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Distanza minima tra edifici: regole e obblighi

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(@angelo-greco)
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Si deve rispettare la distanza minima di dieci metri fra due edifici anche quando la finestra di una parete non fronteggia l’altra parete. Cosa prevede la legge per garantire salubrità e igiene.

La distanza minima tra gli edifici è una questione fondamentale per garantire la salubrità e l’igiene degli spazi abitativi. In Italia, l’art. 9 del d.m. 1444/1968 stabilisce che debbano essere rispettati almeno 10 metri di distanza tra pareti con finestre e pareti di edifici antistanti. In questo articolo, esamineremo le regole e gli obblighi riguardanti la distanza minima tra gli edifici, offrendo numerosi esempi e analizzando una recente ordinanza della Corte di Cassazione [1].

La normativa sulla distanza minima tra edifici

L’art. 9 del d.m. 1444/1968 stabilisce l’obbligo di rispettare una distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti. Questa norma è stata introdotta per proteggere la salubrità e l’igiene degli spazi abitativi, evitando la creazione di aree buie e poco aerate tra gli edifici.

Un recente caso portato alla Cassazione ha sollevato dubbi sull’interpretazione dell’art. 9 del d.m. 1444/1968. In particolare, la controversia riguardava l’applicabilità della normativa anche nei casi in cui le finestre di una parete non fronteggiano direttamente l’altra parete.

In questa vicenda la Suprema Corte ha chiarito che l’obbligo di rispettare la distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti vale anche quando la finestra di una parete non fronteggia l’altra parete, a meno che le due pareti non aderiscano in basso l’una all’altra su tutto il fronte e per tutta l’altezza corrispondente, senza interstizi o intercapedini residui.

Esempio di applicazione della normativa: il caso del 2013

Nel 2013, un uomo fu convenuto in giudizio per aver violato la distanza di 10 metri prescritta dall’art. 9 del d.m. 1444/1968 tra la proiezione in altezza del proprio edificio e la parete finestrata dell’appartamento del convenuto. La parte lesa chiedeva la demolizione delle parti costruite non rispettando le prescrizioni di legge, nonché il risarcimento del danno subito.

La Corte d’Appello aveva inizialmente negato il ricorso, sostenendo che la normativa non si applicasse ad edifici che non si fronteggiano perfettamente sul piano orizzontale e che non compromettessero la salubrità e le condizioni igienico-sanitarie degli spazi intercorrenti tra i fabbricati. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28147/2022, ha accolto il ricorso, ritenendo che la Corte d’Appello avesse mal applicato la normativa. Pertanto, è stata confermata l’applicabilità della distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti anche nei casi in cui le finestre di una parete non fronteggiano direttamente l’altra parete.

L’importanza della distanza minima tra edifici

La distanza minima tra gli edifici è fondamentale per garantire la salubrità e l’igiene degli spazi abitativi. Una distanza adeguata tra le pareti permette la circolazione dell’aria e la penetrazione della luce naturale, evitando la creazione di ambienti bui e malsani. Inoltre, la distanza minima tra gli edifici può contribuire a ridurre il rumore e garantire una maggiore privacy ai residenti.

Cosa fare in caso di violazione della distanza minima tra edifici

Se si ritiene che la distanza minima tra gli edifici non sia stata rispettata, è possibile intraprendere un’azione legale per chiedere la demolizione delle parti costruite in violazione della normativa e il risarcimento del danno subito. È importante rivolgersi a un avvocato esperto in materia per valutare la situazione e intraprendere le azioni legali appropriate.

Consigli per rispettare la distanza minima tra edifici

Per evitare problemi legali e garantire la salubrità e l’igiene degli spazi abitativi, è importante rispettare la distanza minima tra gli edifici. Prima di avviare un progetto edilizio, è fondamentale verificare la conformità del progetto alle normative vigenti. Inoltre, è utile consultare un tecnico o un geometra esperto in materia per assicurarsi che la distanza minima tra gli edifici sia rispettata.

Conclusione

La distanza minima tra gli edifici è un aspetto cruciale per garantire la salubrità e l’igiene degli spazi abitativi. L’art. 9 del d.m. 1444/1968 prevede una distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, anche quando le finestre di una parete non fronteggiano direttamente l’altra parete. In caso di violazione di questa normativa, è possibile intraprendere un’azione legale per chiedere la demolizione delle parti costruite in violazione e il risarcimento del danno subito. Per evitare problemi legali, è importante rispettare la distanza minima tra gli edifici e consultare un esperto in materia prima di avviare un progetto edilizio.

 
Pubblicato : 28 Marzo 2023 13:00