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Detrazione tasse università private

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(@paolo-remer)
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Quando si possono scaricare gli importi delle tasse e dei contributi di iscrizione ad Atenei non statali e fino a quale importo.

Molti si domandano se è consentita la detrazione delle tasse e delle altre spese sostenute per iscriversi e frequentare le università private, ossia quelle non statali, che sono molto diffuse in Italia in ogni area geografica e facoltà, anche a livello telematico.

È necessario sapere come funziona la detrazione delle tasse delle università private specialmente al momento di compilazione della dichiarazione dei redditi annuale, per sapere quanto si può ridurre l’Irpef da pagare.

Iniziamo col dire che le tasse universitarie sono detraibili al 19% dalle imposte sui redditi, a partire dal contributo che si versa al momento dell’iscrizione, e comprendono le spese sostenute per i corsi di istruzione, specializzazione e laurea, fino ai master universitari ed ai corsi di dottorato di ricerca; ma per le università private, a differenza di quelle pubbliche, è stabilito un tetto massimo di spesa detraibile. Oltre tale soglia massima – fissata annualmente con un provvedimento ministeriale – la detrazione non spetta più.

Detrazione tasse università private: è ammessa?

La normativa fiscale [1] ammette la possibilità di detrarre dalle imposte sui redditi, alla consueta aliquota del 19%, «le spese per frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non statali, in misura non superiore, per le università non statali, a quella stabilita annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca da emanare entro il 31 dicembre, tenendo conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali».

Questo significa che la detrazione fiscale delle tasse e delle altre spese sostenute per frequentare le università private è riconosciuta entro i limiti stabiliti ogni anno da un decreto ministeriale, che ora esamineremo. Quindi per le università statali non ci sono limiti agli importi di spesa che possono essere portati in detrazione, per quelle private, invece, sì, ferma restando la medesima percentuale del 19%, che è quella consueta e riconosciuta per una molteplicità di altre detrazioni Irpef.

In ogni caso, non è riconosciuta la detrazione per le spese relative all’acquisto di libri, strumenti musicali, materiale di cancelleria, viaggi, vitto ed alloggio sostenute per la frequenza del corso universitario.

Tasse università private: importi detraibili

Un decreto del ministro dell’Università e della Ricerca [2] ha fissato gli importi detraibili delle tasse e dei contributi d’iscrizione a università non statali, valevoli per le dichiarazioni dei redditi da presentare nel 2023, e dunque per le spese sostenute nell’anno d’imposta 2022.

Gli importi sono distinti per area di studio e per zona geografica, e precisamente:

  • area medica: Nord Italia 3.900 euro; Centro Italia 3.100 euro; Sud Italia e isole 2.900 euro;
  • area sanitaria: Nord 3.900 euro; Centro 2.900 euro; Sud e isole 2.700 euro;
  • area scientifico-tecnologica: Nord 3.700 euro; Centro 2.900 euro; Sud 2.600 euro;
  • area umanistico-sociale: Nord 3.200 euro; Centro 2.800 euro; Sud e isole 2.500 euro.

La spesa massima detraibile per i corsi di dottorato, di specializzazione e dei master universitari di primo e secondo livello è anch’essa ripartita per area geografica ed è pari a:

  • Nord: 3.900 euro;
  • Centro: 3.100 euro;
  • Sud e Isole: 2.900 euro.

A tutti gli importi che abbiamo descritto va sommato l’importo relativo alla tassa regionale per il diritto allo studio il cui ammontare viene stabilito dalla Regione di riferimento in cui è ubicata l’Università [3].

Approfondimenti

Per altre informazioni leggi:

 
Pubblicato : 22 Maggio 2023 09:00