Erede senza accettazione: è possibile?
Il chiamato all’eredità ha bisogno di accettare per poter ereditare?
La maggioranza delle persone ritiene che i parenti più stretti del defunto, coniuge e figli, siano già eredi alla morte del loro congiunto. Non è così. Difatti per essere erede, e diventare proprietario dei beni del tuo caro defunto, è necessario accettare l’eredità. E’ possibile quindi essere erede senza accettazione? La risposta, semplice, a questo quesito è no. Nell’articolo che segue spiegheremo allora come si effettua l’accettazione dell’eredità. Chiariremo le diverse modalità utili per accettare l’eredità del tuo congiunto che è venuto a mancare. Innanzitutto occorre chiarire che fino all’accettazione dell’eredità, non sei considerato dalla legge un erede, ma un chiamato all’eredità. Avrai dieci anni di tempo, a partire dal giorno della morte del tuo parente per verificare se ti conviene accettare o meno l’eredità e subentrare nella posizione (di credito e di debito) del defunto. In questo lungo lasso di tempo potrai accertarti se il parente che è deceduto aveva debiti consistenti. Accettando l’eredità erediteresti anche i debiti e non sarebbe un buon affare. Saresti costretto infatti a pagarli anche con il tuo patrimonio personale e non solo con i beni che hai ereditato dal tuo parente defunto. Fatta questa premessa, passiamo al cuore del nostro articolo.
Come si accetta l’eredità?
La legge stabilisce che:
- non è possibile accettare l’eredità solo in parte: ciò significa che puoi accettare tutta intera l’eredità, ma non puoi invece accettarne solo una parte [1];
- non puoi revocare l’accettazione che hai già fatto: una volta che avrai accettato non potrai cambiare idea [2].
L’accettazione dell’eredità solo per alcuni beni non è possibile. Quindi non potrai accettare di ereditare solo i beni immobili e rifiutare di ereditare anche i beni mobili
La legge distingue fra accettazione:
- espressa [3],
- o tacita [4].
L’accettazione espressa si verifica quando il chiamato all’eredità dichiara di accettare l’eredità oppure assume il titolo di erede in un atto pubblico oppure in una scrittura privata.
Perciò se il parente di una persona defunta dichiara in un atto pubblico o nel testo di una scrittura di voler accettare l’eredità oppure se si qualifica come erede in un atto pubblico o in una scrittura privata, questo avrà valore di accettazione espressa.
Se in una lettera o in una comunicazione che provengono direttamente dal chiamato all’eredità egli si dichiara erede questo vale come accettazione espressa dell’eredità
L’accettazione tacita invece si verifica tutte le volte in cui il chiamato all’eredità realizza un qualsiasi atto o comportamento che potrebbe compiere solo come erede e che quindi significa implicitamente, ma in modo che non lascia spazio a dubbi, la volontà di accettare l’eredità.
Sono stati riconosciuti come atti che significano accettazione tacita di eredità: l’incasso dei canoni di locazione di un appartamento che rientra fra i beni ereditari oppure presentare la richiesta per la voltura a proprio nome di un permesso di costruire già rilasciato al parente deceduto
L’accettazione dell’eredità può essere fatta in modo tacito o espresso
Entro quanto tempo si può accettare l’eredità?
Il chiamato all’eredità quanto tempo ha a disposizione per accettarla?
La legge [5] dice che si può accettare l’eredità entro dieci anni a partire dal giorno in cui si è aperta la successione.
Quindi il chiamato all’eredità:
- ha dieci anni per accettare l’eredità
- e questo termine parte dal giorno in cui è morta la persona della cui eredità si tratta.
E’ utile precisare il termine di dieci anni entro cui un chiamato all’eredità deve accettarla [6] può essere accorciato.
Infatti è possibile chiedere al giudice di fissare un termine massimo di tempo entro cui il chiamato dovrà dichiarare se accetta o meno all’eredità.
Se il chiamato non darà alcuna risposta nel termine che il giudice gli avrà assegnato, allora avrà perso il diritto di accettare l’eredità.
Secondo la legge le persone che possono chiedere al giudice che sia fissato al chiamato un termine entro cui accettare l’eredità sono i soggetti che vi hanno un interesse e cioè:
- i creditori dell’eredità
- e i chiamati ulteriori, cioè le persone che potrebbero ereditare se il chiamato all’eredità non volesse accettare l’eredità.
Questi soggetti hanno quindi la possibilità, per proteggere e curare i loro interessi, di accelerare la decisione del chiamato all’eredità.
Una volta che il giudice avrà fissato il termine (di solito il termine è di qualche mese), il chiamato dovrà decidere in modo definitivo se diventare o meno erede.
Se dovesse non rispondere, allora vorrà dire che non avrà accettato e al suo posto subentreranno come eredi altri parenti o, in assenza di parenti entro il sesto grado che vogliano accettare, subentrerà lo Stato.
Il chiamato all’eredità ha dieci anni per accettare
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