagini fotografiche ritraenti parti intime di una donna, richieda alla stessa una somma di denaro o, in alternativa, prestazioni sessuali in cambio della consegna o comunque della cancellazione delle foto, minacciando, in caso contrario, di diffonderle ai familiari della donna.

Cassazione penale sez. II, 14/05/2021, n.25122

Estorsione: valutazione oggettiva delle circostanze

Per valutare la connotazione minacciosa e l’idoneità ad integrare l’elemento materiale del reato di estorsione, la condotta deve essere valutata in relazione alle concrete circostanze oggettive: la personalità dell’agente e la sua capacità di sopraffazione, le circostanze ambientali in cui egli opera, l’ingiustizia della pretesa, le condizioni soggettive della vittima a nulla rilevando che si verifichi un’effettiva intimidazione del soggetto passivo.

Tribunale Pescara, 07/05/2021, n.1146

Estorsione: condotta materiale ed elemento soggettivo

La minaccia rivolta ad un anziano, fragile e malato, di cacciarlo via dalla casa che lo stesso aveva da poco donato ai soggetti agenti in caso di mancata intestazione di altri beni residui di sua proprietà, è condotta idonea ad integrare il reato di estorsione, dal momento che tale minaccia ha capacità di destare timore in un soggetto tanto fragile, seppur pienamente

Corte appello Taranto, 12/04/2021, n.553

Estorsione e rapina: differenze

La rapina si differenzia dall’estorsione in virtù del fatto che in essa il reo sottrae la cosa esercitando sulla vittima una violenza o una minaccia diretta e ineludibile, mentre nell’estorsione la coartazione non determina il totale annullamento della capacità del soggetto passivo di determinarsi diversamente.

(Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto correttamente qualificata alla stregua di tentata estorsione la condotta dell’imputato, il quale aveva minacciato il proprio inquilino, sparando un colpo di pistola contro il muro, affinché gli corrispondesse anticipatamente il canone di locazione dell’immobile, mediante consegna di una somma di denaro che in quel momento non aveva con sé).

Cassazione penale sez. II, 08/04/2021, n.15564

Minaccia per ottenere l’affidamento di appalti

Integra il delitto di estorsione la condotta dell’agente che rivolga la violenza o la minaccia a persona diversa dal soggetto al quale è richiesto l’atto di disposizione patrimoniale, sempre che la condotta sia idonea ad influire sulla volontà di quest’ultimo. (Fattispecie in cui le minacce erano rivolte all’amministratore del condominio per ottenere dall’assemblea condominiale l’affidamento di appalti).

Cassazione penale sez. II, 11/03/2021, n.23759

Ingiusto profitto ed altrui danno

Sussiste il delitto di estorsione nel caso in cui il ladro pretenda dal derubato una somma di denaro per restituirgli la cosa sottratta, in quanto la pretesa contiene l’implicito annuncio di un male futuro ed ingiusto da cui scaturisce una coazione psichica a fare ciò che viene preteso, con conseguente realizzazione degli estremi dell’ingiusto profitto e dell’altrui danno richiesti dall’art. 629 c.p.

Tribunale Genova sez. II, 11/03/2021, n.1037

Criterio distintivo tra estorsione e truffa

Il criterio distintivo tra il reato di truffa e quello di estorsione, allorquando il fatto è connotato dalla minaccia di un male, va ravvisato essenzialmente nel diverso modo di atteggiarsi della condotta lesiva e della sua incidenza nella sfera soggettiva del soggetto passivo: ricorre la prima ipotesi delittuosa se il male viene ventilato come possibile ed eventuale e comunque non proveniente direttamente o indirettamente da chi lo prospetta in modo che l’offeso non è coartato nella sua volontà, ma si determina alla prestazione costituente l’ingiusto profitto dell’agente perché tratto in errore dalla esposizione di un pericolo inesistente; mentre si configura l’estorsione se il male viene indicato come certo e realizzabile a opera del reo o di altri, onde l’offeso è posto nella ineluttabile alternativa di far conseguire all’agente il preteso profitto o di subire il male minacciato.

Cassazione penale sez. II, 03/03/2021, n.25723

Richiesta di una somma di denaro e astensione dalla partecipazione ad un’asta giudiziaria

Integra il delitto di estorsione la richiesta di una somma di denaro come compenso per l’astensione dalla partecipazione ad un’asta giudiziaria, in quanto la prospettazione dell’esercizio del diritto di prendere parte alla gara, siccome finalizzato al conseguimento di un ingiusto profitto, assume connotazioni minacciose. Infatti la minaccia costitutiva del reato di estorsione è anche quella che, pur consistente nell’esercizio di una facoltà o di un diritto spettante al soggetto agente (e dunque all’apparenza legale), diviene “contra ius” per l’uso di mezzi giuridici legittimi diretti a ottenere scopi non consentiti o risultati non dovuti, come quando la minaccia sia fatta con il proposito di coartare la volontà di altri per soddisfare scopi personali non conformi a giustizia.

