Esame truccato del concorso: si può denunciare?
Con la riforma e dell’abuso d’ufficio e la sua probabile abrogazione non si può incriminare gli esaminatori di un concorso pubblico che favoriscono amici.
La recente legge “Semplificazioni” (n. 120 dell’11/09/2020) ha cambiato significativamente il modo in cui si considera l’abuso d’ufficio, come previsto dall’articolo 323 del Codice Penale. Prima della riforma, era considerato reato la violazione di norme previste da regolamenti. Ora l’illecito penale si ha soltanto in caso di violazione di regole di condotta specifiche e dettagliate previste direttamente dalla legge, che non lascino spazio a interpretazioni discrezionali. Questo fa sì che, in caso di esame truccato di un concorso pubblico, non si può denunciare il membro della commissione che favorisce i propri amici, dando dei voti più alti degli altri o addirittura aiutandoli.
La vicenda
La sesta sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 2314 del 18.01.2024, ha assolto gli esaminatori di un concorso medico accusati di aver favorito alcuni candidati con cui avevano rapporti di amicizia. La sentenza si basa sul fatto che le procedure del concorso erano regolate da un semplice regolamento. E secondo la nuova interpretazione dell’abuso d’ufficio post-riforma il reato non scatta se non viene violata una norma primaria esplicita che individui specificamente il comportamento vietato.
Il ricorso presentato dai due imputati, presidente e membro della commissione del concorso, è stato così accolto. Per il Presidente della Commissione, c’è stato l’annullamento della sentenza di condanna per la rivelazione di segreti d’ufficio, mentre per il secondo imputato non ci sono più pendenze legali.
Membro della commissione non imparziale: commette reato?
Dopo l’introduzione della legge 120/20, la semplice violazione dei principi di imparzialità e buon andamento previsti dall’articolo 97, comma terzo, della Costituzione, non costituisce più di per sé un abuso d’ufficio. Questo significa che le azioni degli esaminatori che favoriscono parenti, conoscenti e raccomandati non sono considerate abusive secondo la nuova normativa.
L’accusa contro gli esaminatori si basava anche sull’articolo del DPR n. 483/1997, che regola i concorsi per i dirigenti del servizio sanitario nazionale. Tuttavia, questo regolamento deriva da un riferimento all’articolo 15, comma settimo, del decreto legislativo n. 502/1992, che in realtà è una “norma in bianco”, ovvero una legge primaria che richiede integrazione da parte di norme secondarie. In pratica non è una norma che pone regole specifiche: e solo se sussistono queste ultime oggi c’è l’abuso d’ufficio.
Cosa dice la Cassazione sull’abuso d’ufficio?
La sentenza stabilisce che, in assenza di specifiche norme primarie che regolano il comportamento, la violazione di semplici regolamenti non costituisce più abuso d’ufficio. Ciò ha importanti implicazioni per come vengono gestite le accuse di favoritismo o irregolarità in contesti simili ai concorsi pubblici.
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