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Dichiarazione redditi in ritardo: come rimediare

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(@paolo-remer)
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Cosa fare se si supera la scadenza dei termini di presentazione: come regolarizzare ed evitare le pesanti sanzioni previste per la dichiarazione omessa.

Le scadenze fiscali dovrebbero essere tassative ma, per vari motivi, non sempre si riesce a rispettarle. Ogni anno il modello 730 va inviato entro la fine del mese di settembre; per il modello Redditi la scadenza è il 30 novembre. Chi ha oltrepassato questi termini e vuole presentare la dichiarazione dei redditi in ritardo ha bisogno di sapere come rimediare.

In questo articolo ti spiegheremo appunto cosa fare in questi casi e ti indicheremo qual è il miglior modo per mettersi in regola con il Fisco e non pagare le pesanti sanzioni previste in caso di dichiarazione omessa: in quel caso il contribuente viene equiparato a un evasore, mentre chi presenta la dichiarazione tardiva non incorre in questo rischio.

Dichiarazione redditi tardiva e omessa: differenza

La dichiarazione dei redditi si considera omessa quando sono trascorsi 90 giorni dalla scadenza dei termini di presentazione. Fino a quel momento la dichiarazione non presentata si considera tardiva: è possibile colmare le lacune, e le sanzioni sono molto più lievi rispetto a quelle previste per la dichiarazione omessa.

Dichiarazione non presentata entro i termini: quali sanzioni?

Nel caso di dichiarazione omessa si applica una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo del 120% ad un massimo del 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo fisso di 250 euro. Bisogna ricordare che se la dichiarazione è stata omessa l’Agenzia delle Entrate ha 7 anni di tempo, anziché gli ordinari 5, per accertare i redditi e le violazioni.

Chi presenta la dichiarazione entro il termine di scadenza del periodo d’imposta successivo può beneficiare di sanzioni ridotte, che vanno dal 60% al 120% dell’ammontare delle imposte dovute.

La dichiarazione tardiva, invece, consente di usufruire del ravvedimento operoso, che abbatte le sanzioni fino a un decimo del minimo previsto per la dichiarazione omessa. Precisamente, con il ravvedimento operoso la sanzione ridotta è pari a 1/10 del minimo se si provvede entro 30 giorni, e 1/9 del minimo se la regolarizzazione della mancata presentazione avviene entro 90 giorni.

Per beneficiare di questo “sconto”, però, bisogna provvedere entro 90 giorni dalla scadenza dei termini di presentazione, in quanto, come abbiamo detto, oltre quella soglia la dichiarazione si considera omessa. Oltre i 90 giorni è ancora possibile fruire del ravvedimento operoso (ad esempio, se l’irregolarità viene sanata entro il termine per la presentazione della dichiarazione annuale successiva è 1/7 del minimo, che sale a 1/6 se si supera anche tale termine), ma l’importo da pagare sarà commisurato alle sanzioni previste per la dichiarazione omessa.

Dichiarazione omessa: quando è reato?

L’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi o Iva costituisce reato quando l’imposta dovuta supera il limite di 50mila euro; la pena va da 2 a 5 anni di reclusione. Il reato non sussiste se manca il dolo di evasione, cioè la volontà di evadere le imposte (si pensi ad un contribuente gravemente malato e infermo, e che per tale causa non ha potuto rispettare gli adempimenti fiscali).

Dichiarazione tardiva e dichiarazione integrativa

Per regolarizzare la mancata presentazione entro i termini, è possibile fare una dichiarazione tardiva entro i 90 giorni dalla scadenza.

La dichiarazione tardiva va tenuta distinta dalla dichiarazione integrativa, che serve per rettificare errori o omissioni contenuti nelle precedenti dichiarazioni.

Mentre con la dichiarazione tardiva il debito (o credito) d’imposta viene calcolato per la prima volta relativamente all’anno considerato, e dunque andranno eseguiti i versamenti previsti (o ricevuti i crediti spettanti, anche mediante il rimborso), la dichiarazione integrativa può essere, a seconda dei casi:

  • a favore del contribuente, se determina un maggior credito o un minor debito d’imposta (come quando si inseriscono deduzioni o detrazioni prima mancanti);
  • a sfavore del contribuente, se emerge un maggior tributo da pagare (ad esempio, se si riportano redditi, compensi o ricavi che non erano stati dichiarati entro i termini, e dunque su di essi dovrà essere calcolata la relativa imposta).

Fino a quando si può rimediare

La dichiarazione integrativa può essere presentata, con il modello Redditi, entro il termine di presentazione della dichiarazione dell’anno seguente, o comunque entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione ordinaria, se nel frattempo l’Agenzia delle Entrate non ha emanato un avviso di accertamento. Entro termini molto più ristretti, che ricadono nello stesso anno d’imposta considerato, è possibile fare un modello 730 rettificativo.

Comunicazioni di irregolarità: cosa fare?

Le comunicazioni di irregolarità, invece, dette anche lettere di compliance o avvisi bonari, permettono la presentazione della dichiarazione integrativa, ed anzi invitano il contribuente a farla, in modo da correggere spontaneamente gli errori e le omissioni rilevati dagli Uffici. In questo modo si evita in partenza l’applicazione delle sanzioni. Per maggiori informazioni su questo punto, leggi “Come evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate“.

Quanto si paga per il ritardato versamento?

Anche con la dichiarazione integrativa, così come per quella tardiva, è possibile beneficiare del ravvedimento operoso: per sapere quanto bisogna versare e come compilare il modello F24 leggi “Come pagare le tasse in ritardo”. Se non si usufruisce del ravvedimento operoso, le sanzioni per omesso versamento ammontano al 30% delle maggiori imposte dovute, e quelle per infedele dichiarazione vanno dal 90% al 180%.

Conclusioni

In sintesi, se ti accorgi di non aver inviato la dichiarazione dei redditi entro il termine previsto (che, ti ricordiamo, è il 30 novembre di ogni anno, se fai il modello Redditi, o il 30 settembre, se ti avvali del modello 730), puoi rimediare presentando la dichiarazione tardiva entro 90 giorni dalla scadenza non rispettata. In questo modo, grazie al ravvedimento operoso, beneficerai di sanzioni ridotte.

Oltre tale termine, invece, la dichiarazione non presentata sarà considerata omessa e scatteranno le pesanti sanzioni amministrative, dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, e penali, se l’imposta evasa supera i 50mila euro. Infine, se avevi presentato entro i termini la tua dichiarazione dei redditi ma vuoi correggere errori o omissioni, puoi presentare una dichiarazione integrativa fino a 5 anni dopo, se nel frattempo l’Agenzia delle Entrate non ha ancora contestato le violazioni con un atto di accertamento notificato al contribuente interessato.

 
Pubblicato : 4 Ottobre 2023 08:15