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Detrazioni fiscali: quando si trasmettono agli eredi

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(@paolo-remer)
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Recupero edilizio e bonus ristrutturazioni: cosa succede alle quote pluriennali non fruite dal contribuente deceduto.

C’è il rischio di perdere molte detrazioni fiscali se gli eredi del contribuente deceduto non sanno come farle valere. Il problema riguarda soprattutto le detrazioni pluriennali, con le quote spalmate in più anni: fino a 10, nel caso degli interventi di recupero edilizio e nei vari tipi di bonus ristrutturazioni. L’importo può essere consistente e sarebbe un peccato sprecarlo. Quindi bisogna sapere esattamente quando le detrazioni fiscali si trasmettono agli eredi del contribuente che non ha potuto fruirne in prima persona, perché è morto prima di poterle esporre nella sua dichiarazione dei redditi.

Quali detrazioni si trasmettono agli eredi

Si trasmettono agli eredi del contribuente defunto le detrazioni riguardanti gli interventi fiscalmente agevolati eseguiti sugli immobili, a condizione che l’erede che vuole farle valere conservi la «detenzione materiale e diretta del bene»: lo ha chiarito una recente circolare dell’Agenzia delle Entrate [1], in conformità a quanto disposto dall’art. 16 bis del Testo Unico Imposte sui Redditi, la norma che disciplina le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie.

Ciò significa che la persona che vuole far valere le detrazioni fiscali:

  • deve essere un erede della persona deceduta (quindi non un legatario o un parente che non ha ereditato, o un chiamato all’eredità che ha rifiutato l’accettazione, o un convivente di fatto che non è divenuto erede);
  • deve subentrare direttamente nell’immobile in questione, sia per quanto riguarda la titolarità e l’intestazione, sia per ciò che concerne il materiale possesso dell’immobile (ad esempio, continuando ad abitare nell’appartamento del genitore defunto).

Come far valere le detrazioni fiscali degli eredi

Le detrazioni fiscali trasmissibili agli eredi possono essere fatte valere da ciascun erede che rispetti le condizioni di cui sopra, in proporzione alle rispettive quote. La norma che abbiamo citato stabilisce che la detrazione spettante al contribuente deceduto «si trasmette, per intero, esclusivamente all’erede che conservi la detenzione materiale e diretta del bene»: gli altri eredi che non rispettano tale condizione sono esclusi. Nel prosieguo dell’articolo ti proponiamo alcuni esempi pratici.

Per comprovare la qualità di erede fa fede la dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate (è un adempimento indispensabile, in caso di eredità concernente beni immobili, da effettuare entro 12 mesi dalla morte del de cuius).

Come indicare in dichiarazione le detrazioni degli eredi

Le detrazioni fiscali spettanti agli eredi vanno indicate nella rispettiva dichiarazione dei redditi presentata da ciascuno, analogamente a quanto sarebbe avvenuto se il contribuente beneficiario non fosse deceduto.

In caso di detrazioni per interventi di recupero del patrimonio edilizio, bisognerà indicare l’importo nell’omonima sezione del modello 730, o del modello Redditi, sempre con riferimento alle quote pluriennali residue dopo il decesso: ad esempio, per una detrazione decennale relativa a ristrutturazioni edilizie compiute nel 2018, se il contribuente è deceduto nel 2023 i suoi eredi potranno godere dei 5 anni rimanenti, sempre per quote annuali costanti e di pari importo.

Quando le detrazioni non passano agli eredi

Come abbiamo detto, condizione fondamentale per poter continuare a usufruire delle quote residue di detrazione fiscale pluriennale è che l’erede abbia mantenuto la diretta disponibilità dell’immobile al quale le detrazioni si riferiscono. Tale detenzione deve sussistere fino al 31 dicembre di ciascun anno di imposta considerato.

Pertanto, se l’erede, o coerede, non consegue la disponibilità dell’immobile (ad esempio perché in sede di divisione viene attribuito ad altri coeredi), oppure inizialmente la acquisisce ma poi la perde perché lo vende, lo affitta o lo dona, le detrazioni fiscali non spetteranno. Facciamo alcuni esempi.

Un genitore muore lasciando come eredi tre figli. Due sono già autonomi e vivono altrove; il terzo continua ad abitare nella casa familiare. Solo quest’ultimo avrà diritto alla detrazione fiscale per gli interventi agevolati eseguiti sull’immobile.

Il proprietario di un appartamento dato in affitto muore: i suoi eredi sono la moglie e il figlio unico. Il contratto di locazione prosegue con questi due eredi in qualità di nuovi proprietari, ma la detrazione non spetta a nessuno di essi, perché non hanno la disponibilità dell’immobile, in quanto esso è occupato dall’inquilino.

Un erede che era subentrato nella proprietà e nel pieno possesso di una villa del defunto la dà in comodato d’uso gratuito ad un suo amico. Da quel momento perde le detrazioni fiscali, perché è venuto meno il requisito della detenzione materiale e diretta dell’immobile.

Approfondimenti

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Pubblicato : 24 Giugno 2023 07:30