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Dichiarazione di successione: va fatta da chi impugna il testamento?

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(@angelo-greco)
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In caso di contestazione della successione e del testamento bisogna comunque presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate?

Come noto, entro un anno da quando muore una persona – ossia dall’apertura della successione – è necessario presentare la cosiddetta dichiarazione di successione presso l’Agenzia delle Entrate. L’adempimento può essere fatto da qualsiasi erede anche per conto degli altri.

Ci si chiede spesso se la dichiarazione di successione va fatta da chi impugna il testamento ossia da chi ha intenzione di impugnare il testamento e, con esso quindi, la divisione dell’eredità fatta dal de cuius. 

Di tanto si è occupato, proprio di recente, il tribunale di Firenze con una interessante sentenza [1]. 

Per comprendere meglio la questione bisogna innanzitutto chiarire se e quando è necessario presentare la dichiarazione di successione e che valore ha tale adempimento. 

Chi deve presentare la dichiarazione di successione?

La dichiarazione di successione può essere presentata da qualsiasi chiamato all’eredità, erede o legatario. È sufficiente presentare una sola dichiarazione di successione: sicché quella depositata da un solo soggetto copre anche gli altri eredi, legatari o chiamati all’eredità, senza che vi sia bisogno di una previa autorizzazione da parte di questi ultimi. 

In caso di più soggetti obbligati, è pertanto sufficiente (e consigliabile) che solo uno di essi presenti la dichiarazione. Difatti, la dichiarazione di successione non implica alcuna accettazione dell’eredità ma serve solo a informare l’Agenzia delle Entrate dal valore della successione e, dunque, per calcolare le relative imposte (imposte dovute poi da chi effettuerà l’accettazione).

Non bisogna pertanto pensare che la dichiarazione di successione implichi una accettazione tacita dell’eredità. Essa ha valore puramente fiscale. Ragion per cui chi presenta la dichiarazione di successione può anche, in un successivo momento, rinunciare all’eredità. E può farlo allo stesso modo chi non abbia presentato la dichiarazione di successione se la stessa è stata effettuata da un altro dei coeredi.

Entro quanto tempo va fatta la dichiarazione di successione?

I soggetti obbligati devono presentare la dichiarazione entro 12 mesi dalla morte (ossia dall’apertura della successione).

Quando non va presentata la dichiarazione di successione

Quando l’eredità è devoluta al coniuge e/o figli e/o genitori e/o altri parenti in linea retta, se ha valore non superiore a € 100.000 e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari, gli eredi non hanno obbligo di presentare la dichiarazione.

Dopo la dichiarazione di successione si può impugnare il testamento?

Poiché l’obbligo di corrispondere l’imposta di successione sussiste anche in ipotesi di impugnazione del testamento, la dichiarazione di successione deve essere presentata – entro i 12 mesi dal decesso – anche da parte di chi intende contestare la ripartizione del patrimonio ereditario. 

La presentazione della dichiarazione di successione difatti non implica neanche una accettazione tacita della volontà del testatore. 

Resta ovviamente salvo il diritto, in caso di accoglimento dell’impugnazione, al rimborso di quanto pagato o pagato in eccedenza e dell’obbligo di presentare una dichiarazione sostitutiva o integrativa della precedente al verificarsi del mutamento di devoluzione dell’eredità.

Difatti, se dopo la presentazione della dichiarazione, sopravviene un evento che determina il cambiamento della devoluzione dell’eredità o del legato (ad esempio annullamento del testamento o, al contrario, ritrovamento del testamento; oppure contestazione della ripartizione del patrimonio fatta dal testatore), i soggetti obbligati devono presentare una dichiarazione:

  • integrativa, per indicare cespiti non indicati in quella originaria (è il caso della sopravvenienza) che comportano aumento del valore dell’eredità o dell’imposta dovuta;
  • modificativa, per correggere dati già dichiarati che non comportano aumento del valore dell’eredità o dell’imposta dovuta;
  • sostitutiva, per correggere errori commessi in quella precedentemente presentata sostituendola completamente.

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Pubblicato : 17 Gennaio 2023 07:00