Ergastolo con isolamento diurno: cos’è?
Per quali reati si applica la pena detentiva perpetua? Cosa sono l’isolamento notturno e l’obbligo del lavoro? Cos’è l’ergastolo ostativo?
I reati possono essere puniti essenzialmente in due modi: con una pena pecuniaria (multa o ammenda) oppure con una detentiva (arresto o reclusione). Per i reati più gravi (come ad esempio l’omicidio) la legge prevede l’ergastolo, che consiste nel carcere a vita. Esiste una pena più severa? Con questo articolo vedremo cos’è l’ergastolo con isolamento diurno.
Come meglio diremo nel prosieguo, si tratta di una sorta di “ergastolo aggravato” che la legge prevede in determinate occasioni. Ma non sveliamo troppo. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prenditi cinque minuti per proseguire nella lettura: vedremo insieme cos’è l’ergastolo con isolamento diurno.
Ergastolo: cos’è?
Come già anticipato, l’ergastolo è la pena detentiva perpetua, cioè che dura tutta la vita. Non a caso, l’ergastolo viene anche chiamato “fine pena mai”, riferendosi alla formula che si trova sui certificati di detenzione degli ergastolani.
In realtà, come vedremo, il condannato all’ergastolo può comunque sperare di tornare in libertà dopo aver scontato diversi anni di pena.
Ergastolo: come funziona?
L’ergastolo è previsto solamente per i reati più gravi, come ad esempio l’omicidio premeditato o quello di un familiare, la strage oppure il sequestro di persona dal quale è derivata anche la morte del sequestrato.
L’ergastolo si sconta ovviamente in carcere, all’interno del quale il condannato è ammesso al lavoro. Anzi, la legge [1] stabilisce espressamente che l’ergastolano ha l’obbligo del lavoro.
Ciò significa che, all’interno delle mura del penitenziario, il condannato all’ergastolo deve necessariamente dedicarsi a un’attività, ad esempio prendendo parte ai laboratori, dove si svolgono attività sia artigianali (serigrafia, sartoria, ecc.) che artistiche (disegno, pittura, ecc.).
L’ergastolano non è invece ammesso al lavoro all’esterno delle mura, se non dopo l’espiazione di almeno dieci anni di pena [2].
La legge prevede altresì che l’ergastolo si debba scontare con l’isolamento notturno. Si tratta tuttavia di una modalità di esecuzione della pena spesso non applicata, anche per via del sovraffollamento carcerario che impedisce ai penitenziari di avere celle da adibire a singole persone, anche solo per la notte.
Ben diverso, invece, è l’isolamento diurno dell’ergastolano. Vediamo perché.
Che cos’è l’ergastolo con isolamento diurno?
Il giudice può stabilire che l’ergastolo sia scontato in isolamento diurno, almeno per una sua parte. A differenza di quello notturno, l’isolamento diurno è una vera e propria sanzione penale [3] che aggrava ulteriormente la condizione del condannato.
È direttamente il giudice, quindi, a stabilire il periodo di isolamento diurno; essendo una sanzione disposta con sentenza, il magistrato di sorveglianza non può emettere provvedimenti che abbiano l’effetto di rimodulare le condizioni di tale isolamento.
Insomma: possiamo definire l’ergastolo con isolamento diurno come una forma di “ergastolo aggravato”, previsto dalla legge ogni volta che la stessa persona è condannata per aver commesso più reati, di cui almeno uno punito con l’ergastolo.
Per essere precisi, secondo il Codice penale [4], al colpevole di più delitti, ciascuno dei quali punito con l’ergastolo, si applica la detta pena con l’isolamento diurno da sei mesi a tre anni.
Nel caso di concorso di un delitto punito con l’ergastolo con uno punito con pene detentive temporanee (per un tempo complessivo superiore a cinque anni), si applica invece l’ergastolo con l’isolamento diurno per un periodo di tempo da due a diciotto mesi.
L’ergastolo con isolamento diurno è quindi previsto quando l’imputato abbia commesso più reati, di cui almeno uno punito con l’ergastolo e gli altri con la reclusione complessivamente non inferiore a cinque anni.
Secondo la Cassazione, l’inasprimento della pena dell’ergastolo con l’isolamento diurno presuppone che la pena inflitta per il delitto concorrente sia superiore a cinque anni di reclusione, da intendersi con riferimento alla pena applicata in concreto [5].
