Se una persona detta a un’altra il suo testamento e la consiglia su cosa scrivere il testamento è valido?

È vero: si può fare un testamento anche da soli, senza l’ausilio di un notaio, di un avvocato o di un altro professionista (è il cosiddetto “testamento olografo”). Ma bisogna quantomeno sapere che l’atto va scritto integralmente a mano, datato e firmato. E soprattutto bisogna stare attenti a non creare formule equivoche e a non lasciare al coniuge e ai figli (i cosiddetti eredi legittimari) una quota inferiore a quella prevista dalla legge.

Proprio per evitare di fare errori, qualcuno potrebbe ritenere opportuno farsi suggerire da un’altra persona il testo da scrivere, magari un familiare più esperto in questioni ereditarie. Ma è valido un testamento sotto dettatura?

Si pensi a un padre che chieda al figlio di scrivere il suo testamento cosicché lui poi lo possa ricopiare su un altro foglio con la propria scrittura. Oppure una donna che si faccia dettare dalla nipote, appena laureata in legge, le formule da riportare nelle sue ultime volontà.

La questione della validità del testamento, quando redatto sotto dettatura, è stata oggetto di diverse sentenze. Esaminiamole alla luce dell’orientamento prevalente.

Si può scrivere un testamento sotto dettatura?

Un testamento redatto sotto dettatura è valido purché il testatore:

• sia in grado di comprendere il significato delle parole che gli vengono dettate
• e possegga la piena capacità di intendere e volere.

La nullità del testamento sorge infatti solo se chi ne contesta la validità riesce a provare che il testatore, nel momento specifico della redazione, non era in grado di capire l’atto che stava compiendo. Questo principio è stato affermato dal Tribunale di Napoli, sezione VIII, con la sentenza del 20 giugno 2023, n. 6346.

Si vuole così evitare che la dettatura nasconda nient’altro che una forma di manipolazione della volontà del testatore che magari, in un momento di forte debolezza psichica, sia portato a fare ciò che gli viene detto da altri, magari sotto minaccia o inganno.

Quali sono gli obblighi di chi contesta la validità del testamento?

Spetta sempre a chi impugna il testamento dimostrare i presupposti della sua invalidità.

Pertanto chi contesta il testamento redatto sotto dettatura ha l’onere di fornire la prova dell’incapacità del testatore di intendere e volere al momento della sua stesura.

Se non si dimostra che una condizione patologica o un altro fattore abbia compromesso la capacità di autodeterminazione del testatore, il testamento è considerato valido.

Il testatore può farsi guidare la mano da terzi?

No, la guida della mano del testatore da parte di una terza persona invalida il testamento olografo. La Cassazione Civile, Sezione VI, nella sentenza del 6 marzo 2017, n. 5505, ha chiarito che questo intervento esterno esclude il requisito dell’autografia, essenziale invece per la validità del testamento scritto a mano (il cosiddetto testamento olografo). In caso di difficoltà nella scrittura (si pensi a una persona che soffra di una grave forma di Parkinson), il testamento deve essere redatto tramite un notaio.

Tuttavia secondo una sentenza del Tribunale di Ascoli Piceno del 12 marzo 2010, se la persona che assiste il testatore nella scrittura non aggiunge parole al testo, limitandosi a guidare e sostenere la mano per le iniziali di alcune parole, non si impedisce la ricostruzione della volontà autentica del testatore.

Conclusione

In conclusione, la validità di un testamento redatto sotto dettatura dipende dalla capacità del testatore di comprendere e volere le sue disposizioni. La guida della mano da parte di terzi invalida il testamento olografo, e in caso di difficoltà nella scrittura, è consigliabile procedere con un testamento pubblico. Queste disposizioni tutelano la chiarezza e l’indiscutibilità della volontà espressa dal testatore.