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Diffida ad adempiere: cos’è e come funziona?

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(@mariano-acquaviva)
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In cosa consiste la risoluzione del contratto? Qual è la differenza tra diffida ad adempiere e clausola risolutiva espressa?

La risoluzione del contratto è lo strumento per sciogliere un accordo che non è stato rispettato. Per fare ciò, però, occorre dimostrare la gravità dell’inadempimento altrui, non essendo sufficiente un piccolo contrattempo per poter cancellare un contratto vincolante. Ad esempio, tardare di un solo giorno il pagamento di una rata non è un giusto motivo di risoluzione, a meno che nel contratto non sia esplicitamente scritto il contrario. Cos’è e come funziona la diffida ad adempiere?

Con tale denominazione si intende far riferimento alla comunicazione formale con cui la parte non inadempiente assegna all’altra un termine perentorio entro cui eseguire la prestazione, pena la risoluzione del contratto. Decorso infruttuosamente il termine assegnato, allora l’accordo si intenderà risolto, a meno che controparte non si opponga e dimostri che il proprio inadempimento non è così grave da giustificare la risoluzione. Approfondiamo la questione.

Cos’è la risoluzione?

La risoluzione è lo scioglimento del vincolo contrattuale derivante dall’inadempimento di una delle parti. In pratica, si tratta della cancellazione dell’accordo causata dalla condotta colpevole di uno dei contraenti.

Chi chiede la risoluzione ha anche diritto al risarcimento dei danni, purché dimostri che questi ultimi siano effettivi, nel senso che un pregiudizio economico ci sia realmente stato.

Come ottenere la risoluzione contrattuale?

La risoluzione del contratto va chiesta al giudice, il quale deve accertare la sussistenza delle condizioni che la legittimano.

Nello specifico, la legge dice che non si può dar luogo a risoluzione se l’inadempimento della parte non è grave. Detto in altri termini, solamente un inadempimento di rilevante importanza può giustificare lo scioglimento dell’accordo.

Pertanto, tardare il pagamento di un solo giorno oppure corrispondere un euro in meno, per quanto sia contrario agli accordi, non consente di invocare la risoluzione.

La verifica sulla gravità dell’inadempimento non c’è soltanto nel caso in cui le parti abbiano sin dall’inizio previsto che il mancato rispetto di una certa obbligazione sia causa di risoluzione del contratto (clausola risolutiva espressa), oppure se hanno fissato un termine essenziale entro cui eseguire la prestazione: si pensi al pasticcere che consegni la torta nuziale il giorno dopo il matrimonio.

Cos’è la diffida ad adempiere?

La diffida ad adempiere è la dichiarazione scritta con cui si comunica alla parte inadempiente che, se non eseguirà la propria prestazione entro un termine non inferiore a quindici giorni, il contratto si intenderà senz’altro risolto.

Decorso inutilmente il tempo concesso, l’accordo si scioglie di diritto, senza necessità di una pronuncia giudiziale.

In pratica, la diffida ad adempiere ha lo scopo di fissare con chiarezza la posizione delle parti nell’esecuzione del contratto, avvisando l’inadempiente che l’altra parte non è disposta a tollerare un ulteriore ritardo della prestazione dovutale e che ha già scelto la via della risoluzione del contratto nel caso di inutile decorso del termine fissato.

Come funziona la diffida ad adempiere?

Anche per la diffida ad adempiere vale la condizione dell’importanza dell’inadempimento, con la conseguenza che la parte che è stata diffidata può agire in giudizio per dimostrare che la risoluzione è illegittima in quanto il proprio inadempimento è di scarsa importanza e, pertanto, non tale da poter giustificare lo scioglimento dell’accordo.

In altre parole, la risoluzione del contratto quale effetto della diffida ad adempiere deve essere condizionata alla contestazione di un grave inadempimento della controparte contrattuale, avente ad oggetto una prestazione reputata essenziale nell’economia generale dell’accordo

Inoltre, la diffida ad adempiere non comporta la risoluzione del contratto se il “diffidante” è a propria volta in difetto, cioè se anche lui è inadempiente.

Diffida ad adempiere e clausola risolutiva espressa: differenza

Dalla pronuncia in commento emerge chiaramente anche la differenza tra la diffida ad adempiere e la clausola risolutiva espressa: mentre contro la prima il diffidato può “ribellarsi” eccependo la non gravità del proprio inadempimento, la seconda non consente tale eccezione atteso che le parti, sin dall’inizio, si sono accordate per dare rilevanza a una certa obbligazione che quindi, se non adempiuta, deve essere ritenuta sempre come un grave inadempimento, senza che il giudice possa eccepire alcunché.

 
Pubblicato : 24 Luglio 2023 09:00