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Drug test a sorpresa: è legale?

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(@mariano-acquaviva)
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Esami tossicologici sul posto di lavoro: occorre il preavviso oppure il datore può procedere quando lo ritiene opportuno? Il dipendente positivo va licenziato?

Il datore deve assicurarsi che i propri dipendenti svolgano al meglio le mansioni loro affidate. Per fare ciò non soltanto può vigilare affinché sul posto di lavoro tutto proceda regolarmente, ma può perfino sottoporre i lavoratori a un controllo antidroga per verificare se gli stessi assumono sostanze stupefacenti. È in questo contesto che si inserisce il seguente quesito: è legale il drug test a sorpresa?

Sin da subito va detto che esistono alcune attività che, per via della loro delicatezza, impongono sempre la massima attenzione a chi le svolge. Si pensi, ad esempio, al conducente di un mezzo di trasporto pubblico: se non fosse sobrio e perfettamente lucido alla guida rischierebbe di causare una vera e propria tragedia. Come funzionano gli esami tossicologici sui dipendenti? Occorre fornire un preavviso? Vediamo cosa dice la legge.

Drug test: cos’è?

Il “drug test” è il test antidroga che viene effettuato sul posto di lavoro per verificare che i dipendenti non abbiano fatto uso di alcolici o di sostanze stupefacenti.

In pratica, il drug test è un esame tossicologico che serve al datore per verificare che i suoi dipendenti siano perfettamente lucidi nello svolgimento delle mansioni loro affidate.

Come si fa il test antidroga?

Il drug test deve essere eseguito dal medico aziendale mediante l’analisi di un campione di saliva o, più frequentemente, delle urine, all’interno delle quali le tracce di sostanze stupefacenti possono rimanere anche per molti giorni.

Pur dovendo considerare molteplici fattori come l’età, il peso e lo stato di salute complessivo del dipendente, si ritiene che la marijuana resti nelle urine per settimane (addirittura fino a un mese dall’assunzione), mentre la cocaina solo per qualche giorno.

Drug test: è obbligatorio?

Il drug test è obbligatorio per alcune categorie di lavoratori. Per la precisione, sono costretti a sottoporsi ad esame tossicologico, con cadenza almeno annuale, tutti i dipendenti che svolgono mansioni pericolose, per sé stessi e per terzi che potrebbero essere coinvolti.

Tra i soggetti obbligati al test antidroga ci sono: gli autisti; tutti coloro che lavorano in spazi ristretti (gallerie, cave, miniere) o ad alta quota (ad esempio, nel settore edilizia); coloro che si mettono alla guida di macchine di movimentazione terra e merci, o che entrano in contatto con gas tossici, materiale esplosivo o impianti nucleari; le forze armate; i piloti di aerei e treni; gli operatori sanitari a rischio lesioni da taglio o punta (ad esempio l’infermiere che esegue i prelievi o l’igienista dentale) e medici che svolgono interventi invasivi.

Test antidroga a sorpresa: è legale?

Il test antidroga, anche quando obbligatorio, non può essere eseguito a sorpresa: il dipendente ha infatti diritto a un breve preavviso, non superiore a 24 ore. Se infatti il lavoratore sapesse con largo anticipo dell’esame tossicologico, si presenterebbe allo stesso “pulito”, compromettendo di fatto l’esito del test.

In sintesi, il dipendente che svolge una mansione particolarmente pericolosa, per sé o per gli altri, sa che annualmente dovrà sottoporsi al drug test, ma non è a conoscenza della data precisa, salvo ricevere preavviso appena un giorno prima.

Drug test positivo: cosa succede?

Se il drug test dà esito positivo, nel senso che gli esami hanno effettivamente riscontrato la presenza di sostanze stupefacenti o di alcol, il dipendente verrà sospeso dalla mansione, ovvero adibito a mansioni diverse ritenute non rischiose.

Per la precisione, in caso di positività al test antidroga la legge prevede che il medico esprima un giudizio di non idoneità che impedisce al dipendente di riprendere le sue ordinarie mansioni.

A questo punto, il drug test va ripetuto per verificare che non si sia trattato di un errore. Se l’esito positivo viene confermato, il medico deve allertare il Sert (Servizi per le tossicodipendenze) per la verifica delle condizioni cliniche che necessitano di terapia o trattamenti specifici per la tossicodipendenza, in modo da indirizzare il dipendente verso specifici programmi di cura e riabilitazione.

Per il suo successivo reintegro alla mansione, il percorso di verifica di assenza della tossicodipendenza dovrà essere completato prima della riammissione, con acquisizione da parte del Sert di certificazione di assenza di tossicodipendenza.

La presenza eventuale di un solo esito positivo degli accertamenti sanitari condotti dal medico competente durante il cosiddetto monitoraggio cautelativo comporta il mancato reintegro.

È possibile non effettuare tutto il percorso di monitoraggio cautelativo e di invio al Sert solo se il datore intende destinare in via definitiva il lavoratore ad altra mansione non a rischio.

Insomma: il dipendente positivo al drug test non viene licenziato ma sospeso dal lavoro, e potrà esservi riammesso solo dopo un percorso riabilitativo e ulteriori controlli che garantiscano l’assenza di assunzione di sostanze stupefacenti.

Tuttavia, se l’assunzione di alcol o di droghe ha causato un grave inadempimento (ad esempio, un danno economico all’azienda), allora il datore potrà procedere direttamente al licenziamento.

Cosa succede se si rifiuta il drug test?

Il test antidroga non può essere eseguito contro la volontà del dipendente. Qualora però questi dovesse rifiutarsi, si integrerebbe un grave inadempimento che giustificherebbe perfino il licenziamento.

 
Pubblicato : 1 Settembre 2023 16:30