Come funziona il contratto di locazione breve? Qual è la differenza con l’affitto transitorio e la locazione turistica?

Solitamente il contratto di locazione ha una durata molto lunga: si va dal classico “4+4” a canone libero fino al “3+2” a canone concordato. La legge ha tuttavia previsto la possibilità di stipulare accordi di affitto molto più brevi per soddisfare esigenze momentanee o transitorie. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: è legale affittare la casa a ospiti temporanei? Vediamo cosa stabilisce la legge a tal riguardo.

Cos’è il contratto di locazione breve?

Per consentire di affittare la casa a ospiti solo temporanei la legge ha previsto il cosiddetto affitto breve.

Si tratta di un contratto di locazione di immobile a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, stipulato da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa.

Per essere più precisi, la legge [1] afferma che «Si intendono per locazioni brevi i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online».

Per questa tipologia di contratti la legge non prevede l’obbligo di registrazione dell’atto presso l’Agenzia delle Entrate.

Ciononostante, per prevenire contestazioni o possibili controversie, risulta opportuno per le parti contraenti redigere un accordo scritto che comprenda almeno le regole di permanenza dell’inquilino.

Nonostante non sussista l’obbligo di registrazione all’Agenzia delle Entrate, il locatore deve obbligatoriamente comunicare i dati degli ospiti alla questura territorialmente competente.

Cos’è la locazione turistica?

Molto simile all’affitto breve è la locazione turistica, destinata a inquilini che intendono locare un immobile ad uso abitativo per motivi di vacanza o turismo.

Nel dettaglio, il contratto di locazione turistica deve avere forma scritta e deve espressamente indicare la finalità del soggiorno, che non deve essere per scopi abitativi stabili.

Conduttore e locatore sono liberi di pattuire il canone che ritengono più opportuno.

La durata del contratto non può superare i tre mesi. Se è superiore ai trenta giorni, la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate è obbligatoria.

Come per gli affitti brevi, in ogni caso è necessario denunciare la presenza degli inquilini alla questura.

Alla scadenza del contratto, la disdetta è automatica e il conduttore deve lasciare l’immobile.

Cos’è la locazione a uso transitorio?

Diverso dall’affitto breve è la locazione a uso transitorio.

Si tratta del contratto con cui il locatore concedere il proprio immobile ad uso abitativo per un periodo di tempo non inferiore a un mese e non superiore a diciotto mesi.

Perché il contratto sia valido occorre che almeno una delle parti specifichi la ragione della transitorietà della locazione (ad esempio, motivi di lavoro, di studio, di salute, ecc.); in mancanza, il contratto si trasforma in una normale locazione “4+4” [2].

In poche parole, il contratto d’affitto transitorio è valido solo se specificamente motivato.

Per ciò che riguarda il canone, l’importo deve essere concordato nei Comuni con più di 10mila abitanti [3].

Il canone si definisce attraverso i parametri stabiliti da accordi territoriali firmati da associazioni di proprietari e organizzazioni sindacali degli inquilini, depositati presso i Comuni.

Ospiti temporanei: è legale affittare la casa?

Come visto sinora, nel caso di ospiti temporanei è possibile fittare loro la casa, avendo cura di scegliere la tipologia di contratto maggiormente adatta tra quelle viste sinora: affitto breve, locazione turistica e affitto a uso transitorio.

La temporaneità della permanenza fa propendere per l’affitto breve, maggiormente idoneo a ospitare persone solamente per pochi giorni.