Danni da vaccino influenzale: c’è risarcimento?
Corte Costituzionale e Cassazione hanno stabilito che il danno da vaccino antinfluenzale va indennizzato sulla base del principio di solidarietà anche se colui che lo ha fatto non era tra i soggetti fragili.
Il vaccino antinfluenzale è utilizzato da molti anziani (e non) nella prevenzione dell’influenza stagionale. Ma cosa succede quando si manifestano effetti collaterali gravi? Hanno diritto a un indennizzo i pazienti o, in caso di decesso, i loro familiari? Di recente, la Cassazione ha emesso un’ordinanza che chiarisce questi interrogativi, toccando temi come la solidarietà e il diritto alla salute. Inoltre la Corte, nel proprio verdetto, ha richiamato un’importante sentenza della Corte Costituzionale che, già in passato, aveva spiegato se, per i danni da vaccino influenzale c’è risarcimento.
In questo articolo vedremo se, nel caso di complicazioni derivanti dal vaccino antinfluenzale, lo Stato è tenuto a versare un indennizzo anche nel caso in cui il danneggiato, non essendo soggetto “fragile”, non avesse una stretta necessità a somministrarsi la cura. Ma procediamo con ordine.
Danni da vaccino antinfluenzale: cosa ha stabilito la Cassazione?
La Cassazione, con l’ordinanza n. 26615/2023 pubblicata il 14 settembre 2023, ha chiarito che è illegittimo negare l’indennizzo in caso di patologie irreversibili causate da vaccinazioni raccomandate. E questo vale anche quando il danneggiato, per età e condizioni di salute, non possa essere considerato un soggetto portatore di «aumentato rischio di malattia grave», categoria cui soprattutto si rivolge la raccomandazione dell’amministrazione.
Insomma, il succo della pronuncia è il seguente: chi si vaccina per volontà e non per stretta necessità è comunque coperto dal risarcimento statale.
La vicenda
La vicenda decisa dalla Suprema Corte riguarda un uomo deceduto a seguito di una grave encefalomielite post somministrazione del vaccino antinfluenzale. Benché non fosse ritenuto un soggetto debole, tenuto per prudenza a vaccinarsi, il Ministero della Salute è stato condannato a erogare un assegno una tantum ai suoi familiari a titolo di indennizzo.
La Corte d’Appello aveva precedentemente negato l’indennizzo, sostenendo che la somministrazione del vaccino antinfluenzale non era paragonabile a quella dei vaccini antipolio e trivalente. Tuttavia, la Consulta ha ribaltato questa interpretazione citando, tra le altre, anche una recente pronuncia della Corte Costituzionale a favore invece di un indennizzo generalizzato.
Cosa dice la Corte Costituzionale sul risarcimento da vaccino antinfluenzale?
Con la sentenza n. 268/17 la Corte Costituzionale, proprio sul vaccino antinfluenzale, ha detto che il diritto all’indennizzo non deriva dal fatto che ci si sottoponga a un trattamento obbligatorio in quanto tale, ma dalle esigenze di solidarietà sociale che si impongono alla collettività. E negarlo si risolve in una lesione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione.
A stabilire il diritto al risarcimento è l’articolo 1 della legge 25 febbraio 1992 n. 210. Tale norma stabilisce che chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato.
La Corte Costituzionale ha poi ampliato l’applicazione di tale legge anche alle raccomandazioni semplicemente “raccomandate” oltre che a quelle rese obbligatorie.
Quali sono le raccomandazioni del Ministero sulla vaccinazione antinfluenzale?
Ogni anno, il Ministero della Salute rilascia raccomandazioni specifiche per la somministrazione del vaccino antinfluenzale. L’obiettivo principale è raggiungere una copertura il più ampia possibile, rivolgendosi a tutta la popolazione, indipendentemente da condizioni di salute pregresse, età o altri fattori. Ecco perché a tutti i cittadini è dovuto l’indennizzo per i danni da vaccino influenzale, e non solo agli anziani e ai più fragili.
Pensiamo a Giorgio, un uomo di 50 anni, in buona salute, che decide di fare il vaccino antinfluenzale seguendo le raccomandazioni del Ministero pur senza avere patologie specifiche che lo consiglino. Dopo la vaccinazione, Giorgio sviluppa complicazioni severe. Anche se non era in una categoria ad alto rischio, la famiglia di Giorgio ha diritto a un risarcimento, poiché la collettività è chiamata a condividere i rischi associati ai trattamenti sanitari raccomandati.
Conclusione
La decisione della Cassazione sottolinea l’importanza del principio di solidarietà nella tutela della salute pubblica. Mentre la vaccinazione rimane uno strumento cruciale per prevenire malattie gravi, è fondamentale che esistano misure per proteggere e sostenere coloro che subiscono danni a seguito di tali trattamenti.
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