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È giustificato chi non sa che un comportamento è reato?

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(@mariano-acquaviva)
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La mancata conoscenza della legge penale può discolpare? In quali casi l’ignoranza è inevitabile e, quindi, giustifica chi ha commesso un crimine?

Si dice solitamente che “la legge non ammette ignoranza”, nel senso che se qualcuno commette un illecito dovrà rispondere della propria condotta anche se non era a conoscenza del fatto che si trattasse di un gesto illegale. In realtà non è proprio così. È giustificato chi non sa che un comportamento è reato?

La risposta a questa domanda non è così scontata. Come diremo, infatti, la Corte Costituzionale ha da tempo dichiarato l’illegittimità della norma del codice penale secondo cui nessuno può invocare, a propria discolpa, l’ignoranza della legge. Approfondiamo meglio l’argomento.

L’ignoranza della legge penale può discolpare?

Secondo l’articolo 5 del codice penale, nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza della legge penale.

Si tratta di un antico principio di diritto in base al quale nessuno può chiedere al giudice di essere assolto per il semplice fatto di non sapere che la condotta costituisse reato.

In buona sostanza, l’ordinamento giuridico presume che tutti i cittadini abbiano perfetta conoscenza delle leggi che sono in vigore.

Secondo la Corte Costituzionale [1], però, l’articolo del codice penale appena citato è illegittimo nella parte in cui non esclude, dall’inescusabilità dell’ignoranza della legge penale, l’ignoranza inevitabile.

Ciò significa che l’ignoranza della legge, a volte, può discolpare. Vediamo in quali occasioni.

Cos’è l’ignoranza inevitabile?

Abbiamo detto che nessuno, dopo aver commesso un reato, può invocare a propria discolpa il fatto di non sapere che il comportamento fosse vietato da una norma penale, a meno che tale ignoranza della legge non sia inevitabile. Quando si verifica questa situazione?

L’ignoranza è “inevitabile” quando ricorrono circostanze assolutamente eccezionali che impediscono al reo di essere a conoscenza del precetto di legge. Facciamo qualche esempio.

Carlo è stato in coma per diversi anni. Al risveglio, dopo essere stato dimesso dall’ospedale, commette un reato che è stato introdotto solamente qualche mese prima, quando ancora si trovava in coma.

Mattia è un ragazzo che, per tutta la sua vita, è stato tenuto in uno stato di segregazione dalla propria famiglia. A seguito dell’intervento dei carabinieri, gli viene restituita la libertà. Trovatosi per la prima volta da solo, comincia a urinare e defecare in pubblico, compiendo anche atti osceni, pensando che sia naturale fare così.

In buona sostanza, l’ignoranza della legge penale è inevitabile quando vi è una totale mancanza di socializzazione oppure sussistono deficit mentali o sociali che rendono più che plausibile l’ipotesi che il reo non abbia effettivamente conoscenza della norma che vieta una certa condotta.

L’ignoranza della legge è altresì inevitabile quando c’è una totale oscurità del testo legislativo, così grave da non poterne comprendere la portata.

Il parlamento emana una norma scritta talmente male da risultare incomprensibile.

Ancora, l’ignoranza è inevitabile se la giurisprudenza ha fornito diverse interpretazioni della stessa norma, tutte in contraddizione tra loro, generando quindi confusione nel cittadino.

È giustificabile chi non sa che un comportamento è reato?

Alla luce di quanto detto nei precedenti paragrafi possiamo affermare che è giustificato chi non sa che un comportamento è reato, solo però se la sua ignoranza è inevitabile.

L’ignoranza della legge penale è inevitabile e, quindi, giustifica il mancato rispetto del precetto di legge, tutte le volte in cui al soggetto che ha agito non si può obiettivamente muovere alcun rimprovero, nel senso che nessun altro, al suo posto, si sarebbe potuto comportare diversamente.

Va da sé che tale forma di giustificazione potrà essere difficilmente opposta dai professionisti del diritto (avvocati, notai, magistrati, ecc.), i quali non potranno di certo discolparsi perché la norma era poco chiara oppure l’interpretazione giurisprudenziale era controversa.

Lo stesso dicasi per un geometra, un ingegnere o un architetto che ritengano di non essere a conoscenza nelle norme urbanistiche o edilizie.

 
Pubblicato : 16 Dicembre 2023 17:30