Tribunale Salerno sez. II, 15/02/2021, n.100

Estorsione aggravata dal metodo mafioso

In tema di revoca, sostituzione o modifica di misure cautelari, la partecipazione della persona offesa all’incidente cautelare e, dunque, il diritto a ricevere la notifica della richiesta del pubblico ministero o dell’imputato previsto dall’art. 299, comma 2-bis, c.p.p., non richiede la sussistenza di un pregresso ed accertato rapporto personale tra autore e vittima, rilevando come elemento di discrimine esclusivamente la nozione di “violenza alla persona”. (Fattispecie in tema di estorsione aggravata dal metodo mafioso).

Cassazione penale sez. II, 19/01/2021, n.4921

Estorsione ambientale: configurabilità

Integra la cd. “estorsione ambientale” quella particolare forma di estorsione che viene perpetrata da soggetti notoriamente inseriti in pericolosi gruppi criminali che hanno il controllo di un determinato territorio e che è immediatamente percepita dagli abitanti di quella zona come concreta e di certa attuazione, quand’anche attuata con linguaggio e gesti criptici, a condizione che questi siano idonei ad incutere timore e a coartare la volontà della vittima (nella specie, la Corte ha ritenuto che deve ritenersi che anche richieste avanzate da un intermediario in termini di apparente cortesia, ma accompagnate da allusioni pur generiche, ma comunque idonee, in un determinato contesto ambientale, ad ingenerare nella vittima il timore di rischi e pericoli inevitabili, in caso di mancata ottemperanza all’invito ricevuto, possono integrare il reato in oggetto).

Cassazione penale sez. II, 14/01/2021, n.8262

Reato di estorsione: l’aggravante

Ai fini della configurabilità dell’aggravante dell’utilizzazione del “metodo mafioso” (articolo 416-bis.1 del codice penale, prima ipotesi), è sufficiente – in un territorio in cui è radicata un’organizzazione mafiosa storica- che il soggetto agente faccia riferimento, in maniera anche contratta od implicita, al potere criminale dell’associazione, in quanto esso è di per sé noto alla collettività (nella fattispecie, relativa a condotte di estorsione commesse nel territorio calabrese, l’aggravante è stata ravvisata nella condotta posta in essere dagli imputati che, con l’implicita minaccia di essere elementi apicali di una cosca operante in quel territorio, avevano costretto alcuni imprenditori a consegnare loro macchine per l’agricoltura, attrezzi e altro materiale senza corrispondere alcunché a titolo di corrispettivo).

Cassazione penale sez. II, 19/11/2020, n.4821

Reato di estorsione

Si considera già perfezionato il reato di estorsione quando l’intimidazione, successiva allo spoglio, sia finalizzata a costringere qualcuno a tollerare una situazione ablativa di fatto già esistente, anche qualora essa sia diretta a soggetto diverso rispetto al titolare del diritto di godimento.

Cassazione penale sez. II, 09/09/2019, n.39424

Condotta minacciosa e violenta

Integra il delitto di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, la condotta minacciosa o violenta che, estrinsecandosi in forme talmente aggressive da annichilire le capacità di reazione della vittima e trasformarla in mero strumento di soddisfazione delle pretese dell’autore, esorbita dal ragionevole intento di far valere un preteso diritto (nella specie, l’imputato per tutelare il suo presunto diritto alla restituzione di una somma da parte della persona offesa, l’aveva minacciata in un paio di occasioni con un coltello).

Cassazione penale sez. II, 29/05/2019, n.26608

Reato di estorsione: il dolo

Il dolo nel reato di estorsione consiste non solo nella coscienza e volontà della condotta minacciosa, ma anche nella consapevolezza dell’ingiustizia del profitto conseguito o conseguendo la quale si risolve nell’arbitrarietà della propria pretesa e dell’inesistenza del proprio diritto ad ottenerla.

(Nel caso di specie, l’imputato aveva usato violenza nei confronti della zia e del padre, quali calci alle natiche e spintoni, e minacce per costringerli in molteplici occasioni a consegnarli somme di danaro in contanti).

