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Dove investire a lungo termine?

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(@paolo-remer)
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Quali sono i migliori strumenti finanziari per proteggere il proprio patrimonio e farlo crescere nel tempo.

In un periodo come quello attuale, in cui sembra che il tempo stia diventando sempre più breve, rapido, e le vecchie certezze del passato si sciolgono come neve al sole, chi vuole costruire un patrimonio duraturo si pone una domanda inquietante e prepotente: dove investire a lungo termine? 

Cosa sta cambiando e qual è l’impatto sui portafogli

Sappiamo tutti che nel breve periodo – intendendo per tale quello fino a 3 anni – è abbastanza facile assicurarsi rendimenti modesti ma quasi completamente privi di rischio; le cose, però, cambiano completamente quando si allunga di parecchio l’orizzonte temporale, che segna l’estremo limite delle capacità previsionali dell’investitore: non solo di quello medio, ma anche di quello altamente specializzato.

Quanto più il periodo di raccolta dei frutti è lontano da quello della semina, l’incertezza è maggiore. I fattori in gioco sono imprevedibili: basti pensare, per limitarci agli esempi storici più recenti, alla pandemia e alla guerra in Ucraina, che hanno completamente sconvolto il quadro delle aspettative degli investitori, deprimendo le quotazioni di settori consolidati e facendo invece crescere inaspettatamente altri fino a quel momento sopiti e nascosti.

Anche i settori emergenti, come le criptovalute, o le energie green, quelle rinnovabili, non garantiscono alcuna certezza, e neppure una elevata probabilità, di rendimenti crescenti nel lungo periodo. E l’economia tradizionale soffre di fronte alla crescita dell’inflazione, al crollo delle quotazioni delle materie prime, alle tensioni geopolitiche internazionali ed ai crac improvvisi di istituzioni apparentemente solide e incrollabili, come i recenti fallimenti di alcune importanti banche e società finanziarie ci insegnano.

I sintomi di una nuova era: l’intelligenza artificiale

Alcuni dicono che stiamo passando dall’era dell’informazione e della tecnologia – che negli ultimi decenni aveva sostituito l’epoca industriale – all’era dell’intelligenza: quella artificiale, vista la rivoluzione che un fenomeno agli albori come ChatGPT sta portando nei sistemi di comunicazione e del mondo del lavoro, scalzando all’improvviso sistemi di potere come quello di Google, che da 25 anni ha il monopolio delle ricerche (e della pubblicità) su Internet.

Le grandi aziende stanno correndo ai ripari: i big hanno investito decine di miliardi di dollari nell’IA, per non perdere le posizioni di monopolio acquisite e cavalcare la nuova onda, che promette importanti ritorni in termini di profitto. Nel frattempo molti mestieri e professioni tradizionali scompariranno, aggravando la crisi economica, e altri ne nasceranno. Si tratta, quindi, di “indovinare” le tendenze in atto per coglierne i più probabili sviluppi, usando la razionalità e facendo tesoro di insegnamenti e principi sempre validi in tutte le epoche. Vediamo come comportarsi in questa difficile situazione.

A chi è adatto l’investimento a lungo termine?

Intendendo per investimento a lungo termine quello che va da 10 anni in su, e che mediamente si attesta fra i 20 ed i 30 anni (anche di più, se l’investitore è molto giovane e dunque la sua aspettativa di vita è alta) dobbiamo riconoscere che non esiste una strategia unica, valida sempre e comunque per tutti: ci sono, invece, diversi metodi su cui puoi fare affidamento e che dipendono dal tuo profilo di rischio e dalle tue esigenze finanziarie.

Prima di decidere in cosa investire devi porti alcune domande fondamentali: che tipo di investitore sono? Paziente, coraggioso, tollerante, oppure timoroso, oscillante e incerto? Sono disposto a perdere una gran parte del capitale investito, a vedere crollare il valore delle quotazioni nel medio periodo confidando in una ripresa futura e dunque in un profitto finale, al termine del periodo che ho programmato? Ho poca o molta fiducia? Controllo con ansia l’andamento quotidiano delle quotazioni o lo faccio solo una volta tanto?

E soprattutto: quando avrò bisogno dei soldi che sto investendo adesso, e che essendo investiti in una prospettiva di lungo termine sono di fatto vincolati e bloccati, perché se di fronte ad esigenze improvvise dovessi ritirarli prima del previsto potrei subire una perdita consistente? Solo se la risposta a tutte queste domande è solida e positiva, allora puoi permetterti di affrontare gli investimenti di lungo periodo.

Le migliori scelte di investimento a lungo termine

Se sei arrivato fin qui, e ti senti pronto ad accettare la sfida, devi sapere che ci sono diversi tipi di investimenti a lungo termine su cui puoi fare affidamento, nella ragionevole prospettiva di una crescita rilevante del capitale, ma sempre in base al tuo profilo di rischio e alle tue esigenze di investimento, come ti abbiamo spiegato nel paragrafo precedente.

A tal proposito tieni presente che tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio, e l’imprevedibilità è una componente fondamentale: la sicurezza si paga in termini di minor rendimento, come nelle forme che prevedono una protezione del capitale a fronte di un taglio degli interessi ottenuti. Sono formule interessanti per chi vuole ridurre il margine di incertezza, ma proteggersi davvero e al 100% dalle recessioni e dalla volatilità dei mercati è praticamente impossibile, vista l’imprevedibilità di questi fenomeni che sfuggono sempre al controllo personale dell’investitore e sono soggetti a dinamiche complesse.

