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Criptovalute: cosa sono e cosa si può comprare?

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(@mariano-acquaviva)
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Bitcoin, Ethereum e Dogecoin: quali beni e servizi è possibile acquistare con la moneta digitale? Cosa sono le blockchain?

Sebbene se ne senta continuamente parlare, non a tutti è davvero chiaro cosa siano le criptovalute. La definizione di “moneta virtuale” è sicuramente appropriata ma non sempre comprensibile. Si tratta, infatti, di entità a metà strada tra prodotti finanziari e semplici “costrutti” informatici. Con il presente articolo cercheremo di fare chiarezza sull’argomento, rispondendo alle seguenti domande: cosa sono e cosa si può comprare con le criptovalute? Approfondiamo la questione.

Che cosa sono le criptovalute?

Le criptovalute sono monete virtuali (definite anche “rappresentazioni digitali di valore”) la cui sicurezza e il cui funzionamento è legato ad algoritmi crittografici.

Si tratta di strumenti finanziari il cui funzionamento è connesso a grandi registri digitali – database conosciuti come blockchain – distribuiti tra tutti i possessori della valuta.

Le più note criptovalute sono Bitcoin, Ethereum e Dogecoin, ma ce ne sono molte decine.

Criptovalute e monete tradizionali: differenza

Un confronto pratico con valute come l’Euro, il Dollaro e la Sterlina – le cosiddette valute “fiat” – aiuterà a comprendere meglio cosa sono le criptovalute.

Monete e banconote di Euro sono coniate dalla Banca Centrale Europea, che ne garantisce la validità e il valore stesso. Si tratta di strumenti finanziari centralizzati, emessi e garantiti da un’unica istituzione.

Le criptovalute, al contrario, non sono coniate da un’unica istituzione come una banca centrale, ma traggono la loro validità e il loro valore dall’essere presenti in un registro decentrato – la blockchain, per l’appunto – condiviso tra tutti i possessori della valuta.

Come funzionano le criptovalute?

Gli elementi fondamentali per il funzionamento delle criptovalute sono tre: l’attività di coniazione (detta mining), la crittografia e il registro delle transazioni (la blockchain).

Tutto ha origine – esattamente come per le valute tradizionali – dalla coniazione.

Se per Euro e Dollaro tutto si svolge in una stamperia o una fonderia accreditate dalla zecca, per le criptovalute la coniazione di nuove unità di moneta avviene tramite un’attività informatica detta mining (traducibile con “minare”).

Il mining sfrutta le capacità di elaborazione dei sistemi informatici (computer, ma non solo) per risolvere complessi algoritmi crittografici.

La blockchain (traducibile letteralmente con “catena di blocchi”), al pari di un libro mastro di una banca, serve invece per registrare tutte le operazioni e transazioni compiute tra i possessori di una data criptovaluta (Bitcoin, ecc.).

Al termine del processo di mining, la moneta appena creata viene registrata in uno dei blocchi della catena.

Allo stesso modo, lo scambio di valuta tra due utenti porta alla creazione di un nuovo blocco all’interno del quale viene registrata l’operazione.

In buona sostanza, quindi, ogni criptovaluta deve essere incatenata all’altra in modo da essere riconosciuta come moneta virtuale a tutti gli effetti. Se non ci fosse questa garanzia, ognuno potrebbe inventarsi la moneta digitale che vorrebbe.

A differenza del libro mastro, la blockchain è distribuita tra tutti i possessori della valuta: si tratta, quindi, di un asset decentralizzato, grazie al quale è possibile evitare la creazione di strutture di controllo centrali.

Cosa si può comprare con le criptovalute?

Le criptovalute non costituiscono valuta legale; pertanto, possono essere utilizzate come pagamento solo se tutte le parti coinvolte in una transazione ne accettano il loro utilizzo.

Detto ancora in altre parole, la circolazione delle criptovalute come mezzo di pagamento si fonda sull’accettazione volontaria da parte degli operatori di mercato i quali, sulla base della fiducia, decidono di riceverla come corrispettivo nello scambio di beni e servizi, riconoscendone quindi il valore indipendentemente da quanto stabilito dalla legge.

Le criptovalute possono pertanto essere utilizzate per effettuare acquisti solamente se il venditore accetta di essere pagato in moneta digitale.

In passato la Microsoft aveva inserito il Bitcoin tra i sistemi di pagamento accettati per i servizi su Xbox e Skype, ritornando però immediatamente sui propri passi a seguito dell’enorme svalutazione patita da questa moneta digitale.

Insomma, al momento i prodotti o servizi che si possono comprare con le criptovalute sono pochissimi: la moneta virtuale è accettata da qualche portale per la prenotazione di viaggi, qualche piattaforma videoludica e poco più.

A cosa servono le criptovalute?

Così come le valute tradizionali, anche le cripto possono essere utilizzate per acquistare prodotti o servizi o, più in generale, per lo scambio di “denaro” tra utenti.

Rispetto a una manciata di anni fa, quando le criptovalute sembravano essere destinate a un largo utilizzo, oggi il loro ruolo è apparentemente ridimensionato: al momento, infatti, gli esercenti che accettano pagamenti in criptovalute non sono moltissimi (e ancora meno i negozi fisici).

Molto più diffuso, invece, il loro utilizzo come prodotto di investimento.

Al pari delle valute tradizionali e dei titoli azionari, le criptovalute sono viste da molti investitori come un prodotto capace di portare grandi guadagni in un lasso di tempo ridotto.

La loro estrema volatilità, tuttavia, le porta a essere un prodotto ad alto rischio: un investimento sbagliato potrebbe causare ingenti perdite del capitale (nei casi più sfortunati, potrebbe addirittura azzerarsi nel giro di una manciata di minuti).

 
Pubblicato : 7 Agosto 2024 15:45