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È legale vietare il velo islamico ai dipendenti pubblici?

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(@raffaella-mari)
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Si può imporre, a una persona che non ha contatti con il pubblico, di lavorare a volto scoperto nonostante sia di religione islamica?

Il divieto di indossare segni religiosi, come il velo islamico, negli uffici della pubblica amministrazione, ha sollevato interrogativi sulla sua legittimità, specialmente quando i dipendenti non interagiscono direttamente con il pubblico. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza C-148/22, ha fornito un orientamento cruciale in merito, che esploreremo in questa guida. Vediamo dunque se è legale vietare il velo islamico ai dipendenti pubblici e quali sono i diritti del dipendente.

Che cosa stabilisce la sentenza della Corte Ue sulla neutralità negli uffici pubblici?

La Corte Ue ha stabilito che un’amministrazione pubblica può legittimamente decidere di adottare una politica di neutralità, vietando ai suoi dipendenti di indossare qualsiasi segno religioso, a condizione che la regola sia applicata in modo generale e indiscriminato a tutto il personale.

Il divieto riguarda l’ostentazione visibile di qualsiasi segno che riveli convinzioni filosofiche o religiose. Tale regola non è considerata discriminatoria se viene applicata in maniera uguale a tutti i dipendenti, limitandola allo stretto necessario.

Cosa comporta per i dipendenti pubblici il divieto di indossare il velo islamico?

Per i dipendenti pubblici, il divieto di indossare il velo islamico può anche non dipendere dalla specifica mansione svolta. Si tratta di una regola generale che mira a creare un ambiente amministrativo completamente trasparente e neutro.

La violazione del divieto può essere sanzionata anche con il licenziamento.

Qual è la base legale del divieto?

L’articolo 2 §.2, Lett. b) della Direttiva 2000/78/CE stabilisce un quadro per la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro. Una normativa comunale che preveda il divieto per i pubblici dipendenti di indossare il velo può essere giustificata dall’intento di creare un ambiente laico, purché sia adeguata, necessaria e proporzionata.

Secondo la Corte, questa normativa non costituisce discriminazione né diretta né indiretta. Essa impone una neutralità di abbigliamento che vieta indistintamente a tutti i dipendenti di manifestare le proprie convinzioni religiose o filosofiche.

Data la diversità di opinioni religiose e filosofiche tra i lavoratori, sia nel settore privato che in quello pubblico, non si possono avere situazioni comparabili, elemento essenziale per ravvisare una discriminazione.

In conclusione, la sentenza della Corte Ue chiarisce che le amministrazioni pubbliche possono legittimamente optare per una politica di neutralità, vietando il porto visibile di segni religiosi, incluso il velo islamico, a tutti i dipendenti.

 
Pubblicato : 30 Novembre 2023 15:15