L’importante è non farsi guidare dall’emotività e dall’improvvisazione, magari nel timore di “perdere il treno” dei profitti: ciò che sta crescendo ora non è detto che continui a farlo nel futuro. Oggi la maggior parte delle aziende che compongono gli indici delle principali società quotate non erano presenti nella lista fino a poco tempo fa: basti pensare ad Amazon, Alphabet (Google), Apple, Meta (Facebook) e Microsoft, che adesso sono al top 5 nel mondo per importanza, fatturato ed utili, ed hanno scalzato dalle prime posizioni della classifica le più importanti società industriali che dominavano fino a 30 anni fa. Il mondo cambia di continuo, e nessuno può sapere cosa succederà nei prossimi decenni.

Chi ha parecchio tempo a disposizione, anziché investire in unica soluzione, cioè tutto in una volta, dovrebbe preferire i piani di accumulo del capitale (Pac) che si formano con investimenti periodici e costanti, anche di piccolo importo (bastano 100 euro al mese) ma ripetuti: questo consente di ammortizzare le varie crisi, depressioni e recessioni che inevitabilmente ci saranno, e di beneficiare al massimo della formula dell’interesse composto, che nel lungo periodo massimizza i rendimenti, in quanto gli interessi ottenuti vengono reinvestiti e producono interessi a loro volta. Ti parliamo ampiamente di questo fenomeno nell’articolo: “Come arricchirsi sui mercati finanziari“.

Investimenti a lungo termine: su cosa puntare

Detto questo, per ridurre al massimo i rischi senza pregiudicare i rendimenti, ed anzi ampliando al massimo la possibilità di ottenerli, è consigliabile puntare sugli Etf (Exchange traded fund), dei panieri internazionali che replicano l’indice di riferimento, con tutti i titoli che lo compongono, e meglio ancora iniziando a comprare l’indice mondiale: un Etf globale, che riepiloga in modo ponderato l’andamento dei titoli azionari quotati in tutte le Borse del mondo. E poi da qui, con le ulteriori somme disponibili, investire anche sugli Etf concentrati nei settori più promettenti, come quelli delle imprese operanti nella tecnologia avanzata, “di frontiera”, che è in grado di captare meglio le possibilità dell’espansione futura ed i conseguenti ritorni economici.

In questo modo sarà possibile attuare la diversificazione, che è un fattore fondamentale (mai mettere tutte le uova nello stesso paniere), e cogliere i possibili successi: un solo dollaro su 100, investito in Google o Amazon  quando erano agli albori, startup semisconosciute, ed ha conservato i titoli nel tempo ha ripagato ampiamente chi aveva investito gli altri 99 dollari in aziende poi fallite e scomparse. È il rendimento complessivo quello che conta, come ben sanno i più grandi investitori di lungo periodo (uno per tutti: Warren Buffett), che nella loro lunga carriera hanno preso parecchie cantonate ma hanno vinto grazie alle poche scelte che si sono rivelate più lungimiranti e infine vincenti.

Chi è più prudente o ha un orizzonte temporale più ristretto – ad esempio, una persona anziana – anziché puntare in prevalenza sull’azionario farà bene a destinare la quota più consistente del proprio portafoglio ad investimenti obbligazionari (anche in questo settore esistono Etf globali e settoriali, classificati proprio per duration dei titoli) che, in aggiunta, garantiscono anche un flusso cedolare prevedibile e costante, in base al tasso di interesse del periodo.

Anche nell’ambito dei titoli di Stato si trovano opportunità interessanti: i Btp (Buoni del tesoro poliennali) a lungo termine, come i decennali ed i trentennali, garantiscono un discreto rendimento e un buon flusso cedolare periodico, se vengono tenuti fino a scadenza, altrimenti c’è il rischio di rimetterci se i tassi dovessero essere saliti rispetto al momento di emissione; per cautelarsi è preferibile acquistare quelli agganciati all’inflazione, come il Btp Italia. E per chi vuole stare ancor più sul sicuro c’è sempre l’investimento in buoni postali fruttiferi.

Una valida alternativa agli Etf sono i fondi comuni di investimento, proposti dalle banche, e anch’essi di diversa tipologia (settori, aree geografiche e composizione prevalentemente azionaria, obbligazionaria o bilanciata), che però hanno lo svantaggio di prevedere commissioni più elevate che, alla lunga, potrebbero “rosicchiare” una parte del margine di profitto.

E infine, non bisogna dimenticare di destinare una quota degli investimenti di lungo periodo agli immobili, privilegiando quelli situati in zone commerciali, turistiche e ad alta densità abitativa, che possono essere messi a reddito in varie forme (ad esempio, con gli affitti o le locazioni brevi) ed hanno le maggiori aspettative di incremento di valore.

Tutto ciò senza tralasciare i cosiddetti e intramontabili “beni rifugio“, a partire dall’oro e dalle materie prime preziose (argento, platino, altri metalli e minerali usati nella produzione industriale): queste materie prime – che possono essere acquistate anche in forma di certificati dematerializzati – essendo anticicliche, sono da usare in piccole dosi, cioè destinandovi una componente minoritaria del portafoglio, soprattutto come copertura contro le depressioni che potrebbero avere gli investimenti finanziari.

 
Pubblicato : 3 Aprile 2023 18:00