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Donazione tra coniugi: è valida?

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(@paolo-remer)
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Quando e come marito e moglie possono scambiarsi denaro o intestare beni immobili l’uno all’altra senza rischi.

Una donazione tra coniugi è valida? Un antico brocardo latino diceva di no: per il diritto romano marito e moglie non potevano donarsi dei beni, e se lo facevano, l’atto era revocabile. E in effetti è stato così fino a 50 anni fa, perché anche l’articolo 781 del Codice civile del 1942 recepiva questa formula: «I coniugi non possono, durante il matrimonio, farsi l’uno all’altro alcuna liberalità, salve quelle conformi agli usi».

Solo nel 1973 questa regola è stata eliminata dal nostro ordinamento a seguito dell’intervento della Corte costituzionale, che la ha ritenuta irragionevole e ingiustificata [1]. E due anni dopo, nel 1975, è stata varata la riforma del diritto di famiglia, che impone a entrambi i coniugi l’obbligo di reciproca assistenza materiale e morale. Quindi le attribuzioni di denaro, o anche di beni immobili, sono pienamente consentite e talvolta anche necessarie per realizzare la condivisione delle proprie sostanze e il benessere familiare di una coppia che vive in armonia.

Però occorre prestare attenzione ai rischi di inefficacia dell’atto compiuto: i creditori del donante che si è spogliato dei suoi beni semplicemente trasferendoli e intestandoli alla moglie (o viceversa) potrebbero chiedere la revoca della donazione fatta tra i coniugi, e hanno cinque anni di tempo per esercitare questa azione giudiziaria. Per evitare brutte sorprese e rischi di qualsiasi genere, conviene, quindi, vedere in modo più approfondito quando la donazione tra coniugi è valida, efficace e incontestabile. 

Donazione tra coniugi: quali regole?

Anche la donazione tra coniugi deve rispettare le regole previste per qualsiasi tipo di donazione, e precisamente:

  • per le donazioni di non modico valore (da determinarsi tenendo a riferimento il patrimonio del donante) è necessario procedere dal notaio alla presenza di almeno due testimoni. In assenza di tale forma, la donazione è nulla: potrà, quindi, essere contestata sia dal donante che da qualsiasi altro soggetto (ad esempio, i suoi familiari);
  • se la donazione è di modico valore non c’è bisogno del notaio e può avvenire con il semplice scambio del bene. Le donazioni di immobili richiedono sempre il notaio perché per i trasferimenti immobiliari la forma dell’atto pubblico è richiesta a pena di nullità;
  • se la donazione ha ad oggetto una somma di denaro, la donazione deve avvenire con bonifico bancario o assegno non trasferibile se supera le soglie della tracciabilità imposte dalla legge (dal 1° gennaio 2023, pari a 5.000 euro); al di sotto di tale limite,  può avvenire in contanti;
  • se la donazione ha ad oggetto una somma di denaro ed è rivolta a garantire al coniuge la disponibilità economica per acquistare un bene di valore come una casa o un’auto (è la cosiddetta donazione indiretta) si può evitare il notaio e la tassa sulle donazioni a condizione, però, che il successivo atto di acquisto stipulato dal donatario con la provvista economica fornita dal donante menzioni espressamente la provenienza del denaro;
  • la donazione non può essere finalizzata a sottrarre agli altri eredi legittimari (ossia i figli e, in loro mancanza, i genitori) le quote della legittima. Diversamente, questi ultimi avrebbero 10 anni di tempo, dalla morte del donante (non prima) per agire in tribunale e ottenere la revoca della donazione.

Donazione tra coniugi: come fare?

Una volta rispettate le regole che abbiamo descritto, il modo per fare una donazione tra marito e moglie è semplice. Se si tratta di somme di denaro fino a 4.999,99 euro, non ci sono particolari formalità e si può consegnare la cifra in contanti; per importi superiori è necessario usare uno strumento di pagamento tracciabile, come l’assegno o il bonifico bancario.

Ma se la somma donata è rilevante è necessaria la forma dell’atto pubblico, quindi bisogna recarsi dal notaio con due testimoni, a meno che non si tratti di donazione indiretta, cioè di erogazione di una somma finalizzata ad un acquisto, a condizione che, come abbiamo detto, il relativo atto specifichi la provenienza del denaro.

Donazione tra coniugi: è tassata?

Le donazioni tra coniugi sono esentasse fino a un importo massimo di 1 milione di euro. Oltre questa cifra, si paga l’imposta sulle donazioni, con l’aliquota del 4% sull’eccedenza: ad esempio, una donazione di 1.200.000 euro sconterà l’imposta del 4% su 200.000 euro, pari a 8.000 euro.

Si può revocare la donazione al coniuge?

La donazione al coniuge può essere revocata ad iniziativa dei creditori del donante che per effetto di essa hanno visto una depauperazione patrimoniale che rende impossibile o difficoltoso riscuotere le somme dovute. I creditori hanno 5 anni di tempo dalla donazione per dimostrare che, all’esito del trasferimento dell’immobile, il debitore è rimasto privo di altri beni utilmente pignorabili per soddisfare le loro ragioni. Se quindi il donante dovesse aver ceduto tutti i suoi beni o una parte consistente, i creditori potrebbero agire in tribunale per rendere inefficace la donazione.

Donazione e separazione dei coniugi

Spesso, succede che la donazione venga effettuata all’atto della separazione dei coniugi come attuazione delle condizioni della separazione stessa o del divorzio. Si pensi al marito che, in sostituzione dell’assegno di mantenimento, intesti alla moglie un immobile di sua proprietà. Un atto del genere può ben avvenire direttamente davanti al tribunale senza bisogno del notaio per redigere l’atto pubblico di trasferimento della proprietà del bene. Il vantaggio sta anche nel fatto che questi accordi di separazione o di divorzio sono esentasse. Per maggiori dettagli leggi come trasferire la casa tra i coniugi senza notaio.

 
Pubblicato : 15 Agosto 2023 08:45