Ufficio Indagini preliminari Torino, 03/05/2019, n.529

Reato di estorsione: competenza territoriale

In tema di competenza territoriale per il reato di estorsione va richiamata la giurisprudenza in tema di truffe on-line secondo cui il reato si consuma ove l’agente consegue ingiusto profitto e non già quello in cui viene data la disposizione di pagamento. (Nel caso di specie, l’imputato aveva costretto alla ex compagna a versare soldi sul suo conto con la minaccia che altrimenti avrebbe passato guai).

Ufficio Indagini preliminari Milano, 11/04/2019, n.1119

Reato di estorsione: condanna

La condanna per reato di estorsione può comportare la revoca del permesso di soggiorno
In caso di condanna dello straniero per il reato di estorsione, il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, di cui lo stesso risultava titolare, può essere revocato, atteso che la commissione di tale delitto denota il mancato perfezionamento del processo di integrazione dell’extracomunitario.

Consiglio di Stato sez. III, 08/03/2019, n.1604

Estorsione aggravata dall’uso del metodo mafioso

In tema di estorsione cd. “ambientale”, integra la circostanza aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 7, d.l. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella l. 12 luglio 1991, n. 203 (ora art. 416-bis.1 c.p.), la condotta di chi, pur senza fare uso di una esplicita minaccia, pretenda dalla persona offesa il pagamento di somme di denaro per assicurarle protezione, in un territorio notoriamente soggetto all’influsso di consorterie mafiose, senza che sia necessario che la vittima conosca l’estorsore e la sua appartenenza ad un clan determinato.

(Nella specie, la Corte ha ritenuto sussistere la circostanza aggravante nella richiesta ad un commerciante di denaro a fronte di protezione, dopo che il negozio era stato danneggiato varie volte, in un quartiere ad alta densità mafiosa).

Cassazione penale sez. II, 17/04/2019, n.21707

Estorsione realizzata in forma plurisoggettiva

In tema di estorsione realizzata in forma plurisoggettiva, il delitto deve considerarsi consumato e non solo tentato allorché la cosa estorta (nella specie, una somma di denaro) venga consegnata dal soggetto passivo ad un intermediario, in seguito assolto, atteso che la lesione dell’interesse protetto coincide con la compromissione della libertà di autodeterminazione della vittima in ambito patrimoniale da cui deriva un ingiusto profitto con altrui danno, non occorrendo la materiale acquisizione della autonoma disponibilità del bene da parte dell’estorsore, né rilevando l’assenza di responsabilità dell’intermediario.

Cassazione penale sez. II, 01/03/2019, n.16077

Violenza e reato di estorsione

La condotta di violenza, la quale, cumulativamente od alternativamente con quella di minaccia, costituisce il nucleo essenziale del delitto di estorsione, è in esso interamente assorbita quando non provoca alcuna lesione personale (come nel caso in cui l’agente si limiti ad immobilizzare la vittima o a percuoterla ovvero esplichi solo la violenza c.d. reale); in caso contrario, devono trovare applicazione le norme sul concorso di reati. (Fattispecie di tentata estorsione, nella quale la Corte ha ritenuto dovessero essere assorbiti i reati di percosse ascritti all’imputato).

Cassazione penale sez. II, 21/02/2019, n.17427

Minaccia di cose o persone presenti nella sfera giuridica del debitore

La richiesta di denaro, effettuata dal creditore minacciando cose o persone presenti nella sfera giuridica del debitore, non rappresenta una proposta di risoluzione bonaria del contratto, ma costituisce reato di estorsione, poiché non mette la vittima delle minacce nella condizione di scegliere liberamente se adempiere o meno.

Cassazione penale sez. II, 29/01/2019, n.8467

Reato di estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni: differenza

A distinguere il reato di estorsione da quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni è l’elemento psicologico: nella fattispecie di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, l’agente persegue il conseguimento di un profitto nella convinzione di esercitare un suo diritto; nella fattispecie di estorsione, invece, l’agente intende conseguire un profitto nella consapevolezza della sua ingiustizia.

Più precisamente, si configura il reato di estorsione e non quello dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni in presenza di tali caratteristiche: la sussistenza di una finalità costrittiva dell’agente; l’estraneità al rapporto contrattuale di colui che esige il credito; la condotta minacciosa e violenta finalizzata al recupero del credito stesso che deve essere diretta nei confronti non solo del debitore ma anche di persone estranee al rapporto contrattuale (nella specie, in cui l’imputato aveva costretto la persona offesa a consegnargli una somma di denaro in cambio della restituzione delle chiavi di un appartamento di sua proprietà, la Corte ha ritenuto sussistente l’ipotesi estorsione).

Cassazione penale sez. II, 22/11/2018, n.9303

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Pubblicato : 16 Dicembre 2022 05:45