Cos’è e come funziona la vendita online di prodotti che non sono nella materiale disponibilità del venditore?
Internet è riuscito a sconvolgere il modo di fare business: grazie al digitale, esistono professioni che solo fino a qualche anno fa erano impensabili. Tanto vale non solo per attività nuove di zecca (come ad esempio quella dello youtuber) ma anche per lavori tutto sommato tradizionali che, però, riescono oggi ad assumere una nuova veste.
È in tale cornice che si inserisce il dropshipping, che consente a un soggetto di vendere beni di cui non ha la materiale disponibilità. In un certo senso, si tratta della nuova frontiera delle vendite al dettaglio, che consente al commerciante di non dover avere i magazzini pieni dei prodotti che offre ai clienti. Un’attività del genere è legale? Approfondiamo la questione.
Cos’è il dropshipping?
Si chiama dropshipping la vendita online di prodotti che non sono nella materiale disponibilità del venditore. I beni alienati non sono infatti posseduti concretamente dal cedente ma vengono proposti agli acquirenti facendo da tramite tra il pubblico e il fornitore (cosiddetto dropshipper).
Insomma: fare dropshipping significa avere una vetrina online che mostra beni detenuti materialmente da un soggetto ma venduti da un altro. Vediamo come.
Come funziona il dropshipping?
Il dropshipping dà luogo a tutti gli effetti a un contratto di compravendita. Ciò significa che l’acquirente si interfaccia sempre e solo con il venditore del prodotto, anche se poi questo è fornito da un terzo soggetto (fornitore o grossista).
Tuttavia, mentre nell’ordinaria compravendita sono coinvolti solo due soggetti (il cliente e il venditore), il commercio elettronico in dropshipping si svolge tra tre soggetti: venditore, dropshipper (fornitore) e cliente finale.
In questo caso, il venditore invia l’ordine del cliente al fornitore, il quale a sua volta spedisce il prodotto al consumatore.
Il dropshipping è un contratto che prevede specifiche ripartizioni di compiti tra venditore e fornitore. Nello specifico, il venditore: sceglie il fornitore e pubblicizza i suoi prodotti; effettua la vendita dal sito e-commerce; riceve il pagamento; trasmette l’ordine al fornitore; cura l’assistenza al cliente.
Il fornitore, invece, si occupa della parte logistica e dell’approvvigionamento della merce: riceve l’ordine dal venditore; imballa il prodotto; spedisce l’ordine al cliente.
Quali sono i vantaggi del dropshipping?
Il dropshipping permette di avviare un’attività di vendita online risparmiando i costi relativi alla gestione del magazzino e all’acquisto anticipato dei prodotti. Questo però, come vedremo a breve, non esime dalle responsabilità nei confronti del consumatore.
Chi è responsabile della vendita?
La garanzia per gli eventuali vizi del bene deve sempre essere fatta valere nei confronti del venditore, cioè del dropshipper, nonostante il bene sia spedito dal fornitore.
È infatti il venditore a interfacciarsi con il cliente, il quale quindi dovrà rivolgersi a lui nel caso di problemi, esattamente come avviene nell’acquisto in un locale “fisico”.
Lo stesso dicasi nell’ipotesi di mancata consegna del prodotto: anche se tale attività è curata dal fornitore (dropshipper), nei confronti del cliente è sempre il venditore a risponderne. Al limite, quest’ultimo potrà poi rivalersi nei confronti del grossista per l’inadempimento contrattuale.
Il dropshipping è legale?
Il dropshipping è assolutamente legale, trattandosi semplicemente di una particolare modalità di commercio elettronico. Non a caso, chi vende prodotti attraverso questo particolare schema di compravendita sottoscrive un regolare contratto con il fornitore, stabilendo reciproci obblighi e diritti (come visto in precedenza).
Il dropshipping non mette a repentaglio le tutele previste dalla legge per il consumatore: come detto, questi potrà far valere i propri diritti direttamente nei confronti del venditore, esattamente come accade per ogni altro tipo di compravendita e, soprattutto, per gli acquisti a distanza.