Ergastolo con isolamento diurno: come funziona?
L’isolamento diurno impedisce all’ergastolano di socializzare con gli altri detenuti, aumentando quindi l’afflittività di una pena già molto dura.
Considerato, poi, che l’ergastolo, già di per sé, dovrebbe prevedere l’isolamento notturno, il condannato all’isolamento diurno dovrebbe scontare la sua pena in totale emarginazione.
Per la legge, tuttavia, l’ergastolano condannato all’isolamento diurno partecipa ugualmente all’attività lavorativa all’interno del carcere, con diritto a essere retribuito come gli altri detenuti.
Ergastolo: quanto dura effettivamente?
All’inizio abbiamo detto che l’ergastolo è la pena detentiva perpetua. In realtà, la legge consente all’ergastolano di reinserirsi nella società e perfino di giungere, dopo molti anni, a scontare la propria pena al di fuori del carcere.
Già abbiamo visto come, dopo almeno dieci anni di pena espiata, sia possibile essere ammessi al lavoro all’esterno, ovviamente con obbligo di rientrare nel penitenziario al termine dell’attività. Questa è solo una delle possibilità concesse all’ergastolano, considerato che:
- dopo 26 anni è possibile chiedere e ottenere la liberazione condizionale, che consiste nella possibilità di concludere la pena all’esterno del carcere, in regime di libertà vigilata.
- dopo 20 anni si può ottenere anche la semilibertà allo scopo di permettere al condannato, ad esempio, di lavorare durante il giorno fuori dal carcere per poi tornare per trascorrervi la notte.
- dopo 10 anni di pena scontata si può accedere ai permessi premio, che gli consentono di uscire dal carcere per non più di 45 giorni all’anno.
Inoltre l’ergastolano, come ogni altro detenuto, ha diritto alla liberazione anticipata, cioè a uno sconto di pena pari a 45 giorni ogni semestre, se ha dato prova di buona condotta [6].
Per legge, agli effetti del computo della misura di pena che occorre avere espiato per essere ammessi ai benefici dei permessi premio, della semilibertà e della liberazione condizionale, la parte di pena detratta per buona condotta si considera come scontata.
Ciò significa, ad esempio, che l’ergastolano potrebbe accedere alla liberazione condizionale dopo circa 21 anni di pena espiata, tenendo conto di tutti i “bonus” per buona condotta che ha nel frattempo maturato.
Che cos’è l’ergastolo ostativo?
Esiste qualcosa di più afflittivo dell’ergastolo con isolamento diurno? Sì: si tratta del cosiddetto “ergastolo ostativo”, cioè della pena a cui sono condannati coloro che si sono macchiati di particolari crimini, come ad esempio la partecipazione ad associazioni mafiose o dedite al narcotraffico.
L’ergastolo ostativo è una forma ulteriormente aggravata di ergastolo, caratterizzato dal fatto di impedire al condannato di poter accedere ai benefici visti nel precedente paragrafo, a meno che l’ergastolano non collabori con la giustizia o la sua collaborazione sia diventata impossibile.
In alternativa, se non si pente e non collabora con la giustizia, il condannato all’ergastolo ostativo può ugualmente accedere ai benefici penitenziari, ma solo se:
Poiché la Corte Costituzionale ha più volte ricordato che l’ergastolo ostativo è illegittimo e che l’unico modo di ottenere i benefici carcerari non può essere quello di collaborare, il Governo Meloni, con uno dei suoi primissimi provvedimenti, ha stabilito che il condannato all”ergastolo ostativo può ugualmente ottenere i benefici visti sopra purché:
- ha scontato almeno 30 anni di pena;
- dimostra di non aver più alcun collegamento con la criminalità organizzata e
- prova di aver risarcito integralmente i danni provocati alle vittime (salvo, in quest’ultimo caso, dimostrare che si è assolutamente impossibilitati a pagare qualsiasi risarcimento per via delle proprie condizioni economiche).
Se invece la condanna all’ergastolo non riguardava un reato di tipo associativo, il detenuto dovrà dimostrare al giudice di aver tagliato i collegamenti con il contesto dentro cui il reato era stato commesso.
Prima di decidere, il giudice dovrà sempre verificare la regolare condotta carceraria, la partecipazione al percorso rieducativo, e la dichiarazione di dissociazione dall’organizzazione criminale di appartenenza, oltre a verificare iniziative del condannato a favore delle vittime (risarcimento, ecc